Elisa Miceli [Longobardi (Cosenza) 12 aprile 1904 - Frascati, 19 aprile 1976]
Fondatrice delle suore Catechiste Rurali del Sacro Cuore, nacque in una famiglia di origine toscana, da Federico, ex magistrato con velleità letterarie, e da Maria De Rosa, che si occupava della casa e dell'educazione dei sette figli, di cui cinque femmine. Elisa, chiamata Lisetta in famiglia, era la terzogenita. Crebbe in un ambiente di alto spessore culturale e di profonda fede cattolica. Infatti, anche una delle sorelle, Esmeralda, detta Alda, prese i voti mentre uno dei due fratelli, Francesco, divenne parroco prima a Longobardi e poi a Cosenza. Fin da bambina frequentò assiduamente la parrocchia del suo paese, allora guidata da don Francesco Antonio Cananzi, il quale - come alcune zie di Elisa particolarmente devote - contribuì notevolmente alla sua formazione spirituale.
Terminate le scuole elementari, nel 1917, a 13 anni, si trasferì con la famiglia a Roma. Entrò nel collegio delle suore dorotee di viale Manzoni, mentre il resto della famiglia andò ad abitare non molto lontano. Studiò con profitto, specie nelle discipline umanistiche (le furono riconosciute anche discrete capacità nelle arti figurative e nella musica), e contestualmente iniziò a collaborare con l'oratorio salesiano di via Marsala, dove ben presto le furono affidati compiti di responsabilità e l'organizzazione di attività varie. Sempre in questo periodo iniziò come volontaria a impartire ripetizioni scolastiche ai bambini del popoloso quartiere di San Lorenzo, facendo anche opera di evangelizzazione, per tramite delle suore ausiliatrici del Purgatorio. Negli anni romani ebbe modo di incontrare eminenti personalità del mondo cattolico-sociale del suo tempo, mettendo in mostra anche doti di regista di teatro.
Tornata in Calabria, iniziò a maturare l'idea di consacrare la sua vita a Dio come carmelitana. Nello stesso tempo, rendendosi conto del profondo stato di miseria in cui versava Longobardi, decise di aprire in casa sua un piccolo laboratorio per le ragazze del paese in cui impartire lezioni di cucito, ricamo, pittura e catechismo. In breve tempo, il progetto si allargò e, insieme alle ragazze più volenterose, iniziò a spostarsi nelle varie frazioni di Longobardi e poi in altre zone del Tirreno cosentino, istituendo degli oratori rurali.
Nel 1928 fondò, sempre a Longobardi, la Gioventù Femminile di Azione Cattolica (soppressa dal Fascismo), coinvolgendo anche i fratelli Francesco, Alda ed Ester. Il gruppo divenne rapidamente un punto di riferimento per l'intera diocesi di Nicotera-Tropea (a quel tempo, infatti, la comunità di Longobardi non afferiva, come oggi, all'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano) e poco dopo Elisa divenne anche dirigente diocesana.
Tra la fine degli anni Venti e i primi del Trenta, iniziarono a costituirsi attorno a lei gruppi sempre più numerosi di giovani donne e contadini che seguivano le sue catechesi. Necessitando di nuovi spazi di aggregazione, le persone iniziarono a radunarsi prima in case private e poi locali adibiti appositamente per l'occasione, finché l'8 dicembre 1934 Elisa e altre quattro ragazze si trasferirono in una casa di proprietà della famiglia Miceli per intraprendere un percorso di vita comunitaria: nacquero così le Catechiste Rurali del Sacro Cuore.
Lei stabilì che non si sarebbe adottato alcuna divisa o particolare segno distintivo esterno. L'organizzazione interna della comunità ruotava attorno alla preghiera e al lavoro di assistenza di poveri, ammalati e anziani. La comunità crebbe rapidamente e nel 1936 le Catechiste organizzarono la loro prima missione esterna: la cosiddetta «settimana campestre », in cui le andavano in giro tra i campi a predicare il Vangelo e assistere i bisognosi. L'iniziativa divenne una costante all'interno della comunità e, in seguito, fu praticata in diverse regioni d'Italia.
Si dedicò brevemente anche alla politica: nel 1946 fu eletta, infatti, vice sindaco di Longobardi. Tra gli altri suoi impegni per il territorio cosentino, si ricordano anche l'apertura di diverse scuole materne per il sostegno e l'istruzione dei più piccoli e l'istituzione colonia permanente «Santa Maria Goretti » sia a Longobardi sia a Fiumefreddo Bruzio. Per il suo impegno sociale nel 1972 ricevette l'onorificenza «Agustae Crucis insigne pro Ecclesia et Pontifice ».
Ammalatasi, morì nella Casa della Congregazione a Frascati all'età di 72 anni, nel compianto generale. Rapidamente si diffuse la sua fama di santità e il 19 aprile 2002 fu avviato il processo di postulazione per la causa di canonizzazione. Il 2 marzo 2003 fu effettuata la ricognizione canonica. Al termine di quest'ultima operazione, la salma fu traslata nella cappella dalla Madonna del Carmine della chiesa dell'Assunta detta di San Francesco di Paola in Longobardi. Il 17 luglio 2015 papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile, autorizzando la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti le sue virtù eroiche. Il decreto di venerabilità è stato letto nel Duomo di Cosenza durante una Celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Amato il 28 novembre dello stesso anno. Una piazzetta a San Marco Argentano è stata intitolata alle sorelle Elisa e Alda. (Alessandra Pagano) © ICSAIC 2020
Nota bibliografica
- Rita Salerno, Elisa Miceli, in Oasi Calabresi, Editrice Ave, Roma 1991;
- Emilia Passarelli e Francesca Stumpo, Percorsi di vita cristiana, Testimoni della fede nella storia dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Rubbettino, Soveria Mannelli 2002;
- Elisa Miceli, il Papa ha autorizzato la promulgazione del decreto di venerabilità , «Parola di Vita », 15 luglio 2015 (https://www.paroladivita.org/Diocesi/Elisa-Miceli-il-Papa-ha-autorizzato-la-promulgazione-del-decreto-di-venerabilita);
- Angelo Amato, Santa Misa en memoria de la Venerable Elisa Miceli, «La Voz de los Obispos », lavozdelosobispos.wordpress.com/2015/11/28/santa-misa-en-memoria-de-la-venerable-elisa-miceli/ - (Omelia 28 novembre 2015);
- Caterina Adduci e Gaetano Passarelli, Elisa Miceli di Longobardi. L'intrepida, Graphe.it, edizioni, Perugia 2019.