Gaetano Natale [Napoli,25 agosto 1884- Roma, 15 maggio 1961].
Discendente da un'antica e benestante famiglia della borghesia cariatese, nacque non nell'avita terra bruzia di Cariati (Cosenza), ma a Napoli, durante un temporanea residenza dei genitori in quella città , da madre napoletana (la gentildonna Elisa Scoppa) e da padre cariatese (avvocato e politico ). Fece i suoi primi studi nel Seminario Vescovile di Cariati, all'epoca rinomato istituto d'istruzione, in cui insegnava anche il cariatese Marco Venneri, cultore di poesia e di memorie di storia patria, al quale Natale propose di fondare una rivista letteraria.
Fin da giovane fu affascinato del mondo della stampa e dopo i primi passi sperimentali a livello locale (collaborazione al periodico indipendente «Nuova Rossano », fondato nel 1903 da Giuseppe Rizzo), si trasferì a Roma. Suo primo direttore fu Luigi Lodi, fondatore de «La Vita », considerato dal Rovito, nel suo noto dizionario degli inizi del Novecento, tra i quattro o cinque giornalisti più autorevoli del cinquantennio tra la presa di Roma e l'avvento del Fascismo. A «La Vita » Natale fu addetto dal 1908 al 1910, alla rubrica di varietà e firmò soprattutto articoli su figure della vita culturale dell'epoca, come Pirandello, Fogazzaro, Grazia Deledda. Nello stesso periodo pubblicò a Roma anche un piccolo libro di racconti realistici, intitolato "Note di vita calabrese", con prefazione di Giovanni Ciraolo. Successivamente passò a «La Tribuna », quotidiano diretto, in quegli anni, da Olindo Malagodi, intellettuale di tendenza liberal-conservatrice. A «La Tribuna », che aveva tra i suoi collaboratori nomi illustri come Gabriele D'Annunzio, Emilio Cecchi e Silvio D'Amico, Gaetano Natale vi curò la cronaca parlamentare, dando ai suoi articoli un taglio nuovo, che andava al di là della mera notizia, assumendo il carattere di saggio critico-politico vero e proprio, con dignità di genere giornalistico e letterario autonomo.
In quel periodo, Natale fu presentato, da Camillo Peano e dal senatore calabrese Antonio Cefaly, al Presidente del Consiglio dell'epoca, Giovanni Giolitti, e ne divenne sincero e convinto ammiratore. Tra lo statista piemontese e il giornalista calabrese si instaurò un rapporto di stima e di amicizia che sarebbe durato tutta la vita, sfociando, nel 1949, nella pubblicazione di una biografia del celebre statista.
Nel 1925 divenne capo della redazione romana de «La Stampa », uno dei giornali d'informazione rimasto dopo l'avvento del fascismo, ancora vicino all'opposizione liberale e nel 1928, abbandonò il giornalismo attivo, perché si sentiva impossibilitato, di fronte alle restrizioni imposte alla libertà di stampa dal regime fascista, a esercitare la sua professione con libertà di giudizio e di comunicazione. Dopo la Liberazione (1945) riprese l'attività giornalistica, come direttore della «Tribuna del popolo » e collaboratore de «Il Resto del Carlino », «La Stampa », «Il Messaggero », «La Gazzetta del Mezzogiorno ». Alla nascita del giornale romano «Il punto », divenne uno dei suoi più attivi redattori, con articoli sugli avvenimenti politici della nuova Italia repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista e dal ripristino della democrazia.
Nel 1947, la sua unanimemente riconosciuta dignità morale e la grande esperienza professionale gli valsero la designazione a Presidente del nuovo sindacato della Stampa parlamentare, carica che manterrà per quasi 15 anni, fino alla sua morte, avvenuta a Roma il 15 maggio 1961.
Stimato e apprezzato dai maggiori esponenti della politica italiana, dal periodo giolittiano al secondo dopoguerra, da Giovanni Giolitti a Bonomi, da Nitti a Treves, da Turati a Nenni, da De Gasperi a Gronchi, da Saragat a Togliatti, quando Gaetano Natale morì, gli fu tributato il singolare onore di essere commemorato dai due rami del Parlamento.
La vasta produzione giornalistica di Gaetano Natale, prevalentemente incentrata sulla riflessione politica, può essere paragonata a una sorta di archivio storico della vita politica italiana, da Giolitti a Fanfani. Di particolare interesse sono le sue "cronache parlamentari" del primo dopoguerra (1922-23), pubblicate sulla «Rassegna Nazionale » e recentemente (1992) raccolte in un volume antologico sui suoi scritti, a cura di Silvio Furlani. Non minore interesse rivestono anche gli scritti politici apparsi nel secondo dopoguerra sulla «Nuova Antologia », sull' «Osservatore politico-letterario » e su «Il Ponte ».
Oltre che giornalista, Gaetano Natale fu anche un acuto indagatore e studioso della nostra storia politica e parlamentare, come dimostrano i suoi saggi La questione sociale e la crisi del Parlamento e Il clima politico e sociale nel quale è sorta la Costituzione, edito da Giuffrè nel 1958. Nel primo saggio egli indaga il travagliato decennio 1890-1900, in cui il Parlamento italiano appare a lui "disorientato" e "distaccato dal paese", e affronta il problema della questione sociale, che vede «congiunta all'incipiente moto socialistico e alle resistenze che esso incontra tra i ceti preminenti della vita nazionale ». Il secondo saggio, uscito nel decennale dell'entrata in vigore della nostra carta costituzionale, descrive il clima in cui essa nacque, «dopo un ventennio di soppressione di qualsiasi forma istituzionale ». Scrive Natale che, «nonostante l'ambiente intorno fosse depresso e moralmente corroso, nonostante fuori vi fosse in generale l'indifferenza, individui di diversa fede, venuti dai campi più opposti, riuscirono a scrivere una carta costituzionale, che è poi risultata la più elaborata fra quelle che sono state studiate contemporaneamente ».
Natale è conosciuto anche come «storico di Giolitti ». Dello statista piemontese, che fu uno dei grandi amori della sua vita, egli scrisse un saggio biografico di 750 pagine, edito da Garzanti nel 1949, con prefazione di Benedetto Croce. Il libro, che reca il titolo di Giolitti e gli Italiani, è una documentata analisi storico-politica della figura e dell'opera dello statista piemontese. Croce ne elogia «la diligentissima informazione,il serio giudizio, e l'amore che spira dalle sue pagine ».
Per sua espressa volontà , è sepolto a Cariati, nella tomba di famiglia. I cariatesi gli hanno dedicato una strada della Marina e lo hanno ricordato, per alcuni anni (dal 1989 al 1992), con un Premio giornalistico a lui intitolato, organizzato dall'associazione «Civitas Cariatensis », col patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti. (Franco Liguori) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica
- Romano Liguori, Franco Liguori, Un giornalista cariatese dell'età giolittiana: Gaetano Natale, in Cariati nella storia, Lito Ferraro, Cirò Marina 1981, pp. 140-142;
- Franco Liguori, Gaetano Natale, il giornalista cariatese grande amico di Giolitti, «Tribuna », febbraio 1983;
- Silvio Furlani, Gaetano Natale: il Presidente che costruì il nuovo sindacato della stampa parlamentare, in Il tempo e gli uomini della Costituzione, Associazione della Stampa Parlamentare,Roma 1983;
- Anna Maria Terremoto, Gaetano Natale, una vita per il giornalismo e democrazia, «Giornale di Calabria », 9 novembre 1988;
- Silvio Furlani, Gaetano Natale storico di Giolitti, Bulzoni, Roma 1989;
- Silvio Furlani, Gaetano Natale cronista parlamentare ed osservatore politico dal primo al secondo dopoguerra, Progetto 2000, Cosenza 1992;
- Gustavo Valente, Dizionario bibliografico, biografico, geografico, storico della Calabria, vol. V, Rubbettino, Soveria Mannelli 2004, pp. 5-6;
- Franco Liguori, Gaetano Natale, giornalista calabrese difensore degli ideali di democrazia laica, amico e biografo di Giovanni Giolitti, «Rivista calabrese di storia del Novecento », 1, 2015;
- Franco Liguori, Gaetano Natale, un grande giornalista cariatese dell'età giolittiana, «Il Nuovo Corriere della Sibaritide », I, 4, novembre 2016.