Saverio Francesco Falletti [Siderno (Reggio Calabria), 19 settembre 1813 - 26 aprile 1909]
Figura poco nota nel panorama risorgimentale calabrese, nacque dal giurecolsulto Onofrio e da Teresa Falletti Lamberti. Il padre si era distinto nel periodo della Repubblica napoletana, sostenendo le nuove idee di libertà tanto che diede fuoco ai suoi titoli nobiliari sotto l'albero della libertà da lui stesso piantato a Siderno sul viale delle Rimembranze. La famiglia Falletti fu tra le prime a trasferirsi nella marina sidernese dalla Siderno collinare, promuovendo lo sviluppo del nuovo borgo.
Tra i fratelli di Saverio, oltre a Giovambattista, vi era Simone, filosofo e soprattutto deputato al Parlamento Napoletano del 1848.
Iniziati gli studi nel seminario vescovile di Gerace, all'età di sedici anni fu mandato a Napoli per continuarli, con l'intento di farne un sacerdote. Ma Francesco Saverio, a diciotto anni, cambiò idea e lasciati gli studi ecclesiastici si scrisse in Giurisprudenza, divenendo dottore in legge.
A Napoli conobbe e strinse amicizia con Vincenzo Bellini e con Luigi Settembrini divenendo un fervente liberale.
Tornato a Siderno, oltre alla professione legale, gestì la proprietà terriera e insieme a Giuseppe Accorinti, fece costruire, così come fecero altri commercianti e proprietari di Siderno, un veliero battezzato Mortegana, al fine di commercializzare i propri prodotti via mare.
Per le sue capacità , nel 1840 venne nominato sindaco di Siderno, carica che ricoprì anche nel 1842 e 1843 e, successivamente, dopo l'Unità d'Italia dal 1870 al 1873.
Nel 1840, nel corso della sua prima sindacatura, promosse un'azione legale a tutela dei diritti vantati dal Comune di Siderno sui terreni ubicati nel borgo marinaro da sempre gestiti dall'amministrazione cittadina, sui quali pretendeva diritti l'amministrazione del pubblico demanio. Riuscì a sostenere vittoriosamente le ragioni del Comune e a tutelare i diritti ormai acquisiti dall'ente.
Nella seduta decurionale del 20 dicembre 1841 fece deliberare un aumento del fondo di denaro per il mantenimento dei bambini abbandonati che veniva consegnato alle nutrici. Nel 1843 predispose uno dei primi piani regolatori per la costruzione degli edifici alla Marina di Siderno.
Non abbandonò mai le sue idee liberali e nel 1847 partecipò attivamente al moto insurrezionale del distretto di Gerace accanto al suo compaesano Michele Bello ed agli altri ragazzi che furono fucilati il 2 ottobre di quell'anno sulla piana di Gerace; riuscì a evitare l'arresto e il processo, nascondendosi per più di un mese in un pozzo presso una casa di proprietà della famiglia.
Nel 1848 fu coinvolto nei fatti insurrezionali di Ardore insieme ad altri liberali, tra cui Giuseppe Bello, fratello di Michele Bello, Carmelo De Mujà , Giuseppe Cimato, Francesco Antonio Falletti e altri; venne arrestato e rimase in carcere sino al 1852. In quell'anno, quando re Ferdinando II di Borbone, dopo averla giurata e concessa, il 15 maggio 1848 ritirò la Costituzione, in tutto il Regno delle Due Sicilie e in Calabria si costituirono comitati di salute pubblica spontanei per sostenere il ripristino della Costituzione giurata e data. Un comitato distrettuale venne costituito a Siderno, presieduto da Vincenzo Amaduri, di cui faceva parte anche Francesco Saverio.
Molti componenti del comitato furono arrestati e processati nel 1848, proprio per un'insurrezione scoppiata in Ardore e come detto rimasero in carcere sino al 1852, anno in cui uscirono in quanto graziati.
Con l'arrivo di Garibaldi in Calabria, il Falletti con i liberali sidernesi sostenne le camicie rosse garibaldine e il 21 ottobre 1860, giorno del plebiscito, si prodigò affinché a Siderno vincesse il Si a favore dell'Unità d'Italia e di Vittorio Emanuele II Re d'Italia.
Il 27 gennaio e il 3 febbraio 1861 si svolsero le elezioni per la nomina del primo Parlamento Italiano; egli si presentò come candidato alla Camera dei Deputati per il collegio di Gerace, ma venne sconfitto dal candidato dell'aristocrazia, il principe Gerardo Carafa, che riportò nel primo scrutinio 208 voti contro i 93 e nel secondo 255 voti contro i 113 del Falletti.
Sulla sua mancata elezionedel Falletti pesò molto l'atteggiamento di Gerace che preferì votare il Carafa - che non risiedeva in Calabria, ma a Napoli, e quindi non conosceva nulla dei problemi della Calabria e del distretto geracese - pur di non votare un esponente della borghesia liberale della zona e soprattutto un esponente politico di Siderno. Infatti, nel collegio elettorale geracese, mentre Siderno e Bianco si espressero a favore del Falletti, ad Ardore vinse il Carafa per qualche voto letti, mentre lo scarto notevole che diede la vittoria al Carafa fu determinato dal voto di Gerace.
Con la proclamazione del Regno d'Italia, fu impegnato nell'amministrazione come consigliere comunale e dal marzo 1870 al mese di maggio 1873 ricoprì nuovamente la carica di sindaco; nell'aprile del 1871, anno in cui era sindaco, ricevette la visita del professore tedesco Gerhard vom Rath, che in quell'anno fece un viaggio in Calabria e nel suo scritto Un'escursione in Calabria, di recente tradotto dal tedesco, a proposito della sua venuta a Siderno e della visita in casa Falletti, parlò del sindaco definendolo «una degna persona che conciliava in sé serietà e dolcezza », e che ha espresso la sua simpatia e ammirazione per i Prussiani, per il cancelliere Bismark, per le vittorie del generale Moltke, e soprattutto per la personalità del nostro Re »
Nel 1872 inaugurò la stazione ferroviaria, salutando il passaggio del primo treno. Sostenne anche l'istituzione di una scuola femminile e fece costruire due ruote per i trovatelli nominando pure le pie ricevitrici.
Lasciata l'attività politica, si dedicò alla famiglia e alle sue terre, coltivandole direttamente; morì alla età di 96 anni. (Domenico Romeo) © ICSAIC 2020
Nota bibliografica
- Misitano Francesco, Gerhard Vom Rath a Siderno, «Calabria Sconosciuta », XXVIII, 106, 2006, pp. 51-53;
- Romeo Domenico, La Calabria prima e dopo l'Unità d'Italia. L'epopea garibaldina, AGE, Ardore Marina 2012;
- Romeo Domenico, Un personaggio del Risorgimento in Calabria: Francesco Saverio Falletti, «Calabria Sconosciuta », 2012, pp. 55-56;
- Luigi Vento, Siderno. Cicli Amministrativi, vicende, personaggi, vol. I, Grafiche Messaggero, Padova 1988;
- Vom Rath Gerhard, Un'escursione in Calabria, Introduzione di Teodoro Scamardì, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010, pp. 35-66.