Aldo Casalinuovo (Catanzaro, 9 marzo 1914 – 16 aprile 2000)
Avvocato e politico, nacque da Giuseppe, avvocato e poeta, e da Giuseppina Perricone. La famiglia era originaria di San Vito sullo Jonio (Catanzaro). Ebbe un fratello, Mario, e una sorella. Come il padre e il fratello, è stato un valente avvocato penalista, nonché un politico che divenne esponente di spicco del Partito Monarchico Popolare fondato da Achille Lauro.
Dopo gli studi classici nella sua città natale, nel 1934 si iscrisse alla facoltà giurisprudenza dell’Università di Roma dove si laureò brillantemente. Fine giurista e studioso fecondo, nel 1938 divenne anche Libero docente di diritto penale nello stesso Ateneo.
Dopo la morte del padre che l’aveva fondata nel 1919 fu direttore della rivista di dottrina e giurisprudenza “Calabria Giudiziaria” e successivamente della “Rassegna forense”, periodico del Consiglio nazionale Forense.
Come politico, collocato sempre a destra, ebbe un percorso accidentato ma interessante. Fu deputato nella I e nella III legislatura. Alle elezioni per la Camera del 1948 si candidò da indipendente con il Blocco Nazionale e risultò tra i due eletti calabresi (l’altro era l’on. Antonio Capua) di tale formazione politica nel primo Parlamento della Repubblica, dove fece parte prina del gruppo del Partito Liberale Italiano e quindi del gruppo Misto.
Partecipò attivamente ai lavori parlamentari e intervenne nei dibattiti più importanti. Nelle due legislature ha presentato 26 progetti di legge, 10 come primo firmatario, e ha fatto 58 interventi in aula. Pronunciò, anche, discorsi in tema di istituzione della Corte Costituzionale e poi delle leggi di attuazione della Costituzione, parlò di riforma agraria, di riordinamento dei giudizi in Corte d’Assise e di riforma dei tribunali militari; fece parte delle Commissioni Trasporti, Agricoltura, Affari Interni. Nel 1953 si ripresentò all'elettorato calabrese come candidato del Partito Liberale Italiano ma fu battuto di misura, pur essendo uno degli uomini più rappresentativi del partito.
Ritornò alla Camera cinque anni dopo, eletto con i resti, dopo una campagna elettorale fatta come principale esponente in Calabria della lista del Partito Monarchico Italiano di Achille Lauro. Di tale partito divenne in seguito vice commissario nazionale e, quindi, commissario. Anche nel corso della III legislatura si dimostrò parlamentare attivo: intervenne infatti sulle dichiarazioni programmatiche dei diversi Governi che nel corso della legislatura stessa si succedettero, sulle leggi di interpretazione e di applicazione delle norme costituzionali, nelle discussioni di bilanci e in quelle di vari disegni e proposte di legge. Nel febbraio del 1959, durante la discussione sulle comunicazioni del Governo Segni, parlò sui limiti dei poteri del Capo dello Stato e al termine di tale intervento il Presidente Leone dichiarò di averglielo consentito, pur non essendo quella la sede, solo per il modo scientificamente elevato con cui aveva trattato l'argomento.
Portò il suo contributo in diverse commissioni parlamentari. Durante la III legislatura, in particolare, inizialmente fece parte della Commissione Pubblica Istruzione e Belle Arti, passando poi alla Commissione Affari Costituzionali e infine alla Commissione Affari Interni. Fu impegnato anche in alcune Commissioni d'inchiesta e di indagine e nella Commissione Speciale incaricata dell'esame del disegno di legge “Interventi in favore dell'economia nazionale” del 10 luglio 1959. Presentò inoltre numerose interrogazioni e, tra le tante, una proposta di legge, fu poi assorbita da analogo disegno di legge governativo, per la modifica dell'articolo 368 del T.U. delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato.
Sempre nella circoscrizione calabrese, nel 1963 si presentò come capolista del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica, di cui era membro fin dal 1959, ma non fu eletto.
Nel 1966 il presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat lo nominò componente del Consiglio dell’Ordine al Merito della Repubblica.
Dal 1971 al 1985 è stato presidente del Consiglio Nazionale Forense. Nei congressi forensi sostenne la necessità della riforma del codice di procedura penale. Fortemente contrario alla pena di morte già con alcuni scritti giovanili (Il problema della pena di morte, 1935; Disciplina giuridica della pena di morte, 1939), continuò a battersi e nel Congresso degli Ordini forensi europei di Istanbul (1978) fu promotore della richiesta unanime di abolizione in tutto il mondo. Tra i più noti processi in cui ha partecipato c’è quello contro il mafioso siciliano Calogero Vizzini (don Calò) di cui fu difensore, processo che si svolse a Catanzaro e su cui ha pubblicato un volumetto. Fu autore di diversi libri e numerosi saggi pubblicati su importanti riviste di diritto penale.
È deceduto nella primavera del 2000, nella sua città natale alla veneranda età di 86 anni. Catanzaro lo ricorda con un auditorium che porta il suo nome. (Aldo Lamberti) © ICSAIC 2022 – 11
Opere
- Il problema della pena di morte, Tipo Editrice Bruzia, Catanzaro 1935;
- Disciplina giuridica della pena di morte, Jovene, Napoli 1939;
- La causa d'onore nella struttura del reato, Jovene, Napoli 1939;
- La tutela penale della razza italiana, 1939;
- La capacità a delinquere nella teoria del reato e della pericolosità, Ed. “La Calabria giudiziaria”, Catanzaro 1943;
- Le gesta della malavita politica. In difesa di Don Calogero Vizzini, Biblioteca de "L'eloquenza", Roma 1949;
- La Corte d’Assise, Giuffrè, Milano 1964;
- Lineamenti di una riforma dell'istruzione penale, Arti Grafiche Abramo, Catanzaro 1965;
- Frammenti di vita: arringhe discorsi e celebrazioni di grandi giuristi scomparsi, Gesualdi Editore, Roma 1976;
- Parlamento, istituzioni, democrazia (seminario di studio, Roma, 11-13 dicembre 1979), Giuffrè, Milano 1980.
Nota bibliografica
- Attività parlamentare dell'on. avv. prof. Aldo Casalinuovo, Camera dei Deputati, Roma 1963;
- Jole Lattari Giugni, I parlamentari della Calabria dal 1861 al 1967, Morara, Roma 1967, pp. 237-238;
- Ernesto D’Ippolito, Studi penalistici e discorsi: Aldo Casalinuovo, avvocato e maestro, in «Le corti calabresi», 3, 2007, pp. 657-666.
- Aldo Casalinuovo. Studi penalistici e discorsi, a cura di Mario e Aldo Casalinuovo jr., (2 voll.), Abramo, Caraffa di Catanzaro 2007;
- Casalinuovo Aldo, Enciclopedia Treccani on line, https://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-casalinuovo/.