Diodato Borrelli [Santa Severina (Crotone), 23 giugno 1837 - Carlopoli (Catanzaro), 9 ottobre 1881]
Medico, scienziato, filosofo, umanista, fece gli studi inferiori a Cutro e li proseguì al Galluppi di Catanzaro, dove, ancor giovane, fu tra i cospiratori contro i Borboni. A Catanzaro conseguì la licenza liceale e quindi si trasferì a Napoli per frequentare la facoltà di medicina di quella l'Università . A 23 anni, interruppe momentaneamente gli studi per tornare a Santa Saverina dove si unì all'esercito garibaldino che stava risalendo la penisola, partecipando così alla lotta per l'Unità d'Italia. Subito dopo riprese gli studi, laureandosi nel 1862.
Assistente e coadiutore nell'ospedale Gesù e Maria di Napoli; qualche anno dopo, ottenne la libera docenza in patologia speciale e clinica medica iniziando l'attività di docente. Nel 1874 (aveva 37 anni), vincendo ex aequo con Augusto Murri, divenne docente universitario di Clinica e patologia medica all'Università di Torino.
Medico e scienziato vicino al grande Salvatore Tommasi, è considerato un maestro nella professione, che esercitò come un apostolato, specie in occasione di tremende epidemie come quella colerica del 1875.
Fu Maestro, nel più alto e nobile senso della parola, e illuminò, con la luce della sua profonda dottrina e del suo pensiero, le menti di innumeri discepoli, fra i quali i più erano calabresi.
Nel 1878 all'Ospedale Incurabili di Napoli, fondò il primo Policlinico medico, dove rimaneva chiuso per lunghi periodi con gli ammalati di colera.
Fu anche un letterato e filosofo, stabilendo un forte legame di solidarietà culturale e spirituale con Francesco Fiorentino che lo commemorò ell'Aula Magna ellìAteneo napoletano. Ingegno multiforme, nel 1877, al Circolo Filologico di Napoli parlò applaudito sul «Suono e telefono », e due anni dopo sulla «Pena di morte », tema che interessava a quei tempi i più grandi giuristi italiani.
Stampò molto: autore di importanti trattati che ebbero numerosi consensi nel campo della scienza medica, scrisse oltre cento monografie sui più vari argomenti di medicina, di scienze e di arte, comprese traduzioni di varie Opere del Brown-Sèquard, del Reale e del Jaccond. Nel 1879, tra l'altro, scrisse Vita e natura: studii sui temi più importanti del moderno naturalismo, all'epoca criticato da La Civiltà Cattolica con un dialogo tra la scienza e il dott. Borrelli. Quest'opera ebbe eco anche all'estero e fu inserita nel catalogo della libreria di Charles Darwin dell'Università di Cambridge compilato nel 1909 da H. W. Rutherford.
Curò la traduzione italiana del Trattato delle malattie del sistema nervoso di William A. Hammond e nel 1869 la prima versione italiana delle Lezioni cliniche sulle paraplegie ed emiplegia spinale di Charles Brown-Sequard con l'aggiunta di un suo saggio sullo stato dei lavori più recenti.
Nel 1880, a parità di punteggio con Antonio Cardarelli, vinse una cattedra di clinica medica a Napoli.
La Physicalisch-Medizinischen Gesellschaft di Wà¼rzburg, l'Accademia di Scienze e Lettere di Catanzaro e altre importantissime Associazioni italiane e straniere lo nominarono socio
corrispondente, il «Morgagni », giornale medico di fama europea, la «Rivista Clinica » di Bologna, il «Medical Times and Gazette » di Londra lo vollero fra i redattori,
Al Congresso della Società Medico Chirurgica Calabrese - svoltosi a Cosenza nel 1932 il prof. Carmelo Bruni rievocò, con devota ammirazione di discepolo, la figura luminosa di Borrelli. Disse, tra l'altro: «Ogni giorno, ogni ora accanto al dolore umano, se la inspiratrice di bontà e di umanità , fu purtroppo rogo alle sue carni, poiché, studiando la malaria a Ponte Molle nell'Agro Pontino, vi contrasse le febbri palustri dalle quali non poté più mai liberarsi. Il lavoro continuo, intenso, di giorno e di notte, voluto e creato da lui negli ultimi anni, forse perché presago della sua fine, e la malaria logorarono l'organismo di Diodato Borrelli, che, debole, convalescente, prima si recò in Svizzera e quindi volle tornare in Calabria a chiedere alle aure balsamiche dei faggi e dei pini delle sue montagne un ristoro alla malferma salute. A Carlopoli, ospite di una famiglia patrizia, che lo venerava, fu assalito da perniciosa malarica che lo spense in poche ore ».
Catanzaro lo ricorda con un busto in marmo bianco e a tutto tondo con basamento, dono di Bruno Chimirri, realizzato dallo scultore napoletano Luigi De Luca su incarico dello stesso comune, inaugurato in sua memoria il 9 novembre 1909 e collocato a Villa Trieste. Per ricordarlo gli sono state inoltre intitolati una via a Scandale e un largo e il liceo classico, divenuto Istituto omnicomprensivo, a Santa Severina e e Roccabernarda. Intitolata a suo nome, ancora, una borsa di studio per orfani dei medici della provincia di Catanzaro. Nell'atrio dell'Ospedale degli Incurabili, a Napoli, c'è un monumento, con un'iscrizione che sintetizza la sua breve vita di benefattore. (sulla base di una biografia di Luigi Aliquò Lenzi) © ICSAIC 2021 - 09
Scritti
- Sulla struttura dei tessuti semplici del corpo umano: con alcune osservazioni sul loro sviluppo, accrescimento, nutrizione e decadenza, e sovra certi cangiamenti che succedono ne' morbi / per Lionello S. Beale; prima versione italiana arricchita dall'autore, con appendice e note per Diodato Borrelli, G. Marghieri, Napoli 1865;
- Relazione sui casi di cholera curati nell'ospedale di S. Giovanni a Teduccio, Napoli 1866;
- Delle recenti dottrine nervose fisio-patologiche (aggiunte alle Lezioni del Brown ecc.),
Napoli 1869; - Passato e presente della medicina: prelezione al corso privato di patologia medica e semiotica, stab. tipografico diretto da P. Androsio, Napoli 1870;
- Resoconto clinico dello Spedale di San Eligio, s.n., Napoli 1871;
- Delle febbri a tipo intermittente, Fava e Garagnani, Bologna 1872;
- Il timpanismo, Tipi Fava e Garagnani, «la Rivista Clinica », Bologna, 1873
- La febbre: dottrina, nosografia, terapia, Giuseppe Marghieri, Napoli 1873;
- I Nervi e la vita. Prolusione al corso di patologia interna letta nella Reale Università di Napoli il di 29 gennaio 1873, Stamperia della Reale Università , Napoli 1873;
- Corso di semeiotica fisica ad uso de' giovani e de' medici pratici, Giuseppe Marghieri, Napoli 1876.
- Febbre (2 ª edizione ampliata ed arricchita di tavole), s.n., Napoli 1876;
- Clinical study on Naples fever, «The Medical Times and Gazette », vol. 2, Londra, luglio 1876, pp. 31-33;
- La pena di morte: lettera, «Il Piccolo », nn. 181 e 182, tip. dei Comuni, Napoli 1877;
- Vita e natura: studii sui temi più importanti del moderno naturalismo, Detken, Napoli 1879;
- Suono e telefoni: conferenza data nel Circolo Filologico il di 11 maggio 1879, presso Nicola Jovene, Napoli 1879;
- Contribuzione alla diagnosi e alla cura dell'empiema, Stabilimento tipografico dell'unione, Napoli 1880;
- Ueber unvollkommene Entwicklung der Geschlechtsorgane, «Verhandlungen der physikalisch-medicinischen Gesellschaft zu Wà¼rzburg », XV, 1881, p. 84.
Nota bibliografica - Vita e natura: studii sui temi più importanti del moderno, «La Civiltà cattolica », 1880, pp. 302-319;
- Tommaso Jacometta, Su la tomba del prof. Diodato Borrelli, Pirozzi, Cotrone 1882;
- Francesco Fiorentino, Commemorazione di Diodato Borrelli letta nell'Aula Magna della R. Università di Napoli il 28 gennaio 1883, «Giornale Napoletano di filosofia ecc », aa.VI, V.VII, Fasc.2, 1883;
- Carmine Bruni; Diodato Borrelli rievocato al 3. congresso medico calabrese, «La Riforma Medica: giornale settimanale di medicina, chirurgia e scienze affini », 23 1936;
- Roberto Bisceglia, Un grande medico calabrese: Diodato Borrelli, Tip. Imperia, Roma 1937;
- Francesco Priolo, Medici calabresi illustri, S.E.T.E.L., Catanzaro 1952, pp. 167-169;
- Adalberto Pazzini, La Calabria nella storia della medicina, «Almanacco calabrese », 1952;
- Luigi Aliquò Lenzi, Filippo Aliquò Taverriti, Gli scrittori calabresi, vol. I, Tip. Editrice "Corriere di Reggo", Reggio Calabria 1972;
- Antonio Crocco, Darwinismo ed evoluzionismo nel pensiero di Diodato Borrelli, «Ipotesi 80 », 7, 1983;
- Pierluigi Baima Bollone, Medicina legale, 5 ª ed., Giappichelli Editore, Bologna 2013, p. 51.
- Nota bibliografica