Angelo Carmine Cosmano [Molochio (Reggio Calabria), 1 marzo 1878 – Reggio Calabria, 24 novembre 1940]
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Nasce a Molochio l’1 marzo 1878, settimo figlio dei contadini Giuseppe e Caterina Nicotera. Nel 1899, all'età di 21, anni è chiamato alle armi. Nel mese di ottobre dello stesso anno dichiara la propria disponibilità a essere trasferito in Eritrea, dove rimarrà per quasi tredici anni. Durante questo lungo periodo raggiunge il grado di maresciallo ordinario e impara a parlare correntemente l'amarico, la lingua dell'Etiopia centro settentrionale. Per questa sua particolare competenza è chiamato spesso dal Comando italiano delle truppe indigene a svolgere funzioni di mediatore linguistico.
Nel gennaio del 1912 parte alla volta della Tripolitania, dove è in corso la guerra italo-turca. Combatte a Gargaresh, presso Tripoli, e a Bìr el Turk. Nel fatto d'arme di Zanzur dell'8 giugno 1912 gli viene conferita una medaglia d'argento, per aver portato in salvo in pieno combattimento un sottufficiale e alcuni soldati gravemente feriti. Terminata la campagna libica, rientra in Italia con il grado di maresciallo capo.
Dopo il 24 maggio 1915 e la dichiarazione di guerra all'Austria, è inviato al fronte, sull'Isonzo.
Nel mese di settembre rimane ferito sul monte Kuk. Le capacità di comando e ardimento dimostrate in quella difficile circostanza gli valgono la proposta per una seconda medaglia d'argento, tramutata nella promozione a maresciallo maggiore per merito di guerra.
Il grande coraggio, la temerarietà con cui interpreta il suo essere soldato e combattente lo portano a meritare la più alta delle decorazioni al valor militare nella tarda primavera del 1916, durante l'imponente offensiva austriaca in Trentino.
Scrivono Galbiati e Seccia: «Durante l'offensiva austriaca nel Trentino, la mattina del 10 giugno 1916, una intera divisione austriaca attacca le posizioni del Monte Lèmerle, tenute dal 44° reggimento; sulla destra della cima il maresciallo Cosmano con mezza sezione di mitragliatrici, appostatosi fra le rocce, prende di mira le truppe austriache, bloccandone l'avanzata. Tuttavia si accorge che queste (…) divengono sempre più numerose e continuano a manovrare, tentando di prendere la posizione italiana sul rovescio, mentre il tiro delle batterie austriache colpisce ripetutamente delle unità del 44°. Premuti sempre più da vicino, mantiene saldo il suo posto, manovrando l'arma e schierando tutti i soldati di cui dispone armati di moschetto e di pistola. Invitato ripetutamente ad arrendersi continua a combattere col suo manipolo e costringe il nemico a ripiegare. Cosmano, che da cinque ore sta mantenendo la posizione, è sfinito e con lui gli uomini che lo affiancano. Lo salva il calar della notte che consiglia gli austriaci a sospendere l'azione. Verso le venti giungono truppe di rinforzo a dare il cambio a Cosmano e ai pochi superstiti e a rinsaldare la posizione».
Il 23 giugno 1916, è insignito sul campo della medaglia d'oro al valore militare con questa motivazione: «Comandante di una mezza sezione di mitragliatrici. seppe, col solo suo fuoco, arrestare ingenti forze nemiche che l'accerchiavano. Per cinque ore, con un manipolo di valorosi, fronteggiò la situazione contro un nemico soverchiante, compiendo prodigi di eroismo e di destrezza, mostrando sprezzo della morte e tenacia insuperabile. Monte Lèmerle, 10 giugno 1916».
Finita la Guerra, nel mese di giugno del 1919, è trasferito al 20° Reggimento Fanteria di Reggio Calabria, dove rimarrà in servizio attivo fino al suo collocamento a riposo.
Per le numerose onorificenze e i pubblici riconoscimenti anche di ordine internazionale di cui è stato insignito, è definito il sottufficiale più decorato d'Italia. La Domenica del Corriere del 30 giugno 1918, ne offre un dettagliato resoconto in un articolo non firmato, in titolato appunto «Il sottufficiale più decorato». Scrive l'autorevole periodico milanese: «II maresciallo più decorato dell'Esercito Italiano è Angelo Cosmano da Molochio (Reggio Calabria). Oltre la medaglia d'oro meritata durante l'offensiva austriaca nel Trentina ha: Medaglia di Argento al valore militare; Stella d'oro con spade Karageorge, sormontata da corona Reale, concessa dal Reggente di Serbia; Medaglia d’argento concessa da S. Maestà Britannica, per condotta distinta in guerra; Croce di Cavaliere della Corona d'Italia, concessagli per determinazione Sovrana; Croce di argento per anzianità di servizio; Medaglie delle Campagne d'Africa; Medaglia della guerra Italo-Turca.
Il Cosmano ha preso parte a 12 combattimenti e fra poco sarà insignito dalla Croce al merito di Guerra. Ebbe dal Comitato delle Dame italiane della Croce Rossa del Plata una grande medaglia d'oro, per il valore spiegato in guerra. L'associazione Premio al Valore di Milano gli concesse lire 1000 a titolo di premio».
Angelo Carmine Cosmano è fratello maggiore di Salvatore, il caporal maggiore che durante l’offensiva del Solstizio del 1918, sul Monte Pertica nelle vicinanze del Grappa, dimostrò particolare coraggio, determinazione, altruismo e generosità verso i propri compagni, meritandosi la medaglia d’argento al valor militare.
Il 4 novembre 1921 ha il privilegio di essere chiamato tra i portatori a spalla del Milite Ignoto fino al Sacello dell’Altare della Patria. È annoverato tra gli eroi del Risorgimento per quanto ha saputo dare alla causa italiana nel corso della Prima Guerra Mondiale, il conflitto che conclude il cammino risorgimentale del nostro Paese. Il Museo Centrale del Risorgimento, presso il Vittoriano, conserva un disegno a matita del volto del Maresciallo visto di profilo. L'opera, datata novembre 1921, è del pittore Ludovico Lambertini.
Collocato a riposo per raggiunti limiti di età nel febbraio del 1938, morirà due anni dopo, il 24 novembre 1940 a Reggio Calabria e sarà seppellito nel Cimitero Storico di Condera (l’amministrazione comunale di Molochio ha predisposto nel cimitero del natio paese aspromontano un monumento funebre destinato ad accogliere le sue spoglie).
Per ricordarlo Reggio Calabria intitola al suo nome un rione della Città e una via cittadina gli dedicano Locri e Cittanova. Sul finire degli anni Quaranta l'amministrazione municipale dà il suo nome a una via e alla scuola elementare, all'interno della quale è collocato un suo busto in gesso con la scritta: Di 'cca non si passa, celebrefrase che il Maresciallo avrebbe pronunciato corso della battaglia e poi inciso su un masso del Lèmerle. A Molochio, infatti, il ricordo di Angelo Cosmano, divenuto pensiero sociale e valore condiviso, si traduce in un solido connotato identitario e in un simbolo che rinvigorisce e accresce il senso d'appartenenza. (Paolo Cosmano) © ICSAIC 2024-78
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Nota bibliografica
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- Manuel Galbiati e Giorgio Seccia, Dizionario biografico Grande Guerra, VoI. l, Nordpress, Chiari (Bs) 2009, ad vocem;
- Paolo Cosmano, Angelo Cosmano eroe, della Grande Guerra, in «Corriere della Piana», 23, luglio 2014;
- Domenico Cambareri, Il maresciallo Cosmano che ha messo in fuga le truppe del Generale Conrad von Hotzendorf, in «Calabria Sconosciuta», 145, gennaio-marzo 2015;
- Paolo Cosmano, I decorati al valore di Molochio nei conflitti del primo Novecento, in «Calabria Sconosciuta», 159-160, luglio-dicembre 2018.
- Istituto per Storia del Risorgimento Italiano, Sezione iconografica. Ritratti, Disegno Maresciallo Maggiore Mitraglieri, Cosmano Angelo; in album di cuoio intitolato “Eroi MCMXV-MCMXIX”.
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Nota archivistica
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- Archivio Comune di Molochio, Carte diverse; Medaglie al valor militare 1915-1919;
- Archivio di Stato di Reggio Calabria, Inventario 24/n, Busta 133, fascicolo 1.