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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  ISBN: 978-88-941045-8-5

  A cura di Pantaleone Sergi

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Blasi, Giuseppe

Giuseppe Blasi [Bellantone (Reggio Calabria), 6 aprile 1881 - 20 gennaio 1954]

Figlio di Serafino e di Maria Concetta Filaci, lasciò la natia Bellantone, popolosa frazione di Laureana di Borrello, e compì brillantemente i suoi studi in vista del Sacerdozio tra Messina, Mileto e Napoli dove consegue la maturità classica. Fu ordinato il 19 marzo 1904, giorno del suo onomastico, dal vescovo di Mileto, mons. Giuseppe Morabito, da cui il giovane chierico mutuò l'amore per gli ultimi e i poveri. Per oltre un decennio, fu professore di lettere nel fiorente Seminario di Mileto
Chiamato alle armi nel 1916, fu congedato per problemi alla vista. Tornò, nel suo Paese natale nel 1917, e lì  fu l'instancabile e l'indimenticabile parroco dal 21 agosto 1819 fino al giorno della sua morte.
Dedicò tutto se stesso alla formazione liturgica e religiosa del suo popolo; alla crescita culturale e umana dei giovani e al riscatto sociale e reale della sua terra.
Fu, infatti, l'intelligente fondatore, l'instancabile preside e l'attento amministratore della Scuola Media Parificata «Giovan Battista Marzano», aperta nel 1944 a Laureana per i figli del popolo, ai quali offrì delle solide basi su cui fondare un futuro migliore per se stessi e per la Società di cui dovevano essere i protagonisti. 
Autore di articoli su pubblicazioni locali come il giornale la Piccozza e altri numeri unici, capace e richiesto oratore, salì sui più importanti pulpiti della nostra Regione per annunciare il Regno di Dio e invitare all'impegno di tutti per il riscatto della Calabria. Compose, inoltre, un notevole numero di inni sacri e tradusse in italiano il rito della Messa, allora celebrata in latino, per introdurre i suoi fedeli nel vero spirito della Liturgia cattolica, inserendosi, così, in quel movimento d'idee che portò alle riforme volute in questo campo dal Concilio Vaticano II (1962-1965). 
Ma, soprattutto, don Blasi fu un valente e celebrato poeta, in vernacolo, in lingua e in latino. 
Scrisse canti, opere teatrali, traduzioni di testi letterari, Ma la sua opera più imponente e meritoria è una riuscitissima traduzione nel dialetto laureanese, in perfetti esametri danteschi, della Divina Commedia, realizzata negli anni trenta e che, però, fu pubblicata interamente diversi decenni dopo la sua morte col patrocinio del Comune di Laureana che ha inteso così onorarne la memoria. Cosa spinse don Blasi alla traduzione lo spoegò lui stesso: «Riuscirà certamente utile una traduzione vernacola del Divin Poema agli umili popolani che conoscono bene solo il proprio dialetto e, pur avendo ingegno e gusto per l'Arte, non assimilerebbero mai altrimenti quel gran tesoro di dottrina morale che è nella Divina Commedia». 
Numerosi furono i meritati riconoscimenti ricevuti quando ancora era in vita: nel 1940, lo Studio Letterario I.S.I. di Milano gli dedicò la Terza Celebrazione poetica; nel 1951, lo scrittore francese Jean Le Savauge, legato al sacerdote laureanese da una fitta corrispondenza, lo inserì nell'antologia Poétes italiens d'oujourd'hui; lusinghieri giudizi espressero su di lui Ludovico Perroni Grande e Raffaele Corso.
Molti dei suoi manoscritti restano inediti. La sua memoria è celebrata da una Scuola elementare e una piazza a lui intitolate a Bellantone, un'azienda florovivaistica nel Carcere di Laureana e da diverse iniziative culturali, religiose e sociali. 
Morì all'età di 73 anni nella notte di Natale.  (Letterio Festa)   © ICSAIC 2020

Opere edite

  • Per la libertà  della Parrocchia e pel risorgimento della Confraternita del Santissimo in Bellantoni, Stabilimento tipografico "Il Progresso", Laureana di Borrello 1921.
  • Versione calabra della Batracomiomachia secondo l'italiana del Leopardi, soppressi i luoghi mitologici, Stabilimento tipografico "Il Progresso", Laureana di Borrello 1930.
  • La Santa Messa in versi, Stabilimento tipografico Pascale, Polistena 1947.
  • U porcu mortu; La pinna; Lu scropiu; Feravula; La paci; Sirinata pe li morti in guerra; Passi; La cilonara; Lu griju; Lu divorziu; La votazzioni; La musca, Fati peju; L'omu 'ngratu, poesie pubblicate sul periodico «La Picozza», edita a Laureana negli anni Trenta-Quaranta.
  • Molti Inni sacri pubblicati su fogli volanti.
  • La Divina Commedia di Dante Alighieri tradotta nel dialetto calabrese di Laureana di Borrello, a cura di Umberto Di Stilo, Pellegrini, Cosenza 2001.

Opere inedite

  • Canzoniere Mariano;
  • Melodramma pastorale;
  • Dramma "La Resurrezione";
  • Raccolta di poesie dialettali;
  • "I pirricuni". Raccolta di liriche.

Nota bibliografica

  • Giuseppe Marzano, Commemorazione del Rev. Prof. Don Giuseppe Blasi, La Croce del Sud, Amantea 1954;
  • Gregorio Loverso, Giuseppe Blasi, grande poeta ed educatore della terra bruzia, in Calabria Letteraria, settembre-ottobre 1954;
  • Luigi Aliquò Lenzi, Filippo Aliquò Taverriti, Gli scrittori calabresi. Dizionario bio-bibliografico, Tipografia editrice "Il Corriere di Reggio", Reggio Calabria 1955, vol. I, pp. 92-93;
  • Isabella Loschiavo, Antonio Orso, Ugo Verzì Borgese, Poeti e Scrittori, Calabria Letteraria Editrice, Soveria Mannelli 1986;
  • Umberto Di Stilo, Il Natale nella poesia di Giuseppe Blasi, Bieffe, Polistena 1987;
  • Umberto Di Stilo, Ricordo di don Giuseppe Blasi, traduttore in dialetto laureanese della Divina Commedia, in «La Procellaria», XXXV, 3, 1987, pp. 155-162.

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