Davide Andreotti Loria (Cosenza, 24 ottobre 1823 - 27 aprile 1886)
Quinto di sette figli (uno dei fratelli era quel Francesco coinvolto in tutte le vicende politico militari dal 1840 al 1860), nacque dal marchese Gaspare, tra i primi carbonari della città, e da Anna Maria Marsico, una famiglia dell'antico patriziato di Cosenza, e fu registrato allo Stato civile con i nomi di Davide Moisé.
Fatti i primi studi in casa, frequentò il Real Collegio di Cosenza, dove ebbe come maestri Saverio Basile, Nicola Scura e Filippo Barberio, e quindi si trasferì a Napoli dove studiò giurisprudenza con Vincenzo Sartorio Clausi e Roberto Savarese, e archeologia con Carlo Pancaldi. Sposato con una principessina Caracciolo, si stabili per qualche tempo a Napoli, dove consolidò i suoi studi, incoraggiato dalla possibilità di frequentare archivi pubblici e privati. Poeta, letterato e storico, nel 1848 fondò e diresse «Il Caffè di Buono», un giornale politico e letterario che ebbe, purtroppo, vita breve. Detto giornale (di cui presso la biblioteca nazionale di Napoli esistono tre numeri) poco hanno parlato i rari e per altro incompleti studiosi della sua opera, nonostante l'importanza del foglio che a quei tempi fu uno dei più violenti». Con altri intellettuali calabresi ideò il «Saggio di Biblioteca Calabra», con l'obiettivo di rieditare opere rare, ma fu stampato soltanto un volume di Sertorio Quattromani.
Dopo il fallimento della spedizione guidata dai fratelli Bandiera, decise di rientrare a Cosenza. Senza tralasciare gli studi storici, a Cosenza, lo troviamo che scrive sul «Calabrese», giornale che si pubblicò dal 1861, inizialmente diretto da Mariano Campagna e dal 1862 da Luigi Valentini. Si occupò di politica, interessandosi inizialmente alla vita amministrativa della sua città. Il 9 marzo 1863 fu eletto primo sindaco di Cosenza. Rimase in carica fino al 15 novembre 1864, ma in quell'anno e mezzo alla guida dell'amministrazione dotò la città di una villa comunale (oggi la «villa vecchia») e provvide alla sistemazione del Corso principale che intitolò al filosofo Bernardini Telesio.
Il 27 maggio 1863 fu nominato socio onorario dell'Accademia cosentina, poi socio ordinario e infine presidente della sezione di letteratura. Negli atti di questa accademia inserì due dissertazioni per provare che le origini calabre sono indigene e non straniere; esse furono stralciate da un'opera al che archeologica "origini calabre" inedita.
Il 21 ottobre 1865 fu creato socio della società economica di Calabria; fu anche socio dell'Accademia scienze e lettere di Catanzaro e diverse altre accademie, lo vollero come socio. Fu anche e tra i primi soci della Economica di Calabria citeriore.
Eletto deputato al Parlamento nazionale per il Collegio della città natale per la IX Legislatura (1865-1867), ritornò alla Camera il 3 aprile 1867 per la successiva legislatura, la X (1867-1870), in seguito all'opzione di Luigi Miceli per il Collegio di Calatafimi.
In Parlamento svolse una dignitosa attività. Il 5 luglio 1867 tenne in aula l'intervento più importante della sua attività nel corso della discussione generale in merito dello schema di legge per la liquidazione dell'asse ecclesiastico e sulle congregazioni religiose, un discorso che ebbe vasta risonanza in tutti gli ambienti politici dell'epoca e fu tradotto in diverse lingue e riportato per intero dai giornali nazionali ed esteri. Di tale discorso vi è accenno in una lettera che Giuseppe Garibaldi gli scrisse da Monsummano il 10 luglio 1867.
Si dimise tre volte in seguito alla delusione di veder poco considerati gli interessi delle provincie meridionali che rendevano vana la sua attività e che lo facevano convinto di aver l'obbligo di non continuare a sacrificare il patrimonio della famiglia per sostenersi in Firenze, sede del Parlamento, senza che da quel sacrificio derivasse nulla di buono al Paese. Tuttavia una successiva candidatura per la XV (1882), quando scrisse una lettera ai cosentini per spiegare il perché delle sue continue dimissione e per chiedere nuovamente il voto, non gli diede i suffragi necessari perché gli elettori gli preferirono Antonio Zupi.
S'interessò di storia regionale ed ebbe un'intensa attività di scrittore, specialmente dal 1870 al 1882. Lasciò molte opere oltre alla Storia dei Cosentini, in tre volumi (1869) a cui il suo nome è legato. Scrisse tra l'altro I trovatelli, in due fascicoli (1863), Memorie storico genealogiche di Ruggero e Andreotto Loria; Risposta al quesito: La famiglia di Ruggero Loria è catalana, siciliana, o calabrese? (1878); Donne illustri calabresi: Nosside, Gilda Britti, Zoè Alimena, Elisabetta Beccuti, Clarice Selvaggi (1880). Fu anche poeta: a Parigi nel 1846 pubblicò un volume di Poesie. Lasciò anche opere inedite: Le vite delle donne celebri ed illustri della Calabria e una Storia delle Calabrie, i cui manoscritti sono custoditi, parte dagli eredi a Venezia e a Cosenza e parte nella Biblioteca Civica di Cosenza.
Morì all'età di 63 anni. E per Cosenza e la Calabria fu un grave lutto. Ai suoi funerali furono pronunciati ben quattro discorsi (da Carlo Poncaro, Luigi Accattatis, Domenico Persiani e Biagio Cavaliere) che furono poi pubblicati sul periodico «Il calabrese» (1886). Le sue ceneri giacevano nel cimitero di Montalto Uffugo, fino a quando nel 1959 furono traslate nel cimitero di Cosenza e oggi si trovano sistemate nell'ipogeo della cappella degli Andreotti-Loria. Una via di Cosenza, non lontano dal palazzo comunale, è intestata a suo nome. (Leonilde Reda) @ ICSAIC 2020
Opere
- Fiori letterari, Mirando, Napoli 1844;
- Poesie, s.n., Parigi 1846;
- Biagio Miraglia in Cosenza, «Il Calabrese», V, 1, 1847;
- Opere di Davide Andreotti Loria, Migliaccio, Cosenza 1862,
- I Trovatelli, Bruzia, Cosenza 1863;
- Il noce di Benevento, s.n., Cosenza 1863;
- Delle false origini asiatiche, Atti dell'Accademia Cosentina, Cosenza, IX, 1865, pp. 185-204;
- Delle origini calabre, Atti dell'Accademia Cosentina, Cosenza, X. 1866, pp. 173-210;
- Sul Pitagorismo di Numa, «Il Gravina», I, nn. 2 e 3, 1866;
- Storia dei Cosentini, voll. 3, Marchese, Napoli, 1869-1874; ristampa anastatica, Brenner, Cosenza 1959; altra edizione: Pellegrini, Cosenza 1978;
- Memoria pel Comune di Cosenza a S.E. il Ministro dell'Interno, Tip. Municipale Cosenza 1869;
- Memorie storico-genealogicbe di Ruggero ed Andreatta Loria. Risposta al quesito: La famiglia di Ruggero Loria è catalana, siciliana, o calabrese? Marchese, Napoli 1878;
- Rossana (Sara Rossi), «Il Calabrese», XI, 5, 1880;
- Donne illustri calabresi: Nosside - (a.a.C. 301), «Il Calabrese», XI, 10, 1880;
- Gilda Britti, Donne illustri calabresi, «Il Calabrese», XI, 12, 1880;n
- Donne illustri calabresi: Zoé Alimena (a. 9001), «Il Calabrese», XI, 15, 1880;
- Elisabetta Beccati, «Fior di Brezia», Castrovillari 1880, pp. 34-38;
- Clarice Selvaggi. Donne illustri calabresi, «Il Calabrese», XIII, 5, 1881.
Nota bibliografica
- Atti dell'Accademia Cosentina, C, XI, 1894, pp. 207-210;
- Luigi Accattatis, Sulla bara di Davide Andreotti, «Il Calabrese » 1886;
- Luigi Aliquò Lenzi, Filippo Aliquò Taverriti, Gli Scrittori calabresi, vol. I, Tip. Editrice "Corriere della Calabria", Reggio Calabria 1972, pp. 63-64;
- Francesco Bartolotta, Parlamenti e Governi d'Italia dal 1848 al 1970, vol. I, C. Bianco, Roma 1971, p. 390;
- Antonino Basile, Ripercussioni politiche della questione silana durante il Risorgimento secondo Davide Andreotti, CSC, 1954;
- Mario Borretti, Per le onoranze a Davide Andreotti, «Brutium», XV, 5, 1936, p. 76;
- Mario Borretti, Prefazione alla riedizione della «Storia dei Cosentini», Brenner, Cosenza 1960;
- Gaetano Cingari, Storia della Calabria dall'Unità a oggi, Laterza, Roma-Bari 1982, p. 64;
- Vito G. Galati, Gli scrittori delle Calabrie. Dizionario bio-bibliografico, I, Vallecchi, Firenze 1928, vol. I, p. 147;
- «Il Calabrese», XVIII, 1886 (discorsi per i suoi funerali);
- Jole Giugni Lattari, I parlamentari della Calabria dal 1861 al 1967, Casa Editrice Morara, Roma 1967, pp. 201-203;
- Francesco Martorelli, Ferrovie economiche silane Paola-Cosenza-Cotrone e diramazioni, Conferenza tenuta il 25 aprile 1897 in Cosenza, Ed. Trani, Napoli 1897;
- C. Nardi, Documenti di un secolo tra le carte da macero. La tomba dello storico Davide Andreotti: Le delusioni di un Sacerdote storico, «Cronaca di Calabria», 12 maggio 1957;
- F. Andreotti Loria, Davide Andreotti. Lo storico dei cosentini, «Cronaca di Calabria», 22 aprile 1962.
- Giuseppe Romeo Toscano, L'altra Calabria, Campanile, Roma 1979, p. 173;
- Francesco Spezzano, La lotta politica in Calabria (1861-1925), Lacaita, Manduria 1968, pp. 215. 224. 225;
- Gustavo Valente, Dizionario Bibliografico biografico geografico storico della Calabria, Frama's, Chiaravalle Centrale 1988, pp. 219-220.