Aurelio D'Amico [Canolo (Reggio Calabria), 23 gennaio 1888 - Siderno (Reggio Calabria), 6 maggio 1939]
Figlio di Epifanio e di Giuseppina Multari. Visse per un periodo in Sicilia tra Caltanissetta e Palermo, dove esercitò l'attività di giornalista, collaborando alla rivista mensile «Il Divenire Artistico », che usciva a Caltanissetta, sulla quale pubblicò nel n.1/VI del 1911 un interessante saggio su I fattori della delinquenza minorile, al «Corriere di Messina e delle Calabrie », dove pubblicò sia articoli a sfondo patriottico, sia articoli impegnati sui problemi giovanili e sulle condizioni delle classi subalterne.
Nel 1909 raccolse nel volume Dalle solitudini del Jonio 13 suoi articoli o meglio brevi racconti di vita vissuta.
Così la «Scena Illustrata » di Firenze recensì il volume Dalle solitudini del Jonio: «Il libro [...] è una interessante raccolta di impressioni, una esposizione di fatti compiuta con criteri oggettivi, davvero encomiabili, oggi, in ispecie al modo che in molte manifestazioni letterarie, all'Io si sacrifica anche il buon senso ».
Nel 1912 conseguì a Nicastro il diploma di abilitazione all'insegnamento elementare, per cui dal 1912 al 1914 ottenne la cattedra di insegnamento nelle scuole elementari di Canolo, Prestarona e Agnana.
Successivamente si trasferì al Nord in provincia di Bergamo, dove rimase durante la guerra. Nel 1915 era corrispondente da Romano Lombardo del giornale «L'Idea Nazionale ».
Nel 1919 fece ritorno a Canolo, dove partecipò alle lotte politiche tra le fila socialiste; fu tra gli artefici della vittoria socialista del 1920. Collaborò al periodico socialista «Il Gazzettino Rosso », che usciva a Siderno.
Nel 1920 sposò la collega Laura De Agostino. L'anno dopo vinse il concorso per segretario comunale e nel 1922 fu segretario del Comune di Canolo, dove nel 1924 si adoperò per far aprire gli sportelli della Banca Popolare Italiana.
Nel 1925, il sindaco di Pavia gli comunicò la sua nomina a maestro nelle scuole elementari di quella città .
Nel 1926 collaborava con «Il Corriere del Mezzogiorno », che usciva a Palermo, e con altri periodici, tra cui: «L'Avvenire » di Messina, «Il Popolo » di Roma, «Roma » e «Il Mattino » di Napoli.
Buon scrittore, si interessò dei problemi reali della gente e per questo motivo nei suoi articoli spesso denunciò la miseria e l'ignoranza che vessavano le popolaszioni.
Si spense a Siderno il 6 maggio 1939. (Leonilde Reda) © ICSAIC 2022 - 2 - BREVE
Nota bibliografica
- Luigi Vento, Siderno 1919-1945 - Cicli amministrativi, vicende personaggi - vol. II, Arti Grafiche, Napoli 1997.
- Domenico Romeo, Profilo Storico di Canolo. Dalle origini al dopoguerra, Age, Ardore Marina 2007.