Alfonso Asturaro [Catanzaro, 17 agosto 1854 - Chiavari (Genova), 15 dicembre 1917]
Nato da Domenico e da Emanuela Stiriti, una famiglia modesta, fece gli studi in città, dalle elementari al liceo, con grandi sacrifici da parte del padre che era un usciere. Intelligente e volenteroso, si trasferì Pisa dove conseguì la laurea in filosofia alla Scuola Normale sotto la guida del filosofo calabrese Francesco Fiorentino, con il quale negli anni successivi rimase in contatto, collaborando anche al «Giornale napoletano di filosofia, lettere e arti», fondato nel 1872 dal maestro e da Carlo Maria Tallarigo, letterato calabrese, nativo di Motta Santa Lucia (Catanzaro).
Dopo la laurea, raggiunta l’abilitazione all’insegnamento, tornò nella città natale e fino al 1886 fu docente di storia e geografia e direttore della Scuola Tecnica (preferì quell'incarico a una cattedra in una scuola classica ma lontana da Catanzaro), continuando tuttavia a coltivare gli studi filosofici. Nel 1881 fu abilitato alla libera docenza in Filosofia morale a Napoli. E tre anni dopo partecipò al concorso per la cattedra all'università di Napoli risultando tra gli idonei.
Nel 1887 lasciò Catanzaro per Genova, per insegnare filosofia moderna, dopo avere vinto un concorso a cattedra. La commissione presieduta dal prof. Francesco Bertinaria, nella Relazione fatta al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, tra dieci candidati ritenne che il posto toccasse a lui «per ingegno e per cultura scientifica».
Nella città della Lanterna avrebbe svolto tutta la sua carriera accademica. Professore pareggiato di etica nell'Università di Napoli, arrivò a Genova che aveva già abbandonato le posizioni neokantiane di Fiorentino per passare al positivismo, già noto per il saggio su La teoria dei sentimenti morali da Shaftesbury a Spencer apparso sul «Giornale Napoletano di filosofia, lettere ed arti», in cui studia la teoria dei sentimenti morale, e per i Saggi di filosofia morale ispirati a Comte, Lombroso, Ferri e Stuart Mill, che «indicano nell'evoluzionismo spenceriano la linea di pensiero alla quale Asturaro si richiamava».
Filosofo positivista e sociologo, con una passione "pedagogica" ben visibile, fu un docente instancabile. Nel 1884, «la sua passione per l’insegnamento – scrive Giorgio “Getto” Viarengo – lo portò anche ad accettare un contratto presso il Liceo di Chiavari», dove fu anche presidente onorario del circolo socialista, cosa che gli procurò una campagna di stampa della locale Gazzetta di Chiavari che lo attaccò con articoli del suo direttore Eugenio Carloy tanto che già nel 1894 l'amministrazione comunale deliberò il licenziamento e il 13 febbraio del 1895, alla scadenza, non gli rinnovò il contratto.
Nel 1888, a ogni modo, per incarico tenne una serie di conferenze nel Magistero di Genova e nell'anno accademico 1891-1892, poiché la nella sua università la cattedra era vacante, coprì anche l'insegnamento di filosofia teoretica.
Proprio dal 1892, diventato libero docente di Sociologia (fu uno dei primi docenti ufficiali in Italia), spostò i propri interessi di studio dalla filosofia alla nuova disciplina che cominciava a farsi spazio con difficoltà negli atenei italiani, perché avversata dalle «fraterie filosofiche» dell'accademia. Il nuovo impegno, che subito diventò esclusivo (tenne anche numerose conferenze nelle Università Popolari in diversi centri liguri), gli valse molti riconoscimenti. Il suo volume La sociologia, i suoi metodi e le sue scoperte (1896) fu premiato dalla R. Accademia di lettere e scienze di Napoli e il ministero della Pubblica Istruzione istituì per lui la cattedra di Sociologia (svolse corsi complementari dal 1906 al 1909, perché mutato il clima all'interno del governo, la cattedra fu abolita). Fondatore della scuola genovese di scienza sociale, pubblicò diversi importanti volumi (alcuni dei quali tradotti anche in spagnolo) e collaborò a riviste quali «Rivista di filosofia scientifica», «Rivista italiana di sociologia», «Rassegna Critica», «Milite dell'Umanità» e «Rivista Moderna di cultura».
Le sue idee filosofiche e sociali nel 1890 lo portarono a iscriversi al Partito Socialista Italiano, anche se con una posizione critica nei confronti del marxismo. Nel Partito non svolse una grande attività . Nel 1904, tuttavia, si candidò alle elezioni comunali e fu eletto Consigliere di Chiavari, città nella quale era residente e, per qualche anno, anche professore di filosofia nel liceo comunale. Tuttavia notevole fu il contributo dato col prestigio del suo nome di uomo di scienza per accreditare al Partito la fama di Partito Universitario. E nello stesso anno il Partito Socialista, tra le candidature "di bandiera » in Calabria pose la sua nel collegio di Catanzaro: ottenne il 23,95 per cento dei consensi.
Il Michels lo considera uno degli intellettuali che hanno fatto conoscere e onorato il socialismo italiano.
Si conosce poco o niente della sua vita privata. Morì per una infezione tetanica all'età 71 anni. «Sicuramente lasciò nei compagni di partito e negli studenti il ricordo di un intellettuale di grande mente e di grande cuore, un vero uomo» (Malcagni).
Catanzaro lo ricorda con una via a suo nome. (Aldo Lamberti) © ICSAIC 2020
Opere
- Saggi di filosofia morale, Domenico Morano, Napoli 1881;
- Santa Caterina da Siena. Osservazioni psico-patologiche, Domenico Morano, Napoli 1881;
- Una vecchia questione, la libertà del volere, Stabilimento tipografico Perrotti, Napoli 1881;
- L'etica di Aristotile, Stabilimento Tipografico Asturi, Catanzaro 1884;
- Gerolamo Cardano ossia il primo grado di degenerazione del sistema nervoso, Fratelli Dumolard, Milano-Torino 1887;
- Classificazione della Morale come scienza sociale, Argiroffo, Chiavari 1890;
- Gl'ideali del positivismo e della filosofia scientifica. Discorso letto nella solenne inaugurazione dell'anno accademico 1891-92, P. Martini, Genova 1892;
- La sociologia e le Scienze Sociali. Prelazione al corso di Sociologia del 1892-93 nell'Università di Genova, Tipografia Esposito, Chiavari 1893;
- La sociologia, i suoi metodi e le sue scoperte, Lib. Edit. Ligure, Genova 1896;
- La sociologia e la sua importanza nel movimento scientifico contemporaneo, «Rivista italiana di sociologia», 3, 6, 1899;
- La mente di Francesco Fiorentino, s. n., Catanzaro 1889
- La sociologia morale, Prem. stab. tipografico Chiavarese, Chiavari 1900;
- Sociologia zoologica (generale), Stabilimento tipo-litografico R. Longatti, Como 1901;
- Il materialismo storico e la sociologia in generale. Prelazione al corso di Sociologia del 1892-93 nell'Università di Genova, Libreria Moderna, Genova 1903;
- Sociologia politica, Casa Ed. Stenografica, Genova 1911;
Nota bibliografica
- Relazione fatta al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione sul concorso alla cattedra di filosofia morale vacante nella R. Università di Genova, «Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia», s. 3, n. 79, 5 aprile 1887, p.1884;
- Achille Loria, La sociologia, il suo compito, le sue scuole, i suoi recenti progressi, Padova 1901, p. 141;
- Roberto Michels, Il proletariato e la borghesia nel movimento socialista italiano, Fratelli Bocca, Torino 1908, p. 110;
- Rodolfo Savelli, Alfonso Asturaro, «Rivista Ligure di Scienze, Lettere ed Arti», 1912;
- Benedetto Croce, La letteratura della nuova Italia, vol. II, Laterza, Bari 1915, p. 276;
- Sante Ferrari, In memoria di Alfonso Asturaro, Annali dell'Università di Genova, 1918-1919, Bruzzone, Sestri Ponente 1919, pp. 35-46;
- Roberto Michels, Storia critica del movimento socialista in Italia, La Voce, Firenze 1926, p. 193;
- Vito G. Galati, Gli scrittori delle Calabrie. Dizionario bio-bibliografico, I, Vallecchi, Firenze 1928, pp. 253-258;
- Antonio Labriola, Lettere a Engels, Rinascita, Roma 1949, p. 197;
- Luigi Bulferetti, Le ideologie socialistiche in Italia nell'età del positivismo evoluzionistico, F. Le Monnier, Firenze 1951, pp. 15, 134;
- Giovanni Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, vol. II, I positivisti, Firenze 1957, pp. 333-335;
- Luciana Trentin, Asturaro, Alfonso, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 4, 1962;
- Enrico Paresce, Alfonso Asturaro, «Almanacco Calabrese», 1966-67, pp. 131-144;
- Luigi Aliquò Lenzi, Filippo Aliquò Taverriti, Gli Scrittori calabresi, vol. I, Tip. Editrice "Corriere della Calabria", Reggio Calabria 1972, pp. 90-91;
- Guido Oldrini, La cultura filosoï¬ca napoletana dell'ottocento, Laterza, Bari 1973, pp. 514 sgg.;
- Asturaro, Alfonso, in Franco Andreucci e Tommaso Detti, Il movimento operaio italiano, Dizionario Biografico 1853-1943, vol. I, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 100-101;
- Gaetano Cingari, Storia della Calabria dall'Unità a oggi, Laterza, Roma-Bari 1982, ad indicem;
- Gustavo Valente, Dizionario Bibliografico biografico geografico storico della Calabria, Frama's, Chiaravalle Centrale 1988, pp. 331-332;
- Mirella Pasini, La filosofia, in Giovanni Assereto, Tra i palazzi di via Balbi. Storia della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Genova, «Atti della Società ligure di Storia Patria», n. s., vol. XLIII (CXVII), fasc. II, 2003, pp. 182-186;
- Massimo Pescio, Alfonso Asturaro una grande mente e un grande cuore, in Vito Malcagni (a cura di), Le origini del socialismo in Liguria, atti del convegno Camogli, 26-28 marzo 1992, Edizioni dell'Orso, Alessandria 1995, p. 67 sgg;
- Giorgio “Getto” Viarengo, Ottobre 1922. Il Tigullio nei giorni della marcia su Roma, Edizioni Internòs, Chiavari 2022, pp. 15-24.
Nota archivistica
- Archivio Storico Comune di Chiavari, anno 1894 Cat. IX, Classe 3, Fascicolo n. 43; Cartella 700, Licenziamento del Prof. Alfonso Asturaro.
- Ringraziamenti
- Si ringrazia Giorgio “Getto” Viarengo per la preziosa collaborazione.