Francesco Gianniti [Oriolo (Cosenza) 4 ottobre 1921 – 11 agosto 2017]
Nacque a Oriolo, piccolo centro dell’Alto Jonio cosentino, da Pasquale e da Maria Camerino. Frequentò le scuole elementari negli anni 1927-32 nel paese di nascita, e fece gli studi classici a Cosenza, nel Liceo-Ginnasio “Bernardino Telesio”, dove ebbe tra i suoi insegnanti il noto grecista Aristide Colonna e il sacerdote don Luigi Nicoletti, figura importante del movimento cattolico in Calabria, politico e giornalista.
Conseguì la maturità classica nel 1940 e nello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma. Si laureò con il massimo dei voti e la lode nel 1945, con una tesi in Diritto Penale, discussa col prof. Filippo Grispigni; tema della tesi: La legittimità della resistenza agli atti arbitrari dell’Autorità. Nel 1947 conseguì l’abilitazione forense presso la Corte di Appello di Roma, dove iniziò a svolgere la sua attività professionale, esordendo come difensore in una causa penale davanti al Tribunale.
L’anno dopo entrò in Magistratura, da «incaricato di funzioni giudiziarie» presso la Pretura unificata di Roma. Dal 15 settembre 1948 al 15 ottobre 1950 esercitò le funzioni di pretore a Corigliano Calabro. L’esperienza giovanile di pretore a Corigliano rimarrà tra i suoi ricordi più belli fino a età avanzata; del resto, fu molto importante perché lo fece conoscere e apprezzare per le sue qualità umane e professionali, come dimostra l’attestato del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Rossano consegnatogli dal presidente, l’avvocato e senatore Giuseppe Lavia, nel quale si legge che «il Dott. Francesco Gianniti è magistrato di vivace ingegno, di alto equilibrio e di vasta e profonda cultura giuridica» e che «per l’elevatezza della sua cultura, per l’alacrità del suo lavoro e per l’integrità della sua vita privata, gode di profonda stima da parte di tutti gli avvocati del Circondario di Rossano, dai quali è considerato un magistrato particolarmente meritevole».
Durante la sua permanenza a Corigliano, si fece apprezzare anche per la sua profonda cultura, che andava oltre l’ambito strettamente giuridico. Dalle cronache dei giornali locali coriglianesi (Avanti, Corigliano! e Cor Bonum) apprendiamo che nel giugno del 1949, nella ricorrenza del Centenario della Repubblica Romana, nell’Aula Magna del Liceo Garopoli, Gianniti svolse una conferenza, molto apprezzata, sul tema: Indagine storica sulla Repubblica Romana del 1849.
Si sposò nel dicembre del 1952 con Caterina De Santis (detta Nella, sorella del noto archeologo- giornalista Tanino De Santis, fondatore e direttore della rivista Magna Graecia), dalla quale ebbe tre figli: Maria Giulia (1955), Daniela (1957) e Pasquale (1961), che seguirà le orme paterne (magistrato dal 1990, Giudice del Tribunale civile e penale in diverse città d’Italia e attualmente consigliere della Corte di Cassazione).
Da Corigliano, a seguito di domanda di trasferimento, passò al Tribunale di Bologna, dove svolse le funzioni di pretore dall’ottobre del 1950 al dicembre del 1951. Successivamente, sempre presso il Tribunale di Bologna, fu giudice istruttore penale, giudice del dibattimento penale, giudice della Corte d’Assise e infine, giudice del Tribunale civile.
Nel novembre 1950 iniziò anche la sua carriera accademica: fu nominato, infatti, assistente volontario di Diritto penale nell’Università di Bologna; nel 1961 conseguì l’abilitazione alla libera docenza in Diritto Penale; nel 1962, in seguito a un concorso nazionale superato, divenne assistente ordinario di Diritto penale nella stessa Università.
Dal 1° febbraio del 1963 lasciò, quindi, la Magistratura per seguire la carriera universitaria. Negli anni 1963-1966 fu professore incaricato di Diritto Penale; nel triennio accademico 1967-1970 professore incaricato di Istituzioni di Diritto Penale e Procedura Penale nella Facoltà di Scienze Politiche; infine, nel 1972, in seguito a un concorso nazionale, divenne professore aggregato di discipline penalistiche. Dal novembre del 1971 al 31 ottobre 1991 fu titolare della cattedra di Procedura penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo bolognese; in tale veste tenne numerosi corsi universitari nella stessa Università.
Dal 1993 al 2005 fu Magistrato per il giudizio dell’azione di sindacato della Repubblica di San Marino.
Dal 1968 fu membro d’onore della Società di Diritto penale e criminologia di Buenos Ayres e nel 1977 divenne socio corrispondente dell’Accademia Cosentina.
Nel 1985, cessata l’attività forense, aprì a Bologna una scuola privata (denominata Centro Studi Indirizzo Magistratura Avvocatura) finalizzata a preparare i giovani laureati in giurisprudenza al concorso per la magistratura e agli esami per l’avvocatura.
Il 31 ottobre 1996 fu collocato a riposo come professore ordinario, ma continuò la sua attività didattica e scientifica, pubblicando numerosi altri scritti in diritto penale e in procedura penale. Renzo Orlandi, docente di Scienze giuridiche all’Università di Bologna, ricorda che, «oltre alla funzione giudiziaria e all’attività scientifica in accademia, Francesco Gianniti ha esercitato per anni anche l’attività forense, con esperienze significative in processi di rilievo anche nazionale». Agli inizi degli anni Settanta, infatti, assieme ad Alfredo De Marsico, difese il produttore cinematografico Alberto Grimaldi, processato in due distinti giudizi a Bologna per aver finanziato il film di Bernardo Bertolucci Ultimo tango a Parigi e il film di Pier Paolo Pasolini I racconti di Canterbury.
Lo stesso Orlandi, ricordando Gianniti scrive che la sua riflessione teorica «percorre convintamente i sentieri dell'interdisciplinarietà». Per Gianniti, in pratica, la sociologia, la psicologia, l’antropologia criminale devono trovare adeguato spazio nelle speculazioni del penalista, latu sensu inteso, perché non è sufficiente fermarsi al dato normativo, come pretendono i tecno-giuristi. Limitarsi al dato normativo vuol dire trascurare la parte più viva dell’esperienza penalistica. Per Gianniti deve prevalere il principio della prevenzione rispetto a quello della repressione, l’affermazione dei diritti dell’imputato di fronte agli arbitri dei pubblici poteri; il trattamento penitenziario deve essere finalizzato alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato.
Morì al suo paese natale alla veneranda età di 96 anni (Franco Liguori) © ICSAIC 2023 – 03
Monografie di diritto e procedura penale
- I reati della stessa indole, Giuffrè, Milano 1959;
- L’oggetto materiale del reato, Giuffrè, Milano 1966;
- Studi sulla corruzione del pubblico ufficiale, Giuffrè, Milano 1970;
- Prospettive criminologiche e processo penale, Giuffrè, Milano 1977 (III ed. 1984);
- Controversie in tema di giudizio direttissimo, Giuffrè, Milano 1979;
- Introduzione allo studio interdisciplinare del processo penale, Giuffrè, Milano 1986
- I rapporti tra processo civile e processo penale, Giuffrè, Milano 1988
- Esame e tirocinio per magistratura e avvocatura, Giuffrè, Milano 1997;
- Aspetti problematici del processo penale, Giappichelli, Torino 1997;
- Guida all’esame di avvocato, Giuffrè, Milano 2006;
- Sistema penale e problemi criminologici, con Pasquale Gianniti, Maggioli, Rimini 2007;
- Guida al concorso per magistrato ordinario, Cedam, Padova 2008;
- Criminalistica, Giuffrè, Milano 2011.
Scritti giuridici in collaborazione col figlio Pasquale
- La rilevanza della "parte speciale" nel sistema del diritto penale, in «Critica penale», 2004, pp. 137-142;
- L'esame della personalità del soggetto e specializzazione criminologica del giudice penale, in «Critica penale», 2005, pp. 9-22;
- La rilevanza del metodo comparativo nello studio della parte generale, in «Critica penale», 2005, pp. 123-142;
- La rilevanza del metodo comparativo nello studio della parte speciale, in «Critica penale», 2005, pp. 219-238;
- Esame e tirocinio per magistratura e avvocatura, Giuffrè, Milano, 1997;
- Guida all’esame di avvocato, Giuffrè, Milano, 2006;
- Sistema penale e problemi criminologici, Maggioli, Rimini, 2007;
- Guida al concorso per magistrato ordinario, Cedam, Padova, 2008;
- Norme penali miste e omogeneità dei reati, in «Critica penale», 2010, pp. 31-54.
Nota bibliografica
- Enrico Altavilla, Francesco Gianniti, I reati della stessa indole (recensione), in «Scuola Positiva», 1961, p. 401;
- Antonio Rossi, Francesco Gianniti, l’oggetto materiale del reato (recensione), in «La Calabria giudiziaria», 1967, pp. 234-237;
- Karl Siegert, Francesco Gianniti, Studi sulla corruzione del pubblico ufficiale (recensione),in «Scuola Positiva», 1971, pp. 477-478;
- Giuseppe Guarneri, Francesco Gianniti, Prospettive criminologiche e processo penale(recensione), in «La giustizia penale», 1977, pp. 331-335.
- Romano Ricciotti, Francesco Gianniti, Prospettive criminologiche e processo penale (recensione), in «Critica giudiziaria», 1977, pp. 167-172;
- Romano Ricciotti, Francesco Gianniti. Prospettive criminologiche e processo penale(recensione), in «Critica penale», 2007, pp. 278-280;
- Sergio Lorusso, Francesco Gianniti, Criminalistica (recensione), in «La Corte d’Assise», 2011, pp. 135-137;
- Pasquale Vincenzo Molinari, Francesco Gianniti, Criminalistica (recensione), in «Gli oratori del giorno», 2011, p. 62-64.
- Ernesto D'Ippolito, Francesco Gianniti, Criminalistica (recensione), in «Iniziativa», 2011, p. 4;
- Gaetano De Amicis, Francesco Gianniti, Criminalistica (recensione), in «Diritto Penale Contemporaneo» (online), 2012;
- Giuliano Vassalli, Francesco Gianniti, Sistema penale e problemi criminologici (commento), in Antonio Benvenuto, Francesco Gianniti. Una vita in tre toghe, Editrice Libreria Aurora, Corigliano Calabria 2013, p. 218;
- Antonio Benvenuto, Francesco Gianniti. Una vita in tre toghe, cit.;
- Renzo Orlandi, Ricordo di Francesco Gianniti, in «Giustizia penale», p. I, cc. 289-290, 2017;
- Renzo Orlandi, Ricordo di Francesco Gianniti, in «ASPP», 1 dicembre 2017, http://www.studiosiprocessopenale.it/ricordo-di-francesco-gianniti.html.