Giuseppe Giovanni Mantica (Reggio Calabria, 24 aprile 1876 - 21 agosto 1947)
Nato da Giovanni e da Fortunata Cimino, appartenente a una cospicua famiglia di possidenti, dilapidò nei primi anni della sua giovinezza parte del suo patrimonio. Insieme al fratello minore Paolo fin da giovanissimo fu un militante socialista. Nel 1897 si iscrisse al partito socialista e collaborò attivamente con gli elementi locali alla diffusione dei principi inerenti alla lotta di classe. Nel 1903, come delegato della sezione di Reggio Calabria, partecipò al III Congresso regionale socialista, svoltosi a Roccella Jonica, del quale non accettò le deliberazioni finali, staccandosi, insieme con gli altri componenti della sezione, dalla federazione socialista provinciale. Nel 1904 si presentò candidato al consiglio comunale, spinto in ciò anche dalla propaganda che Angiolo Cabrini e Rinaldo Rigola andavano facendo in varie città del Mezzogiorno «per indurre gli elettori ad aprire ai socialisti la via dei consigli comunali». Mantica riuscì a far convergere sul suo nome 463 voti.
Nello stesso anno fu il rappresentante della sezione di Reggio al congresso socialista di Bologna. Al ritorno, essendo sorte discordie fra i componenti della sezione socialista locale, Mantica rimase solo e per meglio significare il suo distacco dal mondo borghese (gli si dava il titolo di «barone »), si dimise da membro della loggia massonicadi cui faceva parte. Nel 1906 prese parte al congresso nazionale di Roma, dove presentò un odg di solidarietà con la rivoluzione russa del 1905.
Seguace di Enrico Ferri, entrò a far parte della direzione del partito. Al congresso nazionale di Firenze (1908) votò l'odg della corrente rivoluzionaria e approvò quello presentato da Gaetano Salvemini sul suffragio universale, mentre al successivo congresso di Milano (1910), pur rimanendo nel partito, fu d'accordo con gli altri esponenti rivoluzionari per gettare le basi di un'organizzazione nazionale della frazione con la creazione di una commissione esecutiva, della quale fece parte.
Nel 1911 intervenne al IV Congresso operaio calabrese a Siderno Marina, dove fu eletto presidente aggiunto. Nell'agosto del 1912 ricostituì la sezione socialista di Reggio e nel novembre fu tra i delegati italiani al congresso internazionale socialista di Basilea. Nel 1913 pose la sua candidatura alle elezioni politiche nel collegio di Reggio, ma non riuscì eletto. Al congresso di Livorno del 1921, dopo la scissione dell'ala Sinistra e la formazione del PCI, fece parte della direzione del partito socialista, incarico in cui venne confermato anche nel successivo congresso di Milano, nello stesso anno. Con la nuova scissione del partito, nel 1922, e con l'avvento del fascismo, Mantica, deluso, si ritirò a vita privata.
Mori a Reggio Calabria nel 1947. (Giuseppe Masi) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica
- Franco Pedone, Cento anni del Partito Socialista Italiano (1853-1991), Teti, Milano 1993, ad indicem;
- Luigi Cortesi, Il socialismo italiano tra riforme e rivoluzione, Laterza, Bari 1969, ad indicem;
- Resoconto stenografico del XVII Congresso nazionale del PSI, Avanti!, Milano 1962, ad indicem;
- Ferdinando Cordova, Momenti di storia contemporanea calabrese ed altri saggi, Chiaravalle Centrale 1971, ad indicem;
- Giovanni Mastroianni, Il movimento operaio in Calabria negli atti dei congressi operai regionali (1896-1913), «Movimento operaio », V, 56, 1953, pp. 793-807.
- Giuseppe Sotgiu, La crisi socialista. Ercoli, Roma 1945, pp. 72-76.
- Daniele D'Alterio, Paolo Mantica, Dizionario biografico degli italiani, vol. 69, 2007.
- Giovanni Sabatucci, Storia del socialismo italiano, vol. III. Il Poligono, Roma, 1980, pag. 260.
Nota archivistica
- Archivio Centrale dello Stato (ACS), Casellario Politico Centrale, ad nomen;
- ACS, Ministero dell'Interno, Direzione generale di PS, Ufficio riservato, 1879-1912, b. 12.