Attilio da Empoli (Reggio Calabria, 2 maggio 1904 – Napoli, 26 settembre 1948)
Nacque da Antonio, appartenente ad antica e influente famiglia fiorentina del Seicento di origini ebraiche presente in Calabria già nel XVII secolo, e da Amelia Ciraolo, reggina, sorella di Giovanni Ciraolo, avvocato e giornalista, in seguito deputato nel 1909 del Regno del gruppo “Unione democratica sociale”, e nel 1919 senatore.
Aveva meno di cinque anni al tempo del catastrofico terremoto del 1908 che distrusse le città dello Stretto, e gli edifici scolastici, se non distrutti, venivano utilizzati per ricovero di sfollati. Frequentò le scuole elementari e medie, così, presso il Reale Collegio Italo-albanese di San Demetrio Corone (Cosenza). Nel 1910 venne a mancare il padre e nel 1917 fece ritorno a Reggio Calabria, iscrivendosi al liceo-ginnasio e conseguendo la maturità classica nel 1922, anno in cui si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Messina. Durante gli anni del liceo aveva manifestato notevole interesse per lo studio delle scienze economiche e poté approfondirli nel percorso universitario scelto, comprendente anche esami di economia e finanza pubblica. Fu allievo di Angelo Fraccacreta, titolare della cattedra di Economia politica, e di Roberto Michels, tra i primi in Italia a studiare gli aspetti sociologici del diritto e dell’economia. Fu quest’ultimo a firmare la prefazione alla prima pubblicazione di da Empoli, Teoria dell’incidenza delle imposte, edito nel giugno del 1926, con tre capitoli che erano già stati pubblicati sulla Rivista Internazionale di Scienze Sociali e Discipline Ausiliarie (“Teoria generale della traslazione delle imposte”) nei numeri 102 e 103 del 1925. Nel lavoro affrontò, con severe osservazioni verso le teorie economiche tradizionali, il problema della “tassazione obliqua” sui fattori di produzione e anticipò fenomeni socio-economici di rilievo.
Da Empoli si era laureato con lode proprio nel 1926 e nel mese di novembre di quell’anno pubblicò il suo secondo testo, Riflessioni sull’equilibrio economico, affrontando il problema della distinzione economica dell’impresa tra quella “assoluta” e quella “relativa”, legata alle dinamiche dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti. Questi lavori provocarono l’ostracismo della baronia universitaria e divennero oggetto di dibattimento tra gli studiosi, considerata la critica della teoria “marshalliana” dell’impresa, ma vennero accolti con interesse e recensiti con favore da eminenti economisti, statistici e sociologi quali Benvenuto Griziotti, Camillo Supino, Achille Loria, Mauro Fagiani, Luigi Amoroso, Riccardo Bachi, Hermann von Schullern-Schrattenhofen e Walther Lotz.
Nel novembre del 1927 ottenne la libera docenza in Scienza delle finanze a Messina e vinse una borsa di studio, del Laura Spelman Rockefeller Memorial Fund, segnalato direttamente da Luigi Einaudi, all’epoca consulente della Fondazione Rockefeller per l’Italia, che lo avrebbe portato in Inghilterra e negli Stati Uniti per un biennio di perfezionamento, ma fu costretto a rinviare la partenza al maggio del 1929, dovendo rimanere in Italia per assolvere gli obblighi di leva, facendo prima ritorno a Reggio Calabria dal febbraio 1928 all’aprile 1929 per dirigere la locale Biblioteca Comunale.
Dopo un primo periodo trascorso alla London School of Economics andò alla Columbia University di New York, poi a Berkeley e a Chicago, collaborando con l’economista di origine polacca Henry Schultz, uno dei fondatori della società internazionale “Econometric Society”, che studiava l’applicazione degli strumenti statistici, facendo attività di ricerca direttamente presso gli stabilimenti industriali.
Al termine dell’esperienza a Chicago, nel 1931, pubblicò la Theory of Economic Equilibrium, volume ben accolto negli ambienti economici e dalla stampa. I concetti espressi nelle prime pubblicazioni vennero sviluppati, con particolare riferimento alla “impresa rappresentativa” e alla “economia di scala”, sostenendo l’inadeguatezza dell’economia neoclassica, punto fermo delle analisi e degli studi di George Marshall.
Al rientro dagli Stati Uniti iniziò la carriera accademica, insegnando Statistica all’ateneo di Messina e, dal 1933 al 1937, Finanza Pubblica ed Economia Politica presso l’Università di Bari, dove nel 1936 risultò vincitore di concorso per la cattedra di Politica Economica. Rientrò a Messina nel 1938, dove rimase fino al 1941, e l’anno dopo si trasferì all’Università di Napoli, rimanendovi sino al 1948, quale professore di Economia.
Dal periodo prebellico al dopoguerra la sua attività di docente si sovrappose con incarichi militari e politici. Nel marzo del 1934, difatti, venne eletto deputato alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni (XXIX Legislatura), dall’ottobre del 1935 al successivo mese di maggio si arruolò quale comandante di compagnia nella Guerra d’Etiopia, ottenendo una medaglia di bronzo per la battaglia di Amba Aradam. Venne rieletto deputato per la XXX Legislatura nel 1939 e nel 1941 partecipò, da ufficiale dell’Esercito, alla Campagna di Grecia, meritando una croce di guerra. Inoltre, venne incaricato, quale professore temporaneo, di tenere il corso di Economia alla Facoltà di Scienze Politiche di Roma durante il periodo bellico.
Il suo rapporto con il mondo della politica era legato al rispetto delle istituzioni, e sin da giovane aveva sposato la causa del nazionalismo e poi del fascismo, nonostante la presenza in famiglia dello zio Giovanni, appartenente, come si legge sul portale del Senato della Repubblica, alla “estrema sinistra”. La sua professionalità venne apprezzata e confermata nell’incarico universitario, sia pur temporaneo, a Roma, e – prima ancora – quale deputato della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
L’esperienza della campagna di Grecia lo aveva, però, fatto allontanare dal fascismo, non condividendo più i capisaldi del regime. Dopo l’8 settembre del 1943 si aggregò a un gruppo militare clandestino per fronteggiare l’occupazione tedesca di Roma e nel 1944 si arruolò come volontario nel ricostituito Esercito Italiano, con il grado di tenente, alle dipendenze della V Armata americana. Sempre nel 1944 venne sospeso dall’insegnamento e sottoposto ad epurazione, ma la Commissione, dopo la fine della guerra, non lo ritenne passibile di sanzioni per il suo passato politico, e poté mantenere l’incarico.
Nonostante gli impegni politici e militari continuò a scrivere più trattati e tra il 1946 e il 1948 diede alle stampe il volume “Lezioni di economia politica” e il primo tomo delle “Lezioni di Scienza Economica”. Il secondo tomo di quest’ultimo lavoro era in fase di correzione delle bozze quando, per una peritonite, morì all’età di soli 44 anni a Napoli, dove le sue spoglie riposano.
Attilio da Empoli è stato un economista italiano di rilevanza internazionale, ha sviluppato e ampliato i fondamenti dell'economia politica e della scienza delle finanze, un ricercatore che ha precorso i tempi riguardo alle problematiche delle imprese e dei mercati, divenute attuali dal dopoguerra. I suoi studi hanno costituito testamento per i figli Antonio e Domenico: il primo, scomparso nel 1996, fu responsabile del Dipartimento Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il secondo, scomparso nel 2016, fu professore di Scienza delle Finanze all’Università La Sapienza di Roma. Il nipote, Giuliano da Empoli, figlio di Antonio, è scrittore e professore di politica comparata all’Istituto di Studi Politici di Parigi (Sciences-po Paris).
Nella città di Reggio Calabria, luogo al quale da Empoli è stato sempre legato, partecipando alla vita delle istituzioni culturali e sociali, è a lui intitolato l’Istituto Tecnico Statale Economico “Piria-Ferraris-da Empoli”. (Letterio Licordari) © ICSAIC 2023 – 10
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Principali pubblicazioni
- Teoria dell'incidenza delle imposte, Vitalone, Reggio Calabria, 1926.
- Riflessioni sull'Equilibrio Economico, Vitalone, Reggio Calabria, 1926.
- Theory of Economic Equilibrium. A study of marginal and ultramarginal phenomena, Christiano - Catenacci, Chicago, 1931.
- Note sulla Tassazione del Risparmio, D'Anna, Messina, 1932.
- Costi Crescenti, Decrescenti e Costanti nello Studio degli Effetti Economici delle Imposte, Cressati, Bari, 1934.
- Di un sistema di tasse per l'istruzione proporzionali al reddito. Discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella tornata del 6 marzo 1935, Roma, Tip. della Camera dei Deputati, 1935.
- Per un sistema tributario più equo ed efficiente. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella tornata del 17 maggio 1935, Roma, Tip. della Camera dei Deputati, 1935.
- L'imposta generale e i suoi effetti economici, in "Economia", 1936.
- Finanza fascista. Discorso pronunciato alla camera dei deputati nella tornata del 16 maggio 1938, Roma, Tip. della Camera dei Deputati, 1938.
- Lineamenti teorici dell'economia corporativa finanziaria, Milano, Giuffré, 1941.
- Studi sulla teoria del commercio internazionale, Bologna, Zanichelli, 1942.
- Lezioni di economia politica, Jovene, Napoli, 1946.
- Lezioni di Scienza Economica - Nozioni Introduttive, Jovene, Napoli, 1948.
Nota bibliografica
- Young Italian Genius Publishes Book Here, in «Chicago Daily News», 9 dicembre 1931.
- Luigi Einaudi: Lettere ad Attilio da Empoli (a cura di Luigi Firpo), Estratto dagli «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», Vol. III, 1969.
- Giorgio Stefani: L'opera scientifica di Attilio da Empoli - Estratto dalla «Rivista di Politica Economica» - Anno LXXI, Serie III, Fascicolo X, ottobre 1981.
- Marcel Alfons Gilbert van Meerhaeghe, Attilio da Empoli's significance for economic theory, Journal of Economic Studies, Sept. 2001, Vol. 28, Iss. 4/5, pp. 324–333.
- Antonio Maria Fusco, Attilio da Empoli: spunti per una biografia, nel volume dell’autore «Visite in soffitta», 2009, pp. 251–311.
- Massimo Di Matteo e Ernesto Longobardi (a cura di), Attilio da Empoli (1904-1948), Un economista partecipe del suo tempo, Franco Angeli, Milano, 2012.