Pasquale Vincenzo Molinari [Amantea (Cosenza), 5 gennaio 1922 – Roma, 29 marzo 2020]
Nasce da Francesco e da Maria Munno, famiglie amanteane da sempre. Gli viene attribuito il nome di uno zio paterno, morto nel corso della Prima Guerra Mondiale, nome che, tra l’altro, era appartenuto anche al bisnonno.
A nove anni, entra al Convitto Nazionale “Bernardino Telesio” di Cosenza ed è studente dell’omonimo Liceo Ginnasio fino al 1° liceo: nel luglio del 1939. A soli 17 anni, consegue la licenza liceale classica presso il liceo “Pasquale Galluppi” di Catanzaro, città dove il padre era stato trasferito. Iscrittosi alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Siena, a soli ventuno anni, il 28 giugno 1943, si laurea con il massimo dei voti e la lode.
Dopo aver superato gli esami di procuratore legale, dal 1944 al 1946 esercita ad Amantea la professione legale. Nel febbraio del 1947, all’età di venticinque anni, viene nominato magistrato e inizia la carriera come Pretore di San Marco Argentano (Cosenza), poi giudice al Tribunale di Cosenza e, infine, nel 1969, negli uffici giudiziari di Roma, tranne due anni trascorsi presso la Corte di Appello di Catanzaro.
Il 7 dicembre del 1950 sposa Giuseppina Bucaneve, anch’essa di Amantea, seppur da diversi anni residente a Cosenza, e da questa unione nascono due figli, Maria e Francesco.
Negli ultimi 14 anni di carriera è sempre alla Corte Suprema di Cassazione, Prima Sezione Penale, inizialmente con funzioni di Consigliere e poi con quelle di Presidente di Sezione. In tale ultima veste presiede il collegio in numerosi gravi processi di terrorismo, tra i quali basta citare quello riferito al sequestro del generale americano James Lee Dozier, avvenuto a Verona nel 1981 a opera delle Brigate Rosse. Contemporaneamente è anche componente delle Sezioni Unite Penali, competenti a dirimere i contrasti giurisprudenziali per assicurare l’uniformità della giurisdizione.
Con decreto del 23 novembre 1979del Presidente della Repubblica Sandro Pertini è nominato giudice del Tribunale supremo militare.
Viene collocato a riposo il 5 gennaio 1992, all’età di settant’anni, dopo aver prestato effettivo servizio per quarantacinque anni. Per i meriti acquisiti nel corso di questa lunga e brillante carriera, il Consiglio Superiore della Magistratura gli conferisce il titolo onorifico di Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione e il Presidente della Repubblica lo nomina Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica.
Dopo il collocamento a riposo ha iniziato a collaborare con la rivista «Cassazione Penale», edita da Giuffrè. Su tale rivista, oltre a numerose note non firmate a massime della Cassazione, ha scritto novanta commenti firmati a sentenze della Cassazione in tema di misure di prevenzione, prospettando soluzioni delle questioni più importanti spesso poi fatte proprie dalle Sezioni Unite Penali.
Con la collaborazione del collega Umberto Papadia ha scritto un ampio commento sulle misure di prevenzione antimafia: Le misure di prevenzione nella legge fondamentale e nelle leggi antimafia (Giuffrè, 1994).
Si tratta della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, del divieto ed obbligo di soggiorno, della confisca di beni di provenienza illecita. Dato il successo del libro presso giudici, avvocati e forze di polizia, ha curato, nel 2002, una seconda edizione aggiornata ed ampliata con le misure di prevenzione contro le violenze nello sport, divieto di accesso agli stadi ed obbligo di presentazione personale agli uffici di polizia.
Ha redatto l’aggiornamento della “voce” Le misure di prevenzione dell’Enciclopedia del diritto (secondo volume di aggiornamento, Giuffrè 1998).
Sempre dopo la messa a riposo, ha iniziato a collaborare, gratuitamente, con la rivista «Gli oratori del giorno» di Roma e con «Iniziativa», “periodicodella Calabria” come indica il complemento di testata, pubblicando circa duecento articoli di vari argomenti giuridico, culturale e storico.
È stato socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, nelle cui sale ha tenuto due conferenze: Attualità di Cesare Beccaria, Pietro Verri e Francesco Mario Pagano, l’11 ottobre 2002; La Verità nell’ordinamento giuridico, il 29 ottobre 2004.
Schivo da ogni pubblicità al suo sapere e al suo operato, sempre lontano da influenze mediatiche. Quanti lo conobbero lo ricordano come uomo di vasta cultura, non solo giuridica, saggio ed equilibrato, esempio di forza d’animo e generosità. Mente lucida, serena, profondamente religiosa, fino alla fine dei suoi giorni.
È deceduto all’età di 98 anni e riposa nella cappella di famiglia ad Amantea, paese a cui è stato sempre legato e nel quale desiderava ritornare.
Nel corso dell’Ottava Giornata degli Amanteani nel Mondo, festa istituzionale della “sua amata” Amantea, il 6 agosto 2012, l’omonima associazione ha inteso premiarlo consegnandogli una targa, con la seguente motivazione: «A Pasquale Vincenzo Molinari, esimio cultore della legge che, con la sua fulgida carriera di magistrato, ha onorato la nostra città». (Antonio Furgiuele) © ICSAIC 2023 – 06
Opere
- Le misure di prevenzione nella legge fondamentale e nelle leggi antimafia, A. Giuffre, Milano 1994(con Umberto Papadia);
- Misure di prevenzione, in Enciclopedia del diritto, Aggionamento, II, Giuffré Milano 1998.
- Le misure di prevenzione nella legge fondamentale, nelle leggi antimafia e nella legge antiviolenza nelle manifestazioni sportive, A. Giuffre, Milano 2002 (con Umberto Papadia);
- Attualità di Cesare Beccaria, Pietro Verri e Francesco Mario Pagano, in «Critica del diritto», fasc. 2/4, 2003, pp. 289-320;
- La verità nell'ordinamento giuridico, Accademia Cosentina, Cosenza 2004.
Nota bibliografica
- Decreto del Presidente della Repubblica, in «Gazzetta Ufficiale» n. 86 del 27 marzo 1980, p. 2759.