Nicola De Cardona [Morano Calabro (Cosenza), 27 marzo 1869 - 4 giugno 1958]
Nacque da Rocco e da Giovanna Ferrari. Considerato il decano dei socialisti calabresi, discendeva da un'antica famiglia di colti possidenti, passata alla storia come «la più ricca e più borbonica delle famiglie moranesi », distintasi nel sostenere, a tratti brutalmente, sia l'insorgenza sanfedista (1799) che la guerriglia brigantesca antifrancese (1806).
Compiuti gli studi primari e secondari in Calabria, conseguì poi la laurea in legge all'Università di Roma. Tornato nel suo paese, esercitò la professione di avvocato. Nel 1895, all'età di 26 anni, «fondò un circolo socialista per propagandare l'idea nel circondario » - dicono le carte di polizia - e «ben presto ingrossò le file dei correligionari - quasi tutti artigiani - tanto da portare gli iscritti a circa sessanta ». Il circolo moranese fu considerato «il più florido circolo socialista della Calabria », formato per lo più da artigiani, in specie sarti e calzolai.
Per oltre un quarto di secolo tenne viva a Morano la fiaccola socialista, con una tendenza massimalista. Aderì poi, nel 1921, alla fondazione del Partito Comunista, sulla scia di Amadeo Bordiga. Il fratello Carlo, invece, sacerdote a Cosenza e leader del movimento cattolico sociale cosentino, fu esponente del Partito Popolare in Calabria, noto organizzatore sindacale di leghe contadine e fondatore di cooperative «bianche » e di circa 100 sportelli bancari facenti capo alle Casse rurali.
Negli anni 1895 e 1896 Nicola De Cardona fu protagonista di due episodi giudiziari, noti come i «fatti di Morano », che ebbero risonanza in tutta Italia anche per la fama degli avvocati difensori e furono oggetto di una interrogazione parlamentare da parte di Andrea Costa nella tornata del 3 dicembre 1896. Il primo di questi episodi gli procurò un procedimento giudiziario, iniziato presso il Tribunale di Castrovillari nel novembre del 1895, «per istigazione a delinquere con incitamento alla disobbedienza della legge e all'odio fra le classi sociali; (…) nonché per contravvenzione alla legge sui provvedimenti di pubblica sicurezza per aver costituito un'associazione » allo scopo «di sovvertire per vie di fatto gli ordinamenti sociali ». Il processo si concluse con una condanna a due mesi e mezzo di reclusione, malgrado la decadenza delle leggi eccezionali crispine del 1894 e l'autorevole presenza, tra i difensori, diEnrico Ferri, giurista della «Scuola Positiva » di Diritto criminale, che agli inizi del nuovo secolo sarebbe diventato segretario nazionale del Partito Socialista e direttore dell' «Avanti! ». Per il secondo episodio, accaduto nel maggio 1896, fu accusato di omicidio, a danno del brigadiere comandante la stazione dei carabinieri di Morano, con altri 25 compagni socialisti. Dopo quattro mesi di carcere preventivo, fu assolto assieme ad altri diciassette imputati, mentre i restanti furono condannati a lievi pene di poche settimane di reclusione. Gli imputati - 19 di Morano e 6 di Castrovillari - erano in gran parte artigiani. Essi, assieme ad alcuni bovari e contadini, testimoniavano la penetrazione della iniziativa socialista di De Cardona tra le classi subalterne.
Socialista intransigente, nel 1896 fu eletto nel consiglio regionale del partito con Pasquale Rossi e Giovanni Domanico. Nel 1897 intervenne al secondo congresso regionale del partito socialista e venne eletto membro del Consiglio nazionale del partito. Nel 1898, l'anno della sanguinosa repressione antioperaia guidata a Milano da Bava Beccaris, organizzò a Morano l'unica manifestazione socialista di protesta della provincia di Cosenza.
Qualche anno dopo, nel 1906, si tenne a Cosenza un congresso provinciale del partito socialista, sollecitato in precedenza dal circolo moranese, che vi partecipò con De Cardona, accompagnato da uno studente, un artigiano e alcuni operai. Molti anni dopo, Pietro Mancini, narrando di questo primo congresso socialista provinciale, qualificherà la sezione di Morano come "la più antica e la più fattiva" dell'intera provincia.
Nel maggio 1909 fu eletto segretario della appena costituita sezione socialista "zonale" di Castrovillari. Nel 1913, fondò il periodico socialista «Vita Nuova », che fu attivo fino al 1915 e riprese le pubblicazioni, come giornale comunista, nel 1920, proseguendole fino al 1922.
Il giornale si manteneva con le generose sottoscrizioni di molti emigrati moranesi in America Latina, la maggior parte dei quali si erano concentrati a Porto Alegre, nel sud del Brasile, a Cienaga e Barranquilla, in Colombia, e a San José, in Costarica. «Vita Nuova » divenne così, oltre che un foglio di battaglia politica, uno strumento di comunicazione tra la comunità di Morano e i suoi emigrati. Il giornale, nel 1914, dichiarava una tiratura di 1.300 copie, diffuse nelle province di Cosenza e Catanzaro, ma soprattutto tra gli emigrati nelle Americhe.
Nel 1921 aderì al Partito comunista. Fu l'unico rappresentante calabrese nel Comitato centrale comunista e, assieme a Fausto Gullo, organizzò il Partito comunista nel Cosentino.
Nonostante l'avvento del fascismo proseguì la sua attività politica con una costante attività antifascista. Nel 1925 tentò di organizzare una lega di contadini in Morano, in parte aiutato anche dal fratello Carlo. Durante la dittatura «professò principi comunisti », come risulta dalle note prefettizie che lo riguardano, depositate nel Casellario Politico Centrale dell'Archivio Centrale dello Stato. Morì a Morano Calabro quasi novantenne: con lui scompariva - secondo Pietro Mancini - un uomo di «coscienza adamantina e mente eletta ». (Vittorio Cappelli) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica
- Giuseppe Grisolia, Le prime lotte per il socialismo. I fatti di Morano del 1895-96, «Incontri meridionali », VII, 1-2, 1969, pp. 3-14.
- Lilia Lipparini, Cronologia della vita di Andrea Costa, «Movimento Operaio », IV, 2, 1952, p. 206;
- Giuseppe Masi, Movimento socialista ed elezioni a Cosenza (1900-14), «Historica », XXIV, 3, 1971, pp. 131-142;
- Giuseppe Masi, De Cardona, Nicola, in Tommaso Andreucci e Tommaso Detti (a cura di), Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, Vol. 2, Editori Riuniti, Roma 1976, pp. 179-180;
- Franco Alimena, Nicola De Cardona e la questione operaia in Calabria. Storia del riscatto calabrese, Fasano, Cosenza 1977.
- Vittorio Cappelli, Il movimento operaio e contadino in Calabria attraverso il giornale socialista «Vita Nuova » (1913-1915), in Storia e cultura del Mezzogiorno. Studi in memoria di Umberto Caldora, Lerici, Cosenza 1978, pp. 519-52.
- Luigi Intrieri, Don Carlo De Cardona e il movimento delle Casse Rurali in Calabria, Credito Cooperativo, Cosenza 1985.
- Vittorio Cappelli, Dal Pollino alle Americhe. Socialisti ed emigranti a Morano Calabro tra Ottocento e Novecento, in Emigranti, moschetti e podestà . Pagine di storia sociale e politica nell'area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari 1995, pp. 13-84.
- Eliana Rusciani, Famiglie e personaggi nella storia di un comune rurale. Morano Calabro, Città calabria, Soveria Mannelli 2015, ad indicem.
Fonti archivistiche
- Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, busta 1644.