Agostino Guerresi [San Fili (Cosenza), 10 marzo 1880 - San Lucido (Cosenza), 21 febbraio 1961]
Figlio di Giuseppe e di Letizia Mazzei, nacque a San Fili da una famiglia rendese. Il padre Giuseppe, morto il 31 luglio 1923, era direttore della banda della Società Operaia di Rende, nota come banda Guerresi sorta nel 1879 ad opera del nonno Agostino che andò poi a dirigere la banda di Conflenti, dove morì nel 1894.
Sebbene nato in una famiglia agiata, affrontò gli studi grazie anche al supporto della Società Operaia di Rende che aiutava giovani che si distinguevano per le loro capacità e la loro bravura. Si laureò così in Medicina e Chirurgia all'Università di Napoli e nel 1906-1907 era capitano medico. Per tutta la Grande Guerra (dal 25 maggio 1915 al 1 ° maggio 1918) fu 1 ° capitano medico di Marina, decorato con Croce al merito di guerra e medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia. Trasferendosi da Rende a San Lucido come medico condotto, si dedicò alla professione. Sposato con Elena Buscaino.
Dopo avere preso parte all'impresa di Fiume con D'Annunzio, rientrò in Calabria, partecipò al congresso provinciale di Cosenza dell'Associazione Nazionale Combattenti e fece parte della Società Operaia di Rende prima di aderire al Fascismo. Politico giovane ed entusiasta, iniziato alla Massoneria nella Loggia Germinal di Paola di cui fu Gran Maestro, nel 1920 sempre a Paola era membro della Loggia Giuseppe Garibaldi. Fascista della prima ora, formatosi nei centri vitali del fascismo come Milano, divenne subito il leader in Calabria. È stato lui a fondare l'11 novembre 1919 a San Lucido il primo Fascio di Combattimento nella regione del quale fu segretario.Iscritto ai fasci di combattimento dall'11 novembre 1920 a tutto il 27 ottobre 1922.Nel 1921 organizzò il primo congresso dei Fasci di Combattimento della Calabria. Con Michele Bianchi, partecipò all'adunata preparatoria di Napoli, e quindi fu al comando delle squadre d'azione calabresi - 250 uomini circa - nella marcia su Roma. E giorni dopo, come Console comandante guidò la Legione anche all'occupazione di Foggia.
Legionario fiumano, brevetto Marcia su Roma, squadrista e Luogotenente generale della M.V.S.M,è stato l'uomo forte del primo fascismo in Calabria. Il suo nome - secondo Giugni Lattari - resta legato al luttuoso episodio noto come l'eccidio di San Lucido, nel quale, il 7 gennaio 1923, morì un'ex guardia regia smobilitata: due inchieste non riuscirono a stabilire chi avesse sparato.
Grande amico di Michele Bianchi di cui era considerato l'uomo di fiducia per eccellenza, la sua carriera fu tutta in discesa. Alto commissario politico del fascismo in Calabria (maggio 1921- gennaio 1923); componente del Comitato Centrale del PNF da novembre1921 a gennaio 1923, delegato regionale dei Fasci per la Calabria (1923), per pochi giorni nel marzo 1923 resse anche la federazione fascista cosentina. Come prefetto fu una creatura di Bianchi che, diventato segretario generale del Ministero dell'Interno, aveva necessità di piazzare uomini di propria fiducia al vertice delle prefetture soprattutto nella sua Calabria. Guerresi fu nominato prefetto di seconda classe e destinato alla Prefettura di Cosenza dove rimase dal 9 luglio 1923 al 14 giugno 1928, un periodo lungo e importante per consolidare il fascismo nella Provincia. Fu, dunque, uno dei primi prefetti politici ed ebbe l'apprezzamento di Mussolini che nel famoso discorso dell'Ascensione del 26 maggio 1927 lo citò come un prefetto di partito che aveva funzionato egregiamente.
Trasferito dapprima a Messina dove rimase dal 14 giugno 1928-17 marzo 1930 e promosso a prefetto di prima classe il 1 ° agosto 1928,fu destinato quindi a Matera (30 aprile 1931-14 aprile 1932). Successivamente lo troviamo a Sassari (14 aprile 1932-11 gennaio 1934). Concluse la sua carriera nell'amministrazione dell'Interno come prefetto di Ravenna, dove rimase dall'11 gennaio 1934 al 21 agosto 1939, quando fu collocato a riposo. Proponente il Ministero dell'Interno, nel frattempo, Guerresi il 20 maggio 1939 era stato nominato senatore del Regno e dal 27 maggio 1939 al 5 agosto 1943 fu membro della Commissione degli affari interni e della giustizia. Nel corso della sua attività parlamentare attività , Guerresi è stato relatore di cinque disegni di legge su questioni minori, ed è intervenuto su altri cinque tra cui uno riguardante «Disposizioni in materia testamentaria, nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica ».
Fascista irriducibile, aderì in seguito alla Repubblica sociale italiana. Sottoposto anche a procedimento penale, il 7 luglio 1944 fu deferito all'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo con altri «senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato ». Dichiarato decaduto il 28 dicembre 1944, la sentenza fu confermata in Cassazione (Sezioni Unite Civili) l'8 luglio 1948.
Come gerarca fascista ebbe diverse onorificenze: fu Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Grand'Ufficiale dell'Ordine di S. Carlo (Principato di Monaco) e Grand'Ufficiale dell'Ordine Equestre di S. Agata (Repubblica di S. Marino).
Appartenente a una Congregazione di Terziari francescani, trascorse gli ultimi anni della sua vita a San Lucido, cittadina a cui era profondamente legato: negli anni Venti vi aveva fondato «una Colonia Marina (a lui stesso intestata nel 1929) per fanciulli poveri, abbandonati e bisognosi di cure ». A San Lucido si spense nel 1961. (Pantaleone Sergi) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica
- Edoardo Savino, La nazione operante: albo d'oro del fascismo, profili e figure, Istituto geografico De Agostini, Novara 1937, p. 199;
- Francesco Pellegrino,San Lucido antico paese del Sud,Grafiche Calabria, Amantea 1998;
- Alberto Cifelli, I prefetti del Regno nel Ventennio fascista, Ssai, Roma 1999;
- Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Roma 2005, pp. 154-155;
- Iole Giugni Lattari, I parlamentari della Calabria dal 1861 al 1967, Mortara, Roma 1967
- Ferdinando Cordova, Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, ad indicem.
Riferimenti archivistici
- Archivio Senato della Repubblica, Fascicolo personale Agostino Guerresi.