Carlo De Cardona [Morano Calabro (Cosenza), 4 maggio 1871 - 10 marzo 1958)
Nacque da Rocco e Giovanna Ferrero. Sacerdote e politico, fu una delle figure più rappresentative del Partito Popolare Italiano e del meridionalismo in Calabria tra il XIX e il XX secolo. È ricordato in particolar modo per la fondazione di leghe contadine e operaie e istituzioni economiche. Il padre discendeva da un'antica famiglia di origine spagnola, nella quale, vigeva l'uso di far sposare uno solo dei figli maschi per generazione, evitando così di dividere la proprietà terriera. I suoi antenati si erano già distinti nell'impegno sociale. Il nonno, Nicola, nel 1829 era stato nominato consigliere Distrettuale di Castrovillari da Francesco I di Borbone nel 1835 e nel 1841 decurione di Morano da Ferdinando II. La madre di Carlo De Cardona era una donna di forti sentimenti religiosi che trasmise ai figli una profonda fede.
Carlo De Cardona frequentò le scuole elementari a Morano Calabro e conseguì la licenza ginnasiale a Castrovillari nel ottobre del 1886; passò poi al Liceo "B. Telesio" di Cosenza dove ebbe come docente lo scrittore cosentino Nicola Misasi e conseguì la licenza liceale nell'ottobre del 1889. Terminato il liceo, vinse la borsa di studio "Pezzullo" conferito annualmente dall'Amministrazione provinciale di Cosenza e grazie a essa poté studiare a Roma al Collegio Romano della Pontificia Università Gregoriana dove conseguì la laurea in filosofia l'8 luglio 1891. Sempre a Roma ricevette gli ordini minori dal Cardinale Lucido Maria Parocchi nei giorni del 24 febbraio (tonsura), 5 marzo (ostiariato e lettorato) e primo aprile 1893 (esorcistato e accolitato). Il suddiaconato gli venne conferito a Cosenza il 22 settembre 1894 dall'arcivescovo Camillo Sorgente e l'ordinazione sacerdotale a Cassano all'Ionio il 7 luglio 1895 dal Vescovo, monsignor Evangelista di Milia. Il 7 luglio 1895 al termine della cerimonia dell'ordinazione sacerdotale il vescovo di Cassano comunicò a Don Carlo che monsignor Camillo Sorgente lo desiderava quale suo segretario particolare a Cosenza. Cominciò, così, il lungo cammino pastorale che lo portò a interessarsi di problematiche sociali e di sottosviluppo economico che affliggevano la Calabria, riuscendo a unire la sua fervida dedizione sacerdotale e la sua illuminata sensibilità umana in un impegno sociale, eminentemente educativo e responsabilizzante, in cui vedeva la chiave risolutiva del rinnovamento religioso e della liberazione politica per le popolazioni meridionali e calabresi.
Giunto a Cosenza si impegnò subito a promuovere la diffusione dell'Opera dei Congressi. Dal 13 al 16 ottobre 1896 partecipò insieme all'Arcivescovo e ad altre personalità della diocesi al primo congresso cattolico della Regione Calabria, svoltosi a Reggio Calabria con la partecipazione di tutti i vescovi. A Cosenza mise in funzione sia una congregazione di studenti nella Cattedrale di Cosenza e sia comitati parrocchiali come quello di Dipignano e di Grimaldi. All'inizio del 1899 Don Carlo assunse la direzione de «La Voce Cattolica » ed espose subito e con chiarezza il suo programma al quale rimase fedele per tutta la vita senza incertezza o deviazioni: «Noi vogliamo la difesa dei principi eterni della Fede Cattolica e del Papato che ne è (…) il fulcro è l'incarnazione; la ricostruzione dell'ordine sociale sulla base del cristianesimo ». Nel 1901 fondò la Lega del Lavoro e al fine di concedere un servizio di efficiente credito bancario soprattutto agli agricoltori, fondò nel 1902 la Cassa Rurale Cattolica di Cosenza, la prima di una lunga serie che verranno costituite fra le province di Cosenza e Catanzaro. L'impegno sociale si tradusse ben presto anche un impegno politico amministrativo poiché molti problemi potevano essere risolti solo grazie all'apporto dell'amministrazione locali che non sempre erano favore di una giusta ed equa soluzione. Per questo motivo dal 1904 in poi cattolici presentarono una lista alle elezioni amministrative di Cosenza e Don Carlo fu il primo eletto in assoluto come consigliere al comune con 786 voti su 1417 votanti. Nel 1905 fu eletto consigliere provinciale di Rose e negli anni successivi i cattolici ottennero la maggioranza nelle elezioni di San Pietro in Guarano, San Giovanni in Fiore e Aprigliano. Nel 1908 ottennero la maggioranza nel comune di Cosenza e De Cardona ricoprì l'incarico di Assessore alle finanze nella Giunta dal 29 maggio 1908 al 2 ottobre 1909. Nel 1914 venne chiamato al seguito di Don Sturzo a far parte del Comitato per il Mezzogiorno dell'Unione Popolare dei Cattolici Italiani. Successivamente fondò a Cosenza insieme a don Luigi Nicoletti e Federico Sorbaro, il Partito Popolare Italiano in Calabria nel 1919.
Con l'arrivo del fascismo e il cambio di legislazione nei confronti del cooperativismo, le casse rurali dovettero affrontare un clima piuttosto ostile tanto che iniziò una lunga crisi di sistema che portò alla chiusura della gran parte di esse. Don Carlo De Cardona rimase a Cosenza fino al 1935 quando nell'aprile dello stesso anno chiese all'Arcivescovo di Cosenza, Roberto Nogara, di trasferirsi a Todi presso la casa di un suo fratello medico; il permesso gli fu accordato il 4 giugno e il 7 giugno partì per Todi dove rimase sino al 1940. Ritornato a Cosenza vi rimase fino al 1949, non svolgendo incarichi politici per l'aggravarsi del suo stato di salute. Dopo un altro breve periodo a Todi, morì a Morano il 10 marzo 1958 all'età di 87 anni.
Il 25 novembre 2010, è stato aperto il processo di beatificazione dal Tribunale Diocesano di Cassano all'Jonio costituitosi nella sua città natale, dichiarandolo servo di Dio. Il 2 dicembre 2018 le sue spoglie mortali sono state traslate nella Collegiata di Santa Maria Maddalena in Morano Calabro. (Vincenzo Antonio Tucci) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica e sitografico
- Eugenio Serravalle, Rivedendo Carlo De Cardona, Tip. De Rose, Cosenza 1958;
- Carlo De Cardona: sacerdote, pensatore, sociologo, politico, Tavola rotonda, 3 aprile 1975, Fasano editore, Cosenza 1975;
- Silvana Antonioli Cameroni, Giovanni Cameroni, Movimento cattolico e contadino, indagine su Carlo de Cardona, Jaka Book, Milano 1976;
- Silvana Antonioli Cameroni, Giovanni Cameroni, Cattolici Clandestini, NED, Milano 1984;
- Luigi Intrieri, Don Carlo De Cardona e il movimento delle Casse Rurali in Calabria, Credito Cooperativo, Cosenza 1985;
- Luigi Intrieri, Lo Sviluppo della Calabria nel pensiero e nell'opera di don Carlo De Cardona, Periferia, Cosenza 1989;
- Luigi Intrieri, Un passato sempre vivo: gli articoli di Don Carlo De Cardona, Fasano editore, Cosenza 1991-1992;
- Luigi Intrieri, Don Carlo De Cardona, Società Editrice Internazionale, Torino 1996;
- Luigi Intrieri, Dalla Cronaca del Frugali al Duemila. Aspetti momenti della vita civile e religiosa di Cosenza, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006;
- Pietro Borzomati, Le casse vuote: protagonisti della spiritualità e della pietà meridionale, Rubettino, Soveria Mannelli 2006;
- Luigi Intrieri, Sulle orme di don Carlo De Cardona per lo sviluppo della Calabria, Atti del convegno unitario, Cosenza, 11 ottobre 2008, Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Cosenza 2010;
- Enzo Stancati, La Calabria Sognata. Carlo De Cardona e Pasquale Rossi Due tempi e dieci quadri, Pellegrini, Cosenza 2019;
- Ercolino Cannizzaro, Don Carlo De Cardona, «Quaderni Silani », 18-21, gen.dic.1988;
- Luigi Intrieri, Il pensiero di don Carlo De Cardona per lo sviluppo della Calabria e dei lavoratori calabresi, ieri e oggi,in Pantaleone Sergi (a cura di), La Calabria dall'Unità al secondo dopoguerra. Liber amicorum in ricordo di Pietro Borzomati, Deputazione di Storia Patria per la Calabria, Reggio Calabria 2015;
http://www.sudsummerschool.it/schede/don-carlo-de-cardona_2969/ - Atti della Sezione Studi "Carlo De Cardona", «Quaderni decardoniani », vol. I, 1969.
Nota archivistica
- Archivio Storico diocesano "prof. Luigi Intrieri" di Cosenza