Falcone Lucifero (Crotone, 3 gennaio 1898 - Roma, 2 maggio 1997)
Discendente da una delle famiglie calabresi più antiche e influenti, nacque a Crotone il 3 gennaio 1898, da Armando e da Enrichetta dei Marchesi di Francia. Il padre fu uomo di vasti interessi culturali. Seguendo le orme paterne, dimostrò anche lui grande versatilità ed ebbe notevoli capacità organizzative. Da giovane, nella sua Crotone diede vita a una biblioteca popolare per ragazzi e fondò la sezione della Lega Navale. «Il giovane Falcone visse in prima persona la frattura sociale e politica fra la sinistra moderata e impregnata dallo spirito risorgimentale del sindaco di Crotone Carlo Turano e l'iniziativa classista e rivoluzionaria del socialista Enrico Mastracchi » (Cozzetto). Aderendo alle posizioni dell'interventismo democratico, partecipò come volontario, con i gradi di ufficiale, alla Grande Guerra. Iniziò gli studi universitari (facoltà di Giurisprudenza) a Roma, dove fondò il Gruppo Artistico Universitario.
Si trasferì successivamente a Torino dove completò gli studi giuridici e si laureò. A Torino entrò in contatto con il gruppo dell'Ordine Nuovo, guidato da Antonio Gramsci. Dell'intellettuale sardo, Lucifero non condivideva l'estremismo rivoluzionario, ma accettava l'umanesimo socialista; fu, quindi, un socialista riformista e gli fu attribuito, per le sue scelte politiche di sinistra, l'appellativo di "marchesino rosso". Entrò nel Partito socialista italiano dopo la scissione comunista di Livorno e, nel 1921, a soli 23 anni, fu eletto nel Consiglio comunale della sua città guidata dal sindaco Enrico Mastracchi, sindacalista di sinistra, che egli aveva accompagnato nei numerosi comizi. Nel 1924 Lucifero aderì al Partito socialista unitario di Giacomo Matteotti, nel quale militò fino allo scioglimento dei partiti decretato dal regime fascista. Con il Psu di Matteotti s'impegnò negli ultimi tentativi di impedire che l'Italia cadesse nel baratro della dittatura, collaborando anche al giornale antifascista «Italia Libera », soppresso nel 1926.
Da quel momento si ritirò a vita privata, dedicandosi all'attività forense e agli studi storico-giuridici. Viaggiò anche per paesi stranieri approfondendo la sua conoscenza delle varie culture europee e delle due Americhe. Attratto dagli studi sul fenomeno della delinquenza minorile, fondò a Roma il «Centro romano di studi sulla delinquenza minorile », diretto dal famoso psichiatra Sante De Santis e del quale egli fu segretario per diversi anni. In quel periodo pubblicò venticinque «Quaderni » sulla criminalità minorile nel mondo e il libro Incontri con la giustizia (1941), in cui riflette sulla valenza dell'educazione e della formazione dei minori piuttosto che sulla punizione dei reati da questi commessi. Con i suoi scritti Lucifero contribuì alla creazione del Tribunale dei Minori.
All'attività professionale affiancò una significativa attività artistica e letteraria. Nel 1925, sui numeri di aprile, maggio e giugno del mensile argentino di lingua italiana "Rossano al Plata" pubblicò il dramma in tre atti Calabrese, che uscì poi in volume anche in Italia nel 1927, con un positivo giudizio critico di Adriano Tilgher. Altri drammi compose in quegli anni, quasi tutti rimasti inediti, ad eccezione di Niobe, che fu pubblicato per la prima volta nel 1987. Allo stesso periodo risalgono opere come il diario di viaggio Questa vecchia Europa (1930), e La prodigiosa vita di Onorato di Balzac (1932), traduzione dal francese dell'omonima opera di René Benjamin. Importante anche il libro Due roghi, uscito nel 1941, in cui Lucifero ricostruisce i processi di Girolamo Savonarola e di Giordano Bruno.
Con la nomina a Prefetto di Catanzaro, dopo l'8 settembre del 1943, si apre il periodo più noto e più importante, ma anche più complesso, della vita di Falcone Lucifero. A chiedergli di assumere, dopo la caduta del fascismo, l'incarico di prefetto della provincia di Catanzaro furono i vertici dell'Amgot, il governo di occupazione-liberazione angloamericano. Lucifero subordinò l'accettazione all'assenso di Pietro Badoglio, capo del Governo del Regno del Sud, assenso che giunse immediatamente (per vendetta i tedeschi e i repubblichini fascisti saccheggiarono il suo studio romano). Fu un prefetto efficiente e attento ai valori della legalità costituzionale. Appena insediatosi (10 ottobre 1943), si mise subito all'opera per risollevare le popolazioni dall'urgente problema della mancanza di pane, e, quindi, della fame, che egli cercò di alleviare requisendo ingenti quantitativi di farina di castagna e legalizzando il commercio del sale siciliano.
Nel febbraio 1944 fu chiamato da Badoglio alla guida del Ministero dell'Agricoltura. Anche da ministro, come era avvenuto da prefetto di Catanzaro, il suo maggiore impegno lo dedicò all'alimentazione della popolazione civile. Di fronte alla «Svolta di Salerno » assunse una posizione critica perché contrario all'ingresso dei comunisti, da lui considerati "antidemocratici", e non entrò nel nuovo governo cosiddetto "di Salerno" (formato da Badoglio il 22 aprile 1944). Il 20 maggio 1944 veniva nuovamente nominato prefetto; questa volta la destinazione era Bari. In tale veste compì uno dei gesti simbolicamente più importanti della sua vita politica, andando a depositare una corona di fiori nel carcere di Turi, alla memoria di Antonio Gramsci.
Dopo la svolta di Salerno, Vittorio Emanuele procedette alla nomina del figlio Umberto a Luogotenente generale del regno, in seguito alla quale si presentò la necessità di trovare un nuovo Ministro della Real Casa che Umberto individuò proprio in Falcone Lucifero che, svolgendo con grande accortezza e saggezza politica l'incarico, divenne un protagonista di primo piano di quegli anni delicatissimi della storia italiana, che vanno dal 1944 al 1946. «Bonomi, Croce, De Gasperi, Parri, Togliatti, Nenni, in quegli anni, discutono con lui tutti i grandi e piccoli passaggi della ricostruzione italiana e dei contatti esterni, primi fra tutti quelli con la resistenza antinazista e con gli alleati » (Mazza). Il momento più impegnativo è quello del referendum istituzionale, quando egli fu il principale consigliere di Umberto di Savoia, prima Luogotenente e, dal 9 maggio 1946, Re d'Italia. Fu lui a organizzare la campagna referendaria e a difendere la monarchia. Una volta proclamata la Repubblica, dietro suo suggerimento, Umberto, per evitare una nuova guerra civile, la mattina del 13 giugno 1946 partì per l'esilio, pur ribadendo l'illegittimità del risultato ufficiale. Egli guidò la contestazione alla vittoria repubblicana, dette le dimissioni da Prefetto di Bari e per oltre 37 anni rimase in Italia come rappresentante del re fino a che fu un vita. Nel 1969, Umberto lo insignì del Supremo Ordine della SS. Annunziata.
Nel 1948 rifiutò la nomina a senatore a vita offertagli da Luigi Einaudi. Rientrato a Roma a guerra finita, riuscì a recuperare delle tante carte distrutte, soltanto il manoscritto di un romanzo, Tonna, scritto nella prima giovinezza e ambientato nella Crotone dei primi del Novecento, che pubblicò a Roma nel 1948 (il libro fu ristampato a Crotone nel 1986). Tonna è l'emblema della donna meridionale, che vive una vita fatta di sacrifici e di rinunzie, di lavoro e di risparmio, di rassegnazione e di fede. Ma l'opera più importante, «per l'immediatezza delle notazioni e la spontaneità dei giudizi » (Perfetti), sono i diari, pubblicati postumi nel 2002 col titolo L'ultimo re. I Diari del ministro della Real Casa 1944-1946.
A Crotone, sua città natale, Lucifero fu sempre molto legato, anche se visse quasi sempre a Roma. Agli inizi del 1989 non si risparmiò per aiutare il processo di elevazione di Crotone a capoluogo di provincia. Morì a Roma a 99 anni. La sua salma è stata portata a Crotone e sepolta nella cappella di famiglia del cimitero cittadino.
Donò il suo voluminoso carteggio privato alla Biblioteca Comunale di Crotone. (Franco Liguori) © ICSAIC 2020
Opere
- Calabrese, dramma in tre atti, Cavour Edizioni, Roma 1927;
- Questa vecchia Europa, Note di viaggi, Hodierna Editrice, Palermo 1930;
- La prodigiosa vita di Onorato di Balzac di René Benjamin, traduzione dal francese, Italianissima Editrice, Milano 1932;
- Incontri con la giustizia, varietà giudiziarie, La Toga Editrice, Napoli 1941;
- Due roghi, processi e morte di Girolamo Savonarola e Giordano Bruno, La Toga Editrice, Napoli 1941;
- Tonna, romanzo, I ed. Roma 1948; rist. Cusato, Crotone 1986;
- Il pensiero e l'azione del re Umberto II di Savoia dall'esilio, Rizzoli, Milano 1966;
- Il re dall'esilio, Mursia, Milano 1979;
- Il re esule, Dino Editore, Roma 1984;
- L'ultimo Re. I Diari del Ministro della Real Casa 1944-1946, Mondadori, Milano 2002.
Nota bibliografica
- F. R. Fabiani, Uomini di Calabria: Falcone Lucifero, «La Tribuna », 14 ottobre 1938;
- Giuseppe Romeo Toscano, L'altra Calabria, Edizioni Campanile, Roma 1978, p. 271;
- Fausto Cozzetto, L'età contemporanea, in Fulvio Mazza (a cura di), Crotone. Storia Cultura Economia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1992;
- Alberto Voci, Falcone Lucifero giurista, politico, scrittore, «Calabria Letteraria », XL, 7-8-9, luglio-settembre 1992;
- Alberto Voci, Ricordo di Falcone Lucifero, «Calabria Letteraria », XLV, aprile-giugno 1997;
- Anselmo Terminelli, Una vita per gli ideali, «Calabria Letteraria », XLV, aprile-giugno 1997;
- Luciano Regolo, È morto a 99 anni Falcone Lucifero il Ministro del Re, «La Repubblica », 3 maggio 1997;
- Maria Novella De Luca, Funerale sabaudo per Lucifero, «La Repubblica », 6 maggio 1997;
- Fulvio Mazza, Protagonista della storia d'Italia, «Il Crotonese », 6-8 maggio 1997;
- Anselmo Terminelli, Il legame profondo con la sua Calabria, «Il Crotonese », 6-8 maggio 1997;
- Domenico Napolitano, Quella biblioteca un sogno a lungo agognato, «Il Crotonese », 6-8 maggio 1997;
- Fausto Cozzetto, Monarchia e socialismo in Falcone Lucifero giurista e letterato, «Pitagora », II, 6, aprile-giugno 1997, pp. 15-16;
- Francesco Perfetti, Introduzione a Falcone Lucifero, L'ultimo re. I diari del ministro della Real Casa, Mondadori, Milano 2002, pp. VII-XXXVI.
- Gustavo Valente, Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria, vol. IV, Edizioni Geometra, Cosenza 2006, pp. 185-186;
- Vito Barresi, Falcone Lucifero il "marchesino rosso" che divenne Ministro dell'ultimo Re d'Italia, www.cn24tv/page/2628.