Francesco Fiumara [Serrata (Reggio Calabria) 15 giugno 1915 - Moncalieri (Torino), 18 aprile 2007]
Nacque da Pantaleo, mugnaio e gestore (insieme al fratello Antonino) del mulino del Passo (a questo mulino ad acqua serratese sono legati molti suoi ricordi d'infanzia e lo descrive nel volume Serracapra, un paese del Sud ) e da Maria Rosaria Gagliardi, casalinga. Frequentò nel suo paese le scuole elementari, al termine delle quali fu avviato al mestiere di sarto. Amava, però, lo studio e aveva aspirazioni di affermarsi in ambito culturale, per cui non rinunciò a farsi una sua preparazione, studiando da autodidatta o per corrispondenza. Nel 1936 fu chiamato a prestare il servizio militare e ne approfittò per conseguire in quel periodo la licenza di scuola media inferiore. Proseguì la sua formazione rivolgendosi a insegnanti privati che pagò di persona con grandi sacrifici. Nel 1940 riuscì a conseguire presso l'Istituto Gullì di Reggio Calabria il diploma magistrale, che gli permise di dedicarsi all'insegnamento nella scuola primaria. Era suo vivissimo desiderio continuare a formarsi frequentando l'Università , ma questa sua aspirazione non si realizzò anche perché, nel frattempo, fu chiamato sotto le armi, dove rimase fino al termine della guerra (1945).
Coltivò fin da giovanissimo la poesia, pubblicando le raccolte poetiche Fiori di siepe; Date anche a me l'ulivo; La favole hanno occhi di pietra. Oltre a dedicarsi alla poesia, collaborò a varie riviste culturali fra cui «Il Ponte », «Belfagor », «La Calabria », il «Gazzettino dello Jonio ».
Il 15 settembre del 1951 si sposò a Pompei con Anna Borrelli, dalla quale ebbe due figlie, Maria Rosaria e Ornella. Nel 1952 fissò definitivamente la sua residenza a Reggio Calabria, in via De Nava, e nel 1953 diede vita, sempre a Reggio, alla rivista «La Procellaria », chiamata da lui stesso nel sottotitolo Rassegna di varia cultura, che diresse ininterrottamente per oltre cinquant'anni, fino al 2005, e alla quale affiancò una casa editrice con lo stesso nome. Quando la rivista iniziò le sue pubblicazioni, si era nei difficili anni del secondo dopoguerra, eppure Fiumara riuscì a tenerla in vita a lungo e farla crescere conquistandosi meritatamente largo credito non solo in ambito regionale ma anche in campo nazionale. Egli stesso così dichiara in un'intervista del 2000: «La Procellaria è nata e cresciuta nel Sud allora disagiato e privo di risorse. Ma devo dire che le maggiori simpatie ed i maggiori aiuti mi sono venuti dal Nord, e di ciò mi sento appagato ». Numerosi e prestigiosi i nomi dei collaboratori fuori regione: Aldo Capasso, Alfredo Galletti, Francesco Pedrina, Fernando Palazzi, Giuliano Manacorda, Leo Valiani, Giorgio Petrocchi, Umberto Bosco e altri ancora, oltre, naturalmente, ai tanti studiosi e intellettuali calabresi che contribuirono, con i loro articoli, a farne un periodico culturale di tutto rispetto , a servizio della nostra regione. Tra i redattori più assidui della rivista, un posto di primo piano spetta ad Aldo Capasso (1909-1997), noto poeta e scrittore di fama nazionale, fondatore del movimento del Realismo lirico (da cui l'omonima rivista). Capasso ebbe molta stima di Fiumara e collaborò a lungo alla rivista «La Procellaria »; nel 1989 scrisse la prefazione al suo libro di poesie Le voci della notte, in cui puntualizza in modo netto le qualità di Fiumara poeta e scrittore: «Francesco Fiumara non è soltanto un poeta. È un ferratissimo specialista di studi mazziniani, un critico equilibrato e preparato, un polemista dei più temibili. È ben noto anche come fondatore e direttore della rivista La Procellaria, benemerita questa, della cultura meridionale (e nazionale). È uno studioso amorevolissimo delle cose della sua regione, la Calabria, il quale nel volume di prose Serracapra, un paese del Sud ha saputo fondere mirabilmente le qualità del narratore e quelle del saggista per rievocare i costumi e l'atmosfera di povertà , tenacia e dirittura dei piccoli borghi calabri verso l'inizio del secolo ».
Oltre che poeta e giornalista pubblicista (collaborò anche a «Il Messaggero » e alla «Gazzetta del Sud ») fu anche un appassionato ricercatore delle culture locali e un promotore e diffusore di cultura. Legatissimo al suo paese natale, dopo averne raccontato la storia in un Cenno storico su Serrata edito nel 1952, tornò sull'argomento nel 1983 con uno studio più ampio: Serrata nella storia dai tempi di Serlone ai giorni nostri, che, non solo indaga le vicende storiche del piccolo comune reggino, ma offre al lettore anche una conoscenza globale degli aspetti socio-economici, culturali e religiosi del paese attraverso i secoli. Un omaggio a Reggio, sua città di adozione, è il volume Reggio perché? Dal mito e dalle origini del passato alla rivolta dei nostri giorni (1973), un volume di storia ma anche una lucida e incisiva analisi della rivolta della città del 1970. L'aspetto più importante della sua molteplice attività letteraria, tuttavia, rimane la poesia che egli coltivò costantemente, insieme alla saggistica, alla critica letteraria, al giornalismo, ricevendone apprezzamenti e riconoscimenti da parte della critica specialistica.
Nel 1992, a Rionero Sannitico (Molise) gli fu conferito il Premio di Poesia Eugenio Frate, e il presidente della Giuria, Vincenzo Rossi, scrisse nella motivazione che «nella poesia di Fiumara troviamo l'ispirazione e la motivazione storica, ma troviamo anche l'appassionato, il commosso poeta che ama la natura; ama il paesaggio: la bellezza, la varietà , la vitalità del paesaggio, la famiglia ». Molti altri furono i Premi che gli furono assegnati nel corso della sua ultracinquantennale attività culturale: il Premio Pagine per la poesia nel 1960; il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (nel 1969 e nel 1974), il Premio «Verso il Duemila » nel 1970, il Premio «Poeti a Sorrento » (1982), il «Giugno Locrese » (1989), il «Nepetia » (1978), il Premio di Poesia Casa Editrice Il Gabbiano (1987).
Non si distinse, comunque, soltanto come poeta; fu anche un convinto meridionalista e un apprezzato studioso di Giuseppe Mazzini. Un libro emblematico del suo meridionalismo è Calabria al filo spinato. Scorci di storia e cultura meridionale, edito da La Procellaria Editrice nel 1986, con introduzione di Rocco Mario Morano, secondo il quale il Fiumara attualizza il tema classico della letteratura meridionalista, precisando che l'arretratezza economica del Meridione si inserisce nel vasto panorama del fenomeno mondiale del neocolonialismo.
Come storico, Fiumara rivolse una particolare attenzione alla figura e all'opera di Giuseppe Mazzini, scrivendo su di lui diversi saggi che lo hanno accreditato come un valido specialista di studi mazziniani. Il suo libro più importante sull'argomento è Mazzini tra le brume di Londra (1988). Per i suoi studi mazziniani e le sue capacità di ricercatore storico dell'età risorgimentale, gli fu assegnato il 14 gennaio 1989, a Pisa, il Premio nazionale Le Regioni. Nel 2006, ultranovantenne. Fiumara era ancora attivo, tanto da pubblicare alcuni versi satirici nel volumetto La rima e la raspa.
Morì a Moncalieri il 18 aprile del 2007, lasciando un patrimonio letterario di notevole valore. (Franco Liguori) © ICSAIC 2020
Opere
- Cenno storico su Serrata. Fatti e Leggende, Reggio Calabria 1952;
- Poeti della Zagara (a cura di), Ed. La Zagara, Reggio Calabria 1952;
- Date anche a me l'ulivo, Editrice La Procellaria, Reggio Calabria 1954;
- Le favole hanno occhi di pietra, Edizioni Pagine, Polistena 1960;
- Donne a amori di Mazzini, Ed. La Procellaria, Reggio Calabria 1965;
- Mazzini e l'Internazionale, Nistri-Lischi, Pisa 1968;
- Mazzini e la legge del progresso negli scritti su Machiavelli, Carlyle, Renan, Ed. Glaux, Napoli 1969;
- Il giudizio desanctisiano su Mazzini, Centro Napoletano di studi mazziniani, Napoli 1969;
- Reggio perché ? Dal mito e dalle glorie del passato alla rivolta dei giorni nostri, Ed. Parallelo 38, Reggio Calabria 1973;
- Calabria al filo spinato. Scorci di storia e di cultura meridionale, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria 1976;
- Concetto mazziniano della musica e della pittura, Centro Mazziniano di studi mazziniani Editore, Napoli 1977;
- Serracapra, un paese del Sud, memorie, tradizioni, Editrice La Procellaria, Reggio Calabria 1979;
- Serrata nella storia, dai tempi di Serlone ai nostri giorni, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria 1983;
- Le voci della notte, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria 1989;
- Risvolti romantici di storia calabrese e saggi vari, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria 1992;
- La rima e la raspa, poesie satiriche, La Procellaria Editrice, Reggio Calabria 2006.
Nota bibliografica
- Il chi è? nel giornalismo italiano, Casa Editrice Nuova Mercurio, Milano 1974, ad vocem, p. 525;
- Mario Sergio, Un libro di Fiumara, Serrata, «Gazzetta del Sud », 28 gennaio 1984;
- Nicola Napolitano, Un paese del Sud, «La Procellaria », XXXIII, 4 , 1985;
- Isabella Lo Schiavo, Recensione a "Mazzini tra le brume di Londra", «Gazzetta del Sud », 23 giugno 1987;
- Nino Li Pera, Recensione a "Mazzini tra le brume di Londra", «Corriere di Reggio », 11 luglio 1987;
- Rina Li Vigni Galli, La poesia di Francesco Fiumara ne "Le favole hanno occhi di pietra", «La Procellaria », XXXVI, 3, 1988;
- Antonio Coppola, "Mazzini tra le brume di Londra", un nuovo libro di F. Fiumara, «La Procellaria », XXXVI, 1, 1988;
- Mariuccia Stelladoro, Recensione a "Mazzini tra le brume di Londra", «Pensiero mazziniano », 2, 1988;
- Aldo Capasso, Le voci della notte di Francesco Fiumara, «La Procellaria », XXXVII, 2, 1989;
- Ernesto Puzzanghera, Le voci della notte di F. Fiumara, «La Procellaria, XXXVIII, 1, 1990;
- Aldo Capasso, Recensione a "Le voci della notte", «Il nuovo giornale dei poeti », Roma, settembre 1990;
- Rosalba Masone Beltrame, Recensione a "Mazzini tra le brume di Londra", «Corriere di Roma », 1, febbraio 1990;
- Orazio Tanelli, Recensione a "Le voci della notte", «Il Ponte italo-americano », New York, 1, 1991;
- Domenico De Felice, Francesco Fiumara: iter culturale, poesia, saggistica, ffiumara.worpress.com, 2000;
- Giorgina Busca Cernetti, Un paese del Sud di F. Fiumara, «Pomezia-Notizie », 6, 2007.
Nota
- Si ringrazia Francesco Fiumara, cugino omonimo del biografato, per le informazioni fornite