Rosario Belcaro [Maropati (Reggio Calabria), 9 aprile 1941 - Napoli, 12 gennaio 1970]
Nacque da Giorgio e da Rachele Pancallo e trascorse i primi anni di vita a Pescà no, contrada poco distante da Maropati, vicino alla casetta dove viveva lo scrittore Fortunato Seminara. Fu proprio questi a impartirgli le prime nozioni di scuola primaria che gli consentirono di sostenere l'esame per passare direttamente in seconda elementare, nelle scuole pubbliche comunali.
Nel 1952-53 il padre emigrò in Inghilterra e la famiglia abbandonò la campagna per trasferirsi in paese.
Conseguita la licenza elementare, cercò di imparare il mestiere di falegname presso una bottega artigianale, ma desistette poco tempo dopo. Si iscrisse, infine, alla Scuola di Avviamento Professionale a Polistena.
Conseguito il diploma, nel 1957 si trasferì a Reggio Calabria, dove abitò in una stanza in affitto, per poter frequentare l'Istituto Tecnico Industriale. Non riuscì, però, a completare il ciclo di studi perché, verso la fine del 1961 si ammalò di tubercolosi.
Per circa un anno venne curato in casa, poi nel 1963 fu ricoverato nel sanatorio di Mercato San Severino (Salerno). Qui conobbe un'altra degente, Anna Argenzio, alla quale dedicò molte delle sue struggenti poesie.
Verso la fine del 1963, dichiarato ufficialmente guarito, fece ritorno a Maropati e a settembre del 1964 tentò di concludere il ciclo di studi delle scuole superiori.
Nei primi mesi del 1965, però, ebbe una ricaduta e venne nuovamente ricoverato, questa volta nel sanatorio «Villa Caputi » di Napoli, dove rimase per circa un anno. In questo periodo fu corrispondente del giornale di Lettere ed Arti «L'Approdo del Sud » e della rivista mensile illustrata «Omnia » fino al 1968.
Nel 1966 venne trasferito all'ospedale «Cardarelli » di Napoli dove rimase ricoverato fino al giugno del 1969; qui prese la decisione di farsi operare, nella speranza di poter guarire.
Il 12 gennaio 1970 fu operato ma 18 giorni dopo l'intervento, il 30 gennaio 1970, alle ore 17, morì per insufficienza cardio-respiratoria.
In pratica Rosario Belcaro trascorse tra sanatorio e ospedale ben sette anni della sua giovane vita, dal 1963 al 1970.
Durante questo periodo fu preso dalla «brama selvaggia », come lo stesso scrisse, di nutrirsi di libri. Cominciò ad acquistare decine di volumi e a coltivare la sua passione per la poesia, partecipando a numerosi concorsi e qualificandosi sempre tra i primi posti.
«Nella poesia di Rosario Belcaro - scrisse Fortunato Seminara in un suo articolo - la sofferenza e il dolore, ch'egli stesso sperimentò, trovarono echi profondi espressi in versi soffusi di sottile malinconia e di presentimento. Cantò l'amore e la sua terra con accenti commossi e con sospiroso struggimento ».
Nel 1962 ricevette una segnalazione di merito al decimo Congresso Poetico. L'anno dopo pubblicò un gruppo di 12 liriche, Olezzo di Calicanto, nel XIX volume di Nuove Voci della Casa editrice La Procellaria di Reggio Calabria.
Sempre nel 1963 vinse, all'undicesimo Congresso Poetico, il II premio con la lirica Resterò nel mio Sud.
Nel 1964 pubblicò il volume di 48 odi E sono pietre i giorni scritte dal 1961 al 1964. La raccolta è composta da cinque parti: la prima è dedicata ad Anna, la ragazza ricoverata con lui in Sanatorio e morta prematuramente; nella seconda descrive le varie emozioni della vita; la terza è dedicata al Sud e al suo paese natio; la quarta ad alcune tematiche del periodo in cui visse (razzismo, pacifismo, guerra in Vietnam, ecc.) e la quinta contiene un canto negro, Anch'io ho visto la luna.
Nel 1967 diede alle stampe il volume Una lunga ossessione, una raccolta di 25 liriche composte tra il 1965 e il 1966. Il volumetto venne pubblicato a Napoli durante un ennesimo ricovero in ospedale. Alcune di queste poesie furono pubblicate anche nella rivista «La Fiera Letteraria ».
Sempre nel 1967 venne premiato per la poesia Attese al Premio Nazionale di Poesia e Saggistica F. D'Ovidio.
Nel 1973, tre anni dopo la sua morte, la professoressa Emma La Face curò l'antologia di tutte le opere edite e inedite dello sfortunato giovane poeta maropatese pubblicata con il titolo Poesia di Rosario Belcaro. Le raccolte inedite, inserite quasi totalmente nel volume postumo, sono numerose: Frammenti di vita e d'amore (1955-1958); Poemetti; Poesie I: Fiori di loto; Poesie II: Squarci d'amore; Amori e non amori. Amore per Amore è l'ultima raccolta di versi inediti.
Nel 2019, in occasione del cinquantesimo della sua morte, per volontà del fratello Pasquale è stata pubblicata dall'Associazione Culturale L'Alba, la riedizione dell'antologia poetica.
Il suo corpo riposa nel Recinto della Memoria del Cimitero di Maropati, accanto a due grandi della letteratura: Fortunato Seminara e Antonio Piromalli. (Giovanni Mobilia) © ICSAIC 2022 - 1
Opere
- Olezzo di Calicanto, La Procellaria, Reggio Calabria 1963;
- E sono pietre i giorni, Alziamo Le Vele, Catania 1964;
- Una lunga ossessione, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1967;
- Poesia di Rosario Belcaro, (postuma) a cura di Emma La Face, Fiorentino Editore, Napoli 1973;
- Rosario Belcaro: antologia poetica (postuma), L'Alba, Maropati 2019.
Nota bibliografica
- Giuseppe Franzè, Un poeta del mio paese, in «Rassegna Calabrese », dicembre 1964;
- Salvatore Terranova, La poesia di Rosario Belcaro, in «Il Progresso », 1 settembre 1965.
- Ermelinda Oliva, Giovani poeti di Calabria, in «L'Avvenire di Calabria », 9 febbraio 1968;
- Antonio Piromalli, Le Lettere Vanitose, in «Il Gazzettino del Ionio », 12 settembre 1970;
- Alfredo Pedullà , Poesia, in «La Voce di Calabria », 2 dicembre 1973;
- Angelo Romeo, Troppi poeti nella regione ma manca (purtroppo) la poesia, in «Il Tempo », 13 gennaio 1974;
- Angelo Romeo, Un Canto fresco come frullo d'ala, in «Il Giornale del Mezzogiorno », 17 gennaio 1974;
- Mario Sergio, Maropati: Ricordo di Belcaro, in «Gazzetta del Sud », 12 marzo 1974;
- Mario Sergio, Maropati: le poesie di Rosario Belcaro, in «Gazzetta del Sud », 23 marzo 1974;
- Antonio Piromalli, Poesia di Rosario Belcaro, in «Il Giornale di Calabria », 27 aprile 1975;
- Giovanni Mobilia, Amore e morte nella poesia di Rosario Belcaro, in «L'Alba della Piana », dicembre 2010.
Nota archivistica
- Archivio Comune di Maropati, Stato Civile, Registro degli atti di nascita, anno 1941, n. 33, p. I.