Giacomo Bottino [Paola (Cosenza), 12 febbraio 1897 - Niteròi (Brasile),14 settembre 1970
Figlio di Augusto e di Raffaella Cupello. Fratello di Giuseppe, detto Peppino, comunista, arrestato a Paola il 10 luglio del 1938, processato e assegnato al confino per cinque anni e di Antonio diffidato politico.
Giovanissimo, Giacomo emigra a San Paolo del Brasile e rientra in Italia nel 1919. Nel 1921 si trova a Formia, dove si divide tra il lavoro e l'attività politica e l'anno dopo si trasferisce a Roma per stare con l'anarchica Ida Scarselli, conosciuta in casa di Errico Malatesta. Si dedica a un'intensa attività di propaganda. La polizia lo ritiene un cospiratore e scatta per lui il confino, ma scappa per evitarlo.
Arrestato dalla polizia di Messina il 13 febbraio 1927 in esecuzione dell'ordinanza della C.P. per appartenenza a organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva, Giacomo fu assegnato al confino per cinque anni dalla Commissine Provinciale (C. P.) di Roma. Sedi di confino Lipari e Ponza.
Il 20 marzo 1927 fu posto in traduzione per Roma dal confino di Lipari perché colpito da mandato di cattura del giudice istruttore presso il tribunale speciale per gli stessi delitti che avevano provocato l'assegnazione confino. Condannato, assieme alla sua compagna, con sentenza del 6 ottobre 1927 a tre anni di reclusione, tre di sorveglianza e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici (la compagna a due anni e sei mesi di carcere, tre di sorveglianza più l'interdizione). Il 19 marzo 1930, scontata la pena, venne rinviato al confino, a Ponza, dove sposò Ida, sorella dei temutissimi anarchici Ferruccio, Egisto, Tito, Ines Leda tutti componenti della cosiddetta "Banda dello zoppo". Da quell'unione nacquero tre figli: Germinal, Spartaco e Scintilla.
Venne liberato il 14 febbraio 1932 per fine periodo, dopo avere trascorso in carcere e al confino: cinque anni e 2 giorni.
Nel 1933 Giacomo e Ida vengono condotti al soggiorno obbligato a Paola, in libertà vigilata, nella casa paterna di Vico Lungo Terravecchia n. 25, senza potersi allontanare dal Comune. Giacomo svolgeva il mestiere di stuccatore e muratore, il lavoro gli fu garantito fino a quando vennero ultimate le palazzine destinate alle famiglie di ferrovieri nel Rione Giacontesi. In piena crisi lavorativa e impossibilitato a svolgere altri lavori, a seguito di un'accesa discussione con il Podestà del paese, per motivi politici e di lavoro, pochi mesi prima che nascesse il figlio Germinal, fu da questi denunciato e messo agli arresti per giorni 30.
Giacomo si trasferì con la famiglia a Cosenza.Nel 1939, due giorni prima della visita di Benito Mussolini a Cosenza, venne arrestato, in modo preventivo, con la moglie e tanti altri antifascisti della provincia, tutti rilasciati due o tre giorni dopo. Nessuno degli accaniti persecutori si preoccupò che i tre figlioletti di Giacomo e Ida sarebbero rimasti a casa da soli. «Fortunatamente, in quel periodo, la zia Emilia Siciliano in Bottino, con tutti i figli, si erano trasferiti a Cosenza e si presero cura dei tre figli di Giacomo e lda » a testimonianza che le famiglie Scarselli e Bottino erano estremamente unite, si volevano bene ed erano solleciti ed affettuosi gli uni con gli altri.
Da Cosenza provò a scappare all'estero. Il 18 febbraio 1938 la polizia di confine lo fermò a Ventimiglia, assieme a Edoardo Vencia, un antifascista di Pedace.
Persino la polizia fascista, che per anni vigilò sull'intera famiglia, intercettando e sequestrando la corrispondenza privata, registrò, nelle relazioni riservate periodiche, questi sentimenti di grande umanità . Il 1 ° settembre 1946, in occasione della presenza in Calabria del conferenziere anarchico Armando Borghi, al Super Cinema Italia di Cosenza la giovanissima Scintilla Bottino presentò il famoso anarchico nativo di Castelbolognese, il quale relazionò sul tema "Chi siamo e cosa vogliamo?" sfoggiando un vestitino rosso e nero confezionato dalla madre con i colori dell'anarchia. Il primo maggio del 1946 a Cosenza, il giovane Germinal, primo figlio di Ida e Giacomo, raccontò di essere stato incaricato, dagli anarchici di Cosenza, rappresentati nel C.L.N. dallo zio materno Egisto Scarselli, di partecipare con la bandiera rosso-nera, alla manifestazione che si tenne a Cosenza per festeggiare dopo vent'anni di dittatura la festa dei lavoratori. Nei giorni 10 e l1 settembre1944 si tenne a Napoli una riunione organizzativa dei Gruppi libertari dell'Italia liberata (Alleanza Gruppi Libertari) nel corso della quale si ricostituì l'organizzazione generale e si esaminò nei dettagli la situazione politica e sindacale e le azioni di stampa e propaganda da intraprendere. Alla fine dei lavori venne redatto in resoconto in cui si legge: «Delibera inoltre di costituire Gruppi di Difesa Sindacalista in seno alla Federazione della Gente del Mare, del Sindacato Portuali, del Sindacato Ferrovieri ed in genere in tutte le organizzazioni sindacali che restano autonome sia rispetto alla C.G.I.L. che rispetto ai partiti, con lo scopo di vigilare per la conservazione di tale loro indipendenza; e si incaricano i compagni Giacomo Bottino, Michele Damiani, Cicatiello Preziosi di funzionare di collegamento fra i Gruppi in questo campo particolare e di avviare allo studio la ricostituzione dell'Unione Sindacale Italiana, come libera Federazione di Sindacati non sottoposti ad alcun controllo politico ».
Il 6 maggio 1945 a Roma partecipò, insieme a Nino Malara e Stefano Vatteroni, alla riunione della Federazione Comunista Libertaria Laziale. Nei giorni 15,16,17, 18 e 19 Settembre del 1945 Giacomo partecipò al Congresso Nazionale di Carrara, nel corso del quale si istituisce la F.A.I., con la delegazione Calabrese, insieme a Nino Malara e Luigi Sofrà in rappresentanza dei seguenti gruppi: Gruppo Anarchico "Bruno Misefari" di Reggio Calabria, Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Cosenza, Gruppo Anarchico "Pensiero e Volontà " di Catanzaro, Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Paola, Gruppo Anarchico "Errico Malatesta" di Palmi, Gruppo Anarchico "Gino Luceti" di Spezzano Grande, Gruppo Libertario di Cinquefrondi.
Prima di iniziare i lavori del Congresso, Romualdo Del Papa, di Carrara, diede la parola a Sandro Pertini, segretario del Partito Socialista di Unità Proletaria, che portò l'adesione e il saluto del suo partito al Congresso, affermando che «fra il movimento socialista e il movimento libertario vi è l'affinità dell'uguale amore per la libertà ».
Il 5 gennaio 1947 la famiglia Bottino partì per Roma, giorno 19 gennaio ripartì per Napoli da dove si imbarcò per il Brasile dove arriverà il 17 febbraio, stabilendosi a Niteroi, località vicino a Rio de Janeiro. Finalmente si realizza il sogno coltivato da Giacomo nei momenti più tristi della dittatura fascista: ricongiungersi al fratello imprenditore edile per cercare di garantire alla sua famiglia una vita più serena. Ma il sogno di condurre una vita "normale", di riprendersi piano piano dalle tante sofferenze patite, non si realizzerà completamente.
Nel 1964 i militari cacciarono con un golpe il presidente Joà£o Goulart e instaurano la dittatura. Negli anni della dittatura militare la famiglia Bottino finì nel mirino della polizia e subì contemporaneamente le angherie di un vicino di casa legato al regime, un delinquente che minacciò con una rivoltella Germinal, e denunciò ai militari i contatti di Giacomo con degli anarchici brasiliani.
Giacomo, due settimane dopo aver tenuto una riunione con i compagni brasiliani, a casa sua, venne portato in un ufficio segreto del governo militare ma grazie alla lunga esperienza italiana ne usci senza conseguenze.
Il 14 settembre 1970, nel corso dell'ennesima lite il rissoso confinante apri il fuoco contro Giacomo uccidendolo. Dopo aver contribuito alla ricostruzione del movimento anarchico e sindacale in Italia, in quel caldo paese, dove i tre figli Scintilla, Germinal e Spartaco diventeranno rispettivamente maestra, architetto e medico anestesista, nonostante il clima politico sfavorevole, l'infaticabile "Giacomino" cessò di vivere senza poter contribuire alla caduta della dittatura brasiliana. (Angelo Pagliaro) © ICSAIC 2022 - 10
Nota archivistica
- ACS, Min. interno, Dir. Gen. P.S., Div. A4.GG.RR. - CP, b. 144, cc. 55, 1927-1932: CPC, b. 797, f. 77758, cc. 92, 1922-1942: S134, b. 5 CS, f. 24, 1932-1933 e 1939).
Nota bibliografica
- Angelo Pagliaro, Giacomo Bottino e Ida Scarselli: storia calabro-toscana d'amore e d'anarchia, in «Rivista Storica dell'Anarchismo », a. 11, n .1, 2004;
- Angelo Pagliaro, Paolani schedati. Controllo poliziesco e schedatura durante il fascismo, Grafiche G. Gnisci, San Lucido (Cosenza) 2012, pp. 30-33;
- Saverio Paletta, Giacomo e Ida: storia d'amore e d'anarchia a Cosenza, in «I Calabresi », 30 maggio 2022, https://icalabresi.it/cultura/anarchia-amore-calabria-brasile-storia-giacomo-bottino/.