Gabriele Gatti (Cosenza, 1826 - Napoli, 1881)
Appartenente a una famiglia di patrioti, nacque dal dottor Rocco e da Gaetana Adami. Prese parte ai
moti rivoluzionari del 1848 come Capitano aiutante maggiore, nominato dal comandante Pietro Mileti, comandante della forza (circa settanta patrioti) nella piazza di Amantea, per cui fu condannato a morte in contumacia. Il padre fu in carcere per aver preso parte ai moti rivoluzionari del 1844 e 1848, il fratello Lelio fu anche in carcere per fatti politici, e, l'altro fratello, Alessandro, combatté nel campo di Castrovillari contro le truppe borboniche nel 1848 e poi arrestato e condannato a sei anni di reclusione.
Gabriele, arrestato in seguito, fu risottoposto a giudizio e condannato, con sentenza della Gran Corte Speciale di Cosenza, in data tre aprile 1854, a 19 anni di ferri e alla malleveria di ducati cento, per tre anni dopo espiata la pena, sotto l'accusa di aver «con discorsi e fatti in luoghi pubblici provocato direttamente gli abitanti del Regno ad armarsi contro l'autorità reale, a oggetto di distruggere e cambiare la forma di governo ». In effetti, nella rivolta del 1948, il suo incarico era quello di non far approdare mercantili e vapori alla marina di Amantea, quindi di opporsi ad eventuali sbarchi della marina borbonica.
Scontò parte di tale pena nel bagno penale di Procida, come si rileva dalla libretta nera del condannato, donata insieme ad altri interessanti documenti alla Biblioteca Civica di Cosenza da Giacinto d'Ippolito, Ispettore dei monumenti, e nipote del Gatti.
Questa libretta è un cimelio ancora più prezioso perché nell'ultima pagina contiene un autografo con firma di Giuseppe Garibaldi, da Caprera 1861, e cosi concepito: «Caro Gabriele Gatti, Mi pregio di esser amico vostro. G. Garibaldi »,
Il Gatti usci dal carcere, per amnistia, nel febbraio del 1859.
Fu poi nominato Capitano della seconda compagnia delle milizie cittadine mobilizzate di Cosenza, con deliberazione, in data 19 agosto 1860, dal Comitato centrale della Provincia di Cosenza, composto da Francesco Guzzolini, Pietro Campagna, Donalo Morelli, Domenico Furgiuele, Ebbe poi la nomina a Capitano del Battaglione Carabinieri Nazionali, con decreto del Governatore Generale della Calabria Citeriore Donato Morelli, datato da Cosenza 18 settembre 1860, e portante il visto e la firma autografa di Giuseppe Garibaldi.
Prese parte a parecchi fatti d'armi ed ebbe diverse medaglie, tra le quali quella per l'indipendenza e l'unità d'Italia per le campagne del 1848, 1860 e 1861.
Fu insignito di diverse onorificenze nazionali ed anche estere, avendo anche ottenuto la croce di cavaliere dell'Ordine di Francesco Giuseppe, come da decreto, datato da Vienna 17 settembre 1875, mentre il Gatti era Capitano del 14 ° Fanteria di stanza a Pinerolo.
Fu nominato socio corrispondente dell'Accademia Cosentina il 26 febbraio 1861, pei suoi meriti di valente matematico, e il relativo diploma porta la firma del Presidente dell' Accademia Lorenzo Pontillo, Arcivescovo di Cosenza.
Mori a Napoli all'età di 55 anni. (Cesare Minicucci) @ ICSAIC 2021 - 12 - BREVE
Nota bibliografica
- Documenti storici riguardanti l'insurrezione calabra, Stab. Tipografico dell'Araldo, Napoli 1850;
- Atto di accusa e decisione per gli avvenimenti politici della Calabria Citeriore, Tipografia di Giuseppe Migliaccio, Cosenza 1852, pp. 89-91;
- Cesare Minicucci, Gabriele Gatti, «Cronaca di Calabria », 1932.