Guglielmo De Sauget [Monteleone di Calabria, 1 aprile 1820 - Napoli, 17 maggio 1897]
Nacque da Roberto, militare di carriera e dopo l'Unità d'Italia nominato Senatore del Regno, e da Teresa Diaz. Appartenente a una importante famiglia napoletana. Il nonno Lodovico De Sauget, fu inviato in Calabria Ultra per prendere contezza dei gravi danni dovuti al terremoto del 1783 e procedere alla progettazione delle nuove costruzioni e dei restauri, sia a Monteleone città che nel comprensorio, corrispondente all'attuale provincia di Vibo Valentia.
Frequentò la scuola militare che gli diede una formazione battagliera e anche una buona cultura umanistica e tecnico scientifica. Seguì un percorso di carriera iniziato all'impronta di un forte e duro noviziato alla Scuola Militare Nunziatella, dove fu cadetto dal 1831 al 1836; nei Cacciatori prima come soldato dal 1 ° novembre 1835, fu nominato Alfiere il 1 ° gennaio 1836, successivamente fu trasferito nell'artiglieria dove rimase per vent'anni rimaneva: nel dicembre 1840, poco più che ventenne, fu promosso tenente, e capitano l'8 ottobre 1848, dopo che era stato impegnato a reprimere l'insurrezione palermitana nel gennaio dello stesso anno. Il 1 ° maggio 1860 fu promosso maggiore e pochi mesi dopo il 1 ° agosto tenente colonnello.
Durante l'impresa dei Mille la sua azione fu rivolta a favorire la concordia, per evitare ogni spargimento di sangue inutile, in un evidente sforzo di conciliazione.
Infatti, il padre, generale Roberto De Sauget, comandante della Guardia Nazionale, fece parte di una delegazione composta dal sindaco di Napoli, Principe d'Alessandro con il quale era andato incontro a Garibaldi per offrire le chiavi della capitale.
Dopo l'ingresso a Napoli di Garibaldi Guglielmo fu nominato direttore del Dipartimento della guerra il 7 settembre 1860 e il 22 ottobre 1860 colonnello dal Governo dittatoriale, in stretto contatto con il generale Enrico Cosenz, lavorò alla riorganizzazione degli uffici e alla direzione delle forze militari nel corpo di Stato Maggiore, in un'ottica di costruzione del nuovo esercito unitario.
Anche lui come il padre ed il fratello Lodovico (nel corso della battaglia di Palermo il fratello, capitano di artiglieria, fu accusato di indirizzare il tiro della propria batteria là dove non ci fossero garibaldini, per poi disertare) transiterà nelle fila dell'esercito italiano.
Con l'arrivo del nuovo anno e la riorganizzazione delle forze militari del nuovo stato unitario, il 24 gennaio 1861, fu promosso tenente colonnello del neonato esercito italiano e quindi colonnello il 12 settembre 1861. Nel 1865 ricoprirà il ruolo di comandante di stato maggiore della divisione territoriale di Genova. Negli anni successivi fu promosso maggiore generale il 20 agosto 1866 e tenente generale il 17 maggio 1877.
In particolare si ricorda la sua nomina a Comandante del Collegio militare di Napoli "Nunziatella", del 12 settembre 1861 che guiderà sino alla fine del 1865. «Per quattro anni resse il collegio dove era stato educato: difficile incarico sempre, ma più in momenti nei quali urgeva innovare svecchiando, sostituire nuovi ad antichi metodi d'insegnamento, introdurre norme disciplinari ed educative diverse, svellere inveterate consuetudini, che dalla scuola si abbarbicavano alle famiglie, da queste mettevan capo all'istituto ».
Successivamente fu comandante di una Brigata mista di fanteria nella III guerra d'indipendenza, composto dall'8 º Reggimento di fanteria, dalla Brigata Cuneo, dal 71 º Reggimento di fanteria, dalla Brigata Puglie, dall'XI Battaglione bersaglieri, compresa nella 16 ª divisione, agli ordini del principe Umberto; costituì la destra dell'esercito e nella giornata di Custoza rimase attestato davanti a Villafranca, ma «la fortuna non lo favorì d'uno scontro ».
Poco tempo dopo fu promosso maggior generale e nel 1870 alla testa della brigata Savona penetrò in Roma dal lato di Porta San Giovanni, assieme alla divisione Angioletti della quale faceva parte, in tale circostanza aveva coordinato con attenzione e perizia il posizionamento dell'artiglieria per bombardare le mura della Roma papalina. L'ottima posizione sulla quale formò contro le mura una batteria di quattordici pezzi furono premiati colla commenda della Corona d'Italia.
Nel 1877 ebbe l'avanzamento a tenente generale, successivamente fu nominato al comando delle divisioni di Salerno e di Napoli, e dopo dei corpi d'Armata d'Ancona e di Bologna; venne trasferito nel servizio ausiliario il 14 settembre 1888 ed il 16 aprile 1892 fu destinato a svolgere le sue funzioni di alto ufficiale nella riserva, a causa dei raggiunti limiti di età .
Il 7 giugno del 1886, relatore Francesco Ghiglieri, fu nominato senatore del Regno d'Italia, in quanto appartenente alla categoria degli «ufficiali generali di terra e di mare (…) i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado ».
Si spense a 77 anni così parla un senatore che ne annuncia in senato la morte: «Dal giugno 1886 apparteneva al Senato: la medaglia mauriziana dei dieci lustri, poco appresso premiò pure altrimenti la lunga sua carriera. La quale se, per le circostanze del suo nascere e del suo militare, avesse avuta la fortuna di più ampio cimento sui campi del patrio riscatto, avrebbe certo dato a Guglielmo De Sauget gli splendidi successi cui mente ed animo l'avean nato. Non glieli consentì il triste tempo del meglio dell'età sua. Ma non obliando, né contravvenendo mai ai doveri dell'assisa, anche in mezzo a quella tristizia, il cavaliere onorato ebbe la stima della gente da bene, e coll'animo diritto percorse, non senza traversie ma sereno, tutto il lungo suo mortale cammino ».
Fu coniugato con Bianca Rosa Della Posta, dei duchi di Civitella e non ebbe figli.
Numerose le onorificenze ricevute: dalla Real Casa di Borbone fu ordinato Cavaliere dell'Ordine di S. Ludovico (Ducato di Parma e Piacenza) il 27 agosto 1850, mentre dalla Real Casa di Savoia il 1 ° giugno 1861 fu nominato Cavaliere, poi il 27 settembre 1862 Ufficiale, quindi Commendatore il 15 gennaio 1870, e ancora Grande ufficiale il 7 giugno 1883 Gran cordone il 31 marzo 1892. Inoltre il 1 ° maggio 1868 fu nominato Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia l'11 dicembre 1870, e infine per i meriti nel governo di alto ufficiale dell'Esercito fu nominato Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia il 28 dicembre 1876, e Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia il 14 settembre 1888. (Fabio Arichetta) © ICSAIC 2021 - 4
Nota bibliografica
- Giacinto De Sivo, Storia delle due Sicilie dal 1847 al 1861, I, s.n., Trieste 1868;
- Cesare Cantù, Della indipendenza italiana. Cronistoria, I, Utet, Torino 1872;
- Raffaele De Cesare, La fine di un Regno. Napoli e Sicilia, II, Lapi, Città di Castello 1900;
- Carlo Agrati, I Mille nella storia e nella leggenda, Mondadori, Milano 1933, pp. 479 e 604;
- Sandro Castronuovo, Storia della Nunziatella, Fausto Fiorentino, Napoli 1970;
- Carmine Pinto, La Guerra per il Mezzogiorno, Laterza, Roma-Bari 2019, pp. 24-36.
- Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale, I senatori d'Italia: http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/4c1a0e70e29a1d74c12571140059a394/d489f53507f5a0624125646f005b15dd?OpenDocument