Vincenzo Capialbi [Favelloni di Cessanti (Vibo Valentia), il 28 maggio 1871 - Sdraussina di Sagrado (Gorizia), 18 luglio 1915)
Nacque dal conte Antonio e da Isabella Marzano nella frazione Favelloni di Cessaniti all'epoca in provincia di Catanzaro. Terminati gli studi classici nel 1890, nel Real Collegio Filangieri di Monteleone (attuale Vibo Valentia), si iscrisse in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Trascorsi solo due anni di studi, si trasferì a Viterbo nella rinomata Scuola militare dove nel 1895, a soli 24 anni, è già Sottotenente del 68 ° Reggimento di Fanteria di stanza a Ravenna.
II 18 maggio del 1898, con il grado di tenente, fu destinato a Catanzaro nel 94 ° Fanteria. Subito dopo il tragico terremoto del 1905, fu inviato a Olivadi per soccorrere quella popolazione duramente colpita dalle distruttive scosse sismiche che causarono parecchie vittime. Il Ministro della Guerra, per premiare l'impegno con il quale l'ufficiale monteleonese si prodigò in quella triste circostanza, gli fece un solenne encomio: «Dette prova di abnegazione, attività , zelo e vera carità fraterna, nell'attendere in Olivadi nei lavori di estrazioni dei cadaveri, alla loro sepoltura e alla demolizione di ben 63 case pericolanti ». Sempre in Olivadi, per essersi distinto nel domare un pericoloso incendio, si meritò la Medaglia di bronzo al valor civile.
Nel 1908, su sua richiesta, fu destinato in Somalia dove rimase sino all'anno successivo. Promosso capitano ritornò in Italia e fu assegnato al 19 ° Fanteria con sede in Monteleone Partecipò alla guerra italo-turca nella quale si distinse per valore meritandosi un solenne encomio.
Scoppiata la Grande Guerra, il 28 novembre del 1914, a 43 anni, gli venne conferita la Croce d'Oro per anzianità di servizio. II 18 maggio dell'anno dopo, con il suo Reggimento fu inviato sul fronte orientale in uno dei punti più cruciali dell'intero fronte italiano.
Durante un aspro attacco alle linee austro-ungariche, in un boschetto situato ai piedi di Bosco Cappuccio, l'eroico capitano fu colpito da un proiettile al palmo della mano destra. Noncurante della ferita, esortò i suoi soldati ad andare e continuare la battaglia. Una seconda pallottola lo colpiva alla gamba, ma il valoroso capitano appoggiandosi ad un fucile continuava l'assalto alla trincea nemica sino a quando un proiettile di mitragliatrice lo colpiva in piena fronte, uccidendolo all'istante.
Per tale atto eroico, avvenuto a Straussina sulle pendici del Monte Stella, di fronte alla fortezza di Gradisca, gli venne conferita la Medaglia d'argento al valor militare, cosi motivata: «Con singolare bravura conduceva la sua Compagnia all'assalto di un formidabile trinceramento nemico, sotto un violentissimo fuoco di fucileria e mitragliatrici di fronte e di fianco. Ferito ad una mano ed ad una gamba, continuò a tenere il comando della Compagnia, finché un colpo alla testa lo uccise. Vincenzo Capialbi, fu nobilissimo esempio di invitto valore per i suoi soldati (Sdraussina 18 luglio 1915) ».
Quando perse la vita aveva 44 anni.
L'Amministrazione Comunale di Monteleone, con un messaggio del sindaco De Francesco, interpretando i sentimenti unanimi dei cittadini, ritenne doveroso prendere parte ufficialmente ai funerali voluti dalla famiglia, e d'invitare a intervenire la cittadinanza, le autorità civili e militari e le rappresentanze degli Istituti ed Associazioni locali, per renderli più solenni e degni della città e dell'eroico caduto, onorando in lui anche quei cittadini che hanno della loro giovane vita fatto glorioso olocausto alla pii grande Italia.
Accogliendo l'invito rivoltoi da S. E. il Vescovo monsignor Morabito, l'Amministrazione comunale commemorò il prode ufficiale. I solenni funerali si tennero nel Duomo della città . (Dalle biografie redatte da Carmela Galasso e Felice Muscaglione) © ICSAIC 2022 - 3 - BREVE
Nota bibliografica
- Carmela Galasso, Biografie di personaggi noti e meno noti della Calabria, Pellegrini, Cosenza 2009, p. 103.
- Felice Muscaglione, Eroi vibonesi in trincea 1915-1918, Edizioni Mapograf, Vibo Valentia 2004, p. 41.