Ettore Gliozzi [Ardore, 1869 – Bari, 1962]
-
Orfano del padre farmacista, si laureò in pedagogia all’Università di Napoli. Giovanissimo sposò, con una certa opposizione di personaggi locali, Giuseppina, figlia del notaio Zappia, perseguitato dai Borboni per le sue idee liberali. Da lei ebbe nove figli. Iniziò la sua carriera di educatore come maestro elementare sull’Aspromonte e la concluse a Roma come ispettore centrale della Pubblica Istruzione, dopo aver percorso varie tappe, in diverse città, tra le quali Torino, che considerava la sua seconda patria. Il ministro Gentile lo chiamò tra i suoi consulenti per la riforma della scuola. Casa Savoia lo insignì dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro che, tra l’altro, gli dava diritto di sedere alla destra del Re nelle manifestazioni pubbliche. A Torino stabilì una lunga collaborazione con la Società Editrice Internazionale (SEI) e sui numerosi testi da lui scritti si formarono diverse generazioni di ragazzi. La sua grammatica “Lingua Nostra” per la scuola media, ristampata anche negli anni ’2000, è considerata una delle grammatiche più semplici per i giovani.
Nel corso della sua carriera da insegnante pubblicò, inoltre, numerosi libri di testo a carattere educativo-didattico.
Scrisse anche un libro di racconti Mariella. Fu un grande cultore delle vicende e delle tradizioni calabresi e ardoresi, come confermano alcune sue opere: La Calabria, Il parlare calabrese e l’italiano, la monografia storica Ardore, L’emigrazione nelle province meridionali, I martiri dello Jonio, ecc. Opera preziosa è anche la sua Raccolta di proverbi calabresi confrontati con i corrispondenti proverbi toscani del 1919, pubblicata nel 1967 dalla Libreria antiquaria Palmaverde di Bologna, curata da Aldo Gliozzi e Silvio Pellegrini e inserita nella Biblioteca di Cultura, diretta da Roberto Roversi, volume IV, estratto dal volume del 1965 Studi mediolatini e volgari.
Scrive Ettore Gliozzi nella prefazione: «Con pazienza pari all’amore che porto per le ricerche e gli studi intorno alle tradizioni, agli usi, ai costumi e alla storia della mia regione nativa, misi insieme una notevole quantità di proverbi calabresi, in gran parte raccolti dalla viva voce del popolo e per il resto tratti da scrittori corregionali. Da prima andavo raccogliendo questi dettati popolari (che racchiudono tanta sapienza, tanta bellezza e tanta forza di espressione e di sentimento) senza uno scopo determinato, così come un amatore qualsiasi di memorie passate; ma poi, a misura che la raccolta veniva accrescendosi, m’è parso non del tutto inutile disporla per la pubblicazione, quale modestissimo contributo ai molti e importanti e rinverditi studi dialettali».
Purtroppo, dopo la sua morte, è andato perduto il più importante lavoro sulla lingua calabrese, un dizionario calabrese-italiano, il cui voluminoso manoscritto egli conservava nella biblioteca della sua residenza nella campagna di Ardore. Ad esso aveva dedicato molti anni, individuando per le parole del dialetto l’etimologia dalle varie lingue delle dominazioni che si erano succedute sul territorio: italico, greco, latino, arabo, francese, spagnolo. Né si conoscono i motivi che lo avevano indotto a rifiutare, negli anni Cinquanta, la richiesta di pubblicazione da parte di una casa editrice tedesca.
Il volume Storia e cultura della Locride, di G. Calogero, dedica ben tre pagine a Ettore Gliozzi. Sulla bandella della copertina della monografia Ardore, stampato nel 1905, dalla Casa editrice libraria della gioventù di Santa Maria Capua Vetere e ristampato prima dal Comune di Ardore e poi dalla Franco Pancallo editore (nel 2006, collana Città antiche del meridione) è scritto: «cittadino e funzionario integerrimo, dedito alla scuola e alla numerosa famiglia, profuse le sue doti di educatore anche nelle numerose pubblicazioni per le scuole elementari e medie».
Nell’Ottocento fu anche Sindaco di Ardore, come altri componenti della famiglia Gliozzi: Giuseppe Gliozzi, farmacista (1867, primo semestre) Carlo Gliozzi-Cusaci (secondo semestre), Saverio Gliozzi (1879-1882).
Tuttavia abbandonò ben presto la carica per tornare alla quiete operosa dei suoi studi. (Cesare Protettì) © ICSAIC 2023 – 12
-
Opere principali
-
- Ardore, Casa Editrice Libraria della gioventù, Santamaria Capua Vetere 1905; poi Tip. F.lli Grandolfo, Bari 1970; FPE-Franco Pancallo Editore, Locri 2005);
- L'emigrazione nelle Province Meridionali. Danni e vantaggi, Casa ed. della Gioventù di C. Fossataro, S. Maria Capua Vetere 1906;
- I martiri del Jonio, 3 settembre - 2 ottobre 1847, S. Biondo, Palermo 1906;
- Raccolta di proverbi calabresi confrontati con i corrispondenti proverbi toscani, 1919; poi Libreria Antiquaria Palmaverde, Bologna 1967.
- Il parlare calabrese e l'italiano. confronti, SEI, Torino 1923;
- Storia economica d'Italia dal 1815 ai nostri giorni, SEI, Torino 1931;
- Gli ebrei e altri popoli orientali, SEI, Torino 1934;
- L'Italia antica, SEI, Torino 1934;
- L'Italia medievale, SEI, Torino 1934;
- I tempi moderni e contemporanei con letture storiche, SEI, Torino 1934
- Le principali civiltà antiche e il medioevo, con letture storiche, SEI, Torino 1937;
- Mariella. Fatti e fiabe per giovinetti, SEI, Torino 192.;
Nota archivistica
- Archivio Centrale dello Stato (ACS), Roma, Ministero della Pubblica Istruzione (MPI), fondo Direzione Generale Istruzione Primaria e Popolare (F. DGIPP), 1897-1910, busta 153 bis, fascicolo 1905 Reggio Calabri
-
Ringraziamenti
- Questa biografia si deve principalmente al nipote, Tommaso Gliozzi, figlio di Ottorino, ed è stata integrata dal pronipote Cesare A. Protettì, in base ai libri del bisavolo in suo possesso)
