Domenico Mazzullo [Oppido Mamertina (Reggio Calabria), 29 aprile 1897 - 30 aprile 1989]
Figlio di Giuseppe e Anna Maria Gargiuli, famiglia di estrazione contadina, si mette presto sulla via dell'arte e, appena sedicenne, nel 1913 si porta a Napoli alla bottega di un conterraneo di Polistena, il già noto scultore Francesco Jerace. Tre anni più tardi passa a Roma presso il fratello di quest'ultimo, Vincenzo, altro valente operatore nel campo. L'impegno dura poco perché, chiamato alle armi, deve servire la patria. A conflitto finito ritorna a Roma e, oltre allo studio del Jerace, frequenta l'Accademia inglese e la Scuola di arte decorativa. Appreso il mestiere, dal 1918 al 1922 partecipa a varie mostre a Roma, Reggio Calabria e Napoli. Alla reggina Mattia Preti e alle sue rassegne parteciperà ancora altre volte. Nel 1919 ottiene il primo premio come intagliatore alla Scuola di arti ornamentali di Roma e nel 1922 la medaglia d'argento del Ministero della Pubblica Istruzione per "Contemplazione", un busto marmoreo e il Premio Luigi Carnevale sempre a Reggio alla Mattia Preti per il pastello "Mia nonna", davvero un lavoro di rara fattura.
Nel 1924 sposa l'oppidese Domenica Pignataro.
Durante la decade 1930-1940 Mazzullo gira per la Penisola eseguendo lavori di vario genere. È infatti a Genova, Raiano, Ascoli Piceno, ma particolarmente in Calabria, a Siderno Marina, Palmi, Scilla, dove si manifesta in peculiare modo nei ritratti o olio o a pastello. Dato il tempo, non si lesinano le commissioni d'ordine politico ritratti del re o del duce e simili. Due busti di Mussolini sono per Addis Abeba e per l'Università di Milano.
Finita la seconda guerra mondiale, il ventennio successivo offre una serie di fatiche sia di tipo scultoreo che pittorico che l'artista oppidese colloca nelle chiese della Calabria. Il tutto ha inizio nel 1945 con gli affreschi nella chiesa di San Nicola di Oppido e si prosegue con quelli esperiti per le chiese del Carmine di Cinquefrondi e dell'Immacolata di Taurianova. Per il tempio del Calvario di Oppido esprime sul marmo la Madonna Addolorata e la Madonna della Pace, quindi un San Giovanni Bosco per il Duomo di Gioia Tauro. Contemporaneamente non tralascia di farsi notare nelle esposizioni che si susseguono di tanto in tanto nei siti più disparati. Nel 1945 espone tre tele ad olio, tra le quali "Fede e Carità " alla Mattia Preti, nel 1950 a Roma alla Mostra Collettiva per il concorso S. Giuseppe patrono della Chiesa universale e un quinquennio dopo con una tela sul tema «L'Unità Europea ». Arrivano ulteriori partecipazioni a collettive che si celebrano in altri paesi della Calabria, Cittanova, Polistena e costantemente Reggio. Forse l'ultima sua uscita pubblica rimonta al 1962 con l'invio di tre tele (Teneri sussurri, Palpiti uniti) e una pala d'altare (Triumphus domus Petri) alla Mostra d'Arte Sacra di Roma, in seguito donate alla causa dell'Infanzia abbandonata. Dal 1924 non manca peraltro di eseguire su olio o a pastello ritratti di personaggi pubblici e privati, in particolare quelli dei vescovi che si sono succeduti sul soglio oppidese e che sono offerti alla vista nella Sala Capitolare. Da quanto si evince, potrebbe aver collaborato col Jerace alla fattura del Monumento ai Caduti di Veroli.
Del Mazzullo, che ama poetare e spesso correda le sue opere con delle frasi liricheggianti, da un nipote è stata pubblicata una sostanziosa opera poetica in tre canti, che consta di 3772 versi, dove discetta in largo raggio delle Arti che lo hanno conquistato, quindi Scultura, Pittura e Poesia.
È morto a Oppido all'età di 92 anni. (Rocco Liberti) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica
- Rocco Liberti, Ritrattista episcopale a Oppido Mamertina, «Brutium », LV, 1, 1976, pp. 7-10;
- Enzo Le Pera, La Calabria e l'Arte-Dizionario degli Artisti Calabresi dell'Ottocento e del Novecento, Gazzetta del Sud, Messina 2005, ad vocem, p. 103;
- Mariano Mazzullo (a cura di), Domenico Mazzullo. Trilucerna delle muse, Nuove edizioni Barbaro di Caterina Di Pietro, Delianuova 2015, passim;
- Letterio Festa, La ricostruzione della chiesa Abbazia di Oppido Mamertina dopo il Terremoto del 1908 e l'apporto artistico di Domenico Mazzullo (1897-1981), «Calabria Sconosciuta », XXXVIII, 147-148, 2015, pp. 35-38;
- Mariano Mazzullo, Domenico Mazzullo e la Grande Guerra. Un artista oppidese in prima linea, Ivi, a. XLI-2018, nn. 159-160, pp. 29-34;
- Rocco Liberti, Lo scultore Vincenzo Jerace che realizzò il Monumento ai Caduti di Nicastro, «Storicittà », XXXIII, 247, 2019, pp. 36-38.
Nota archivistica
- Comune di Oppido Mamertina, Registri dello Stato Civile dei nati e dei matrimoni anno 1987.