Filippo Amantea Mannelli [Grimaldi (Cosenza), 3 gennaio 1878 - Cosenza, 29 ottobre 1964]
Fu uomo di grande umanità , di elevata dottrina, di molteplici interessi culturali, di vaste e approfondite letture. Frequentò il Ginnasio a Cosenza. Gli studi liceali compiuti ad Aosta, dove si era trasferito con la famiglia, segnarono una tappa importante nella sua formazione culturale: lo avviarono alla conoscenza del mondo classico, e da allora l'amore per gli autori greci e latini non lo abbandonò più per tutta la vita.
Terminati brillantemente gli studi liceali, si iscrisse alla Facoltà di Legge dell'Università di Roma, dove ebbe, come egli stesso scrive, «Maestri illustri, assidui e scrupolosi », e dove ebbe modo di conoscere e frequentare Antonio Labriola, che lo stimava e gli diede consigli per i suoi studi e conseguì la laurea con il massimo dei voti. Negli anni universitari i suoi interessi non si limitarono allo studio del Diritto. Approfondì gli studi letterari, con particolare attenzione alla letteratura romantica e decadentistica francese e tedesca, dedicandosi allo studio della lingua tedesca, per poter leggere nell'originale le opere dei grandi poeti e filosofi tedeschi a lui particolarmente congeniali. Sotto la guida del noto filosofo Antonio Labriola coltivò le scienze filosofiche, non trascurando gli studi di economia, e in economia prese la tesi di laurea.
Ritornato al paese natio, dopo gli studi universitari, nel 1914 fu eletto consigliere provinciale e in tale veste si adoperò per potenziare la Biblioteca Civica di Cosenza. Esercitò l'avvocatura con successo e dignità . Nel campo dell'attività forense, e in qualità di componente dell'Ordine, ebbe diversi incarichi che espletò con impegno e competenza. Della sua attività di difensore, in civile e in penale, lasciò diverse memorie a stampa, la cui lettura ci mostra di quanto profonda e nutrita di severi studi fosse la sua dottrina giuridica.
L'esercizio dell'avvocatura non impedì comunque allo studioso di coltivare e allargare gli interessi letterari. Le ore libere dagli impegni professionali le occupava in sterminate letture e altri impegni culturali: scriveva poesie, teneva conferenze, collaborava a giornali e riviste, si occupava di critica letteraria. Nel 1905 pubblica Come le nuvoleillustrato dai disegni del noto artista romano Duilio Cambellotti al quali Filippo Amantea era legato da forte amicizia. Il volume fu assai apprezzato da Giosuè Carducci che, avutolo in dono, lo lesse e si complimentò con l'autore, e dal critico letterario Guido Mazzoni, che, nelle liriche in esso raccolte, riscontrò doti di vera poesia.
Poeta, giurista e filosofoaperto alle novità artistiche e letterarie del tempo, che vanno dagli scapigliati, ai crepuscolari e agli ermetici, con frequenti richiami a liriche di poeti francesi e tedeschi, Come le nuvoleresta certamene tra i più alti e originali prodotti di poesia del primo Novecento letterario cosentino. Nel 1932 apparve presso l'editore Paravia la traduzione metrica degli Xenia(Doni ospitali) di Goethe-Schiller, dove si ammira la perizia del traduttore e l'abilità del poeta che riesce a mantenere alla traduzione il brio e la vivacità dell'originale. La successiva sua produzione poetica non è raccolta in volume, ma altre sue poesie si leggono in fondo alla rubrica "Arte Scienza e Critica" che egli tenne per diversi anni sulla «Cronaca di Calabria ».Tra le sue odi una merita in particolare di essere ricordata: "Inaugurandosi il monumento ai caduti grimaldesi", ispirata all'arte di Duilio Cambellotti, autore del monumento.Si interessò anche di studi filosofici lasciando, inedite, due traduzioni dal tedesco, e ben otto volumi, anch'essi inediti, contenenti tra l'altro, saggi di critica filosofica, oltre a una serie di dialoghi sul tempo e lo spazio. I suoi manoscritti inediti sono conservati nella Biblioteca Civica di Cosenza.
Intensa fu anche la sua attività di conferenziere. Essa iniziò nel 1906 quando, su invito del Presidente Bernardino Alimena, tenne all'Accademia Cosentina una serie di conferenze sulla letteratura francese e tedesca. Altre sue conferenze riguardarono Benedetto Croce, Francesco Acri, Giosuè Carducci, la poesia di Virgilio, e altri temi di argomento storico e letterario.
Altro campo dove si esercitò intensamente la sua attività fu il giornalismo,e ne ebbe un meritato riconoscimento al Premio Villa S. Giovanni. I suoi saggi giornalistici rivelano l'ampiezza dei suoi interessi civili e letterari.
Nel 1952, dopo la morte di Nicola Serra, rivestì, sino all'ottobre del 1964, la carica di Presidente dell'Accademia Cosentina e della Biblioteca Civica, dedicando alle due prestigiose istituzioni culturali cosentine intensa dedizione
Morì a Cosenza nel 1964. Fu commemorarto da Giuseppe Carrieri prima e poi da Mario Misasi. Quest'ultimo scrisse di lui: «Fu il nostro Maestro e la nostra ispirazione, fu l'esempio della dignità umana, che lui sapeva trasfondere ». (Giacinto Pisani) © ICSAIC 2019
Opere
- Inaugurandosi il monumento ai caduti grimaldesi: scultura di Duilio Cambellotti, Editore Il Giornale di Calabria, Reggio Calabria 1927;
- Traduzione metrica in italiano di Johan Wolfagan Goethe, Paravia, Roma 1932;
- L'Accademia Cosentina nella sua storia secolare e nell'oggi, Cosenza, Tip. Vincenzo Serafino, Cosenza 1954;
- Le storiche Terme Luigiane: passato-presente-futuro, Cronaca di Calabria, Cosenza 1960.
Nota bibliografica
- Filippo Amantea Mannelli, «Cosenza illustrata », 11, 2000;
- Unanime commosso cordoglio per la morte del presidente dell'Accademia Cosentina avv. Filippo Amantea Mannelli, «Cronaca di Calabria », 15 novembre 1964;
- Franco Falvo, Filippo Amantea Mannelli, «Scena illustrata », 11, 2000.
- Per Filippo Amantea. Commemorazione tenuta dal Past-President Prof. Dott. Mario Misasi, Rotary Club, Cosenza s.d.