Luigi Pellegrini [Cleto (Cosenza), 21 febbraio 1924 - Cosenza 20 aprile 2018]
Fu docente presso le scuole di primo grado, giornalista, opinionista, poeta, critico letterario e primo editore della Calabria. Attivo difensore del diritto al "sapere" e al "conoscere", nato da Riccardo, invalido di guerra e pluridecorato (il padre svolse anche i mestieri di sarto, commerciante e postino) e da Erminia Bruni, figlio unico, fin da ragazzo sentì la necessità di accostarsi con passione e cura alla divulgazione militante di una cultura appresa dalla vita e dai classici. Da qui il suo impegno quale editore e formatore di generazioni di amanti e propagatori di idee espresse in libri e riviste di ampio respiro internazionale: fu il «pioniere dell'editoria calabrese contemporanea » (Sergi; Crupi).
A nove anni è nella città di Salerno, allievo del collegio "Giovanni Pascoli" e, sempre presso il prestigioso Collegio, frequenta il Magistrale. Quindi ritorna a Cleto, e nel 1948 sposa Letizia Lojacono che le ha dato cinque figli (Riccardo, Walter, Erminia, Lorendana, Carmen).
Attivo nelle divulgazione di idee legate ad una sinistra socialista, nel 1944 fonda a Cleto la prima Sezione del Partito Socialista. Intanto, si impone quale firma accreditata presso prestigiosi giornali: «La Voce » di Napoli, «Avanti », «Momento sera », «il Mattino, «Il Pungolo Verde », «Scuola italiana moderna » inserendosi anche nelle Agenzie di Stampa «Orbis » e «Eurostampa ».
Il carattere politologico della sua azione culturale, sempre legata al progresso della persona, del singolo e della collettività , con riguardo ai ceti più reietti, e il legame con l'idea di un socialismo professato e riletto mediante la riflessione-approfondimento gramsciano, gli hanno consentito quell'inscindibile relazione tra l'editore-poeta e le intelligenze vive della'Italia post-bellica, esposta in continuo moto interlocutorio, e concretizzatasi intellettuali di primo piano quali: Antonio Piromalli, Fortunato Seminara, Leonida Rèpaci, Pietro Nenni, Pietro Mancini, Giuseppe Selvaggi, Francesco Grisi, Tommaso Fiore, Giacomo Mancini, Giuseppe Catalfamo, Enzo Misefari, Luigi Lombardi Satriani, Saverio Di Bella, Rosario Villari, Dante Maffia, Pasquino Crupi e altre autorevoli firme. La spinta a registrare il moto di un Sud lacerato e di una Calabria devastata dall'arretratezza e baronia pseudo-culturale, unitamente ai moti di protesta degli intellettuali appena citati, fa sì che nel 1952 a Cleto nasca «il letterato » stampata dalla tipografia Nicotera a Nicastro. Con la nascita della rivista si dà avvio anche all'azione editoriale, in senso ampio e organico: vede, così, la luce la prima Casa Editrice in Calabria (altre sporadiche esperienze vi erano state nella Regione, e prima e dopo il secondo Conflitto Mondiale, ad esempio, per citare l'azione editoriale nella città dei Bruzi, l'attiva editoria ecclesiastica affidava alla Società San Paolo per la stampa di importanti giornali o documenti pastorali divulgati anche mediante tipografie locali). La rivista «il letterato » offrì l'analisi ampia di autori e poetiche calabresi e non solo, individuando nel nesso critica militante-esamina propriamente storico-letteraria il cuore dell'azione pedagogica del Nostro e degli Autori che vi collaboravano. Impegno civile e studio critico promossero l'idea di fondare collane specifiche, che dessero avvio alla valutazione di ampi settori culturali della tradizione calabrese: poesia dialettale e narrativa. Nel 1960 Luigi Pellegrini fonda «La nuova Gazzetta di Calabria » e, sempre nello stesso anno, «Il domani di noi ragazzi ». Nel 1962 nacque la collana "Scuola". L'anno seguente altre due collane vennero partorite: "Studi meridionali" e "Cultura politica e sociale". Al centro sempre la persona e la relazione uomo del Sud-politica- progresso sociale-culturale del soggetto. Tra i primi libri pubblicati in "Studi meridionali", pietre miliari della narrativa e saggistica meridionale: Il sud su un binario morto di Leonida Répaci; L'istruzione nel reame di Napoli di Gaetano Marafioti; L'altro pianeta di Fortunato Seminara; Terra di Puglia e Basilicata di Tommaso Fiore; Letteratura Meridionale di Francesco Bruno. In "Cultura politica e sociale" vennero pubblicati: Socialismo sognato di Leonida Répaci; Origini del Movimento Socialista in Calabria di Francesco Pellegrini; Il Partito Socialista Italiano nella provincia di Cosenza (1904-1924) di Pietro Mancini.
Avviò anche la pubblicazione di opere di importanti scrittori calabresi del passato, quali Vincenzo Padula, Nicola Misasi, Pasquale Rossi, Vincenzo Julia. Nel 1963 fondò «Incontri Meridionali » alla quale rivista collaborarono Nenni, Selvaggi, Pellicani, Fiore, De Martino. E nel 1964 diede avvio alla rivista «Nuova rassegna italiana di cultura mediterranea ». Sempre nello stesso anno con «Terra di Calabria » volle offrire alla Nazione un quadro più ampio possibile della cultura e delle condizioni in cui riversava la sua Terra amata.
Pubblicò volumi fondativi non solo per la storia culturale e specificatamente letteraria della Calabria: nel 1965, infatti, Antonio Piromalli diede alle stampe per i tipi Pellegrini la Storia della letteratura Calabrese, la prima opera di storia della letteratura regionale, nel Novecento, di ampio respiro: storia critico-letteraria, di "idee e movimenti". Nel 1969 pubblicò le novelle inedite di Nicola Misasi da lui stesso rintracciate. E sempre nello stesso anno fondò «Contenuti », un bimestrale di poesia e critica: tra i nomi di punta si ricordano quelli di Rosario Assunto, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Vigorelli. Altre importanti collane e riviste tutte impegnate nella ricostruzione del problema del Sud e incentrate sulla rivalutazione dei classici della letteratura calabrese vennero avviate negli anni Settanta. Nel 1974 diede alle stampe Old Calabria, di Norman Douglas, a cura di Flavio Giacomantonio. Nel 1976 Emilio Barillaro pubblicò con Pellegrini in tre volumi il Dizionario biblografico e toponomastico della Calabria. Ristampò, poi, il Vocabolario del dialetto calabrese di Accattatis e la Storia dei Cosentini di Andreotti.
Nel 1983 si ritirò ufficialmente dal «suo lavoro amato », ma continuò la supervisione dei testi affiancando il figlio Walter, nuovo timoniere dell'Editrice Pellegrini. Attivo Socio Ordinario dell'inclita Accademia Cosentina, non smise di scrivere su riviste e quotidiani e dedicarsi all'elaborazione critica del canto. Numerosi i premi e i riconoscimenti non solo a livello regionale: ricevette per meriti culturali il Cavalierato di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.
Al centro della sua opera prosastico-poetica e del suo pensiero politico-pedagogico il perenne ricercare il vero affinché l'uomo si potesse affrancare da dittature pseudo-politiche e da inganni ideologici provenienti da falsi dogmatismi e logori schemi pseudo-culturali. Soffermandoci brevemente sul verso di Pellegrini notiamo come esso si muova fuori da schemi precostituiti: nella presentazione da lui stesso approntata a Motivi, vi è la testimonianza dell'impostazione precisa della poetica e dei rapporti importanti con gli intellettuali, in parte già ricordati, non solo regionali, che lo spinsero a impegnarsi anche sul versante versificatorio: «Nei primi anni Cinquanta, già prima della mia pubblicazione di liriche (Scintille, Milano 1952), ebbi occasione di allacciare una fraterna corrispondenza con Roberto Mandel, che risiedeva a Parigi, e con gli scrittori francesi Cécile Toumarison e Jean Le Sauvage, che mi inserirono nell'Antologia Poetès italiens d'ajoud' hui (Ed. Elan, Parigi, 1951). E fu lo stesso Mandel, amabilmente, a prefazionare la seconda mia raccoltina di versi che intitolai Motivi, raccomandandone - peraltro - la pubblicazione, che non avvenne, forse perché i miei interessi culturali erano, allora, rivolti ad altri settori dell'informazione » (cfr. L. Pellegrini, Due parole a chi mi legge…, in Id., Motivi (ritrovati), Pellegrini, Cosenza 2007, p. 7). Il poeta, riprendendo in mano i "motivi" del proprio canto, rimanda al tempo del "prima", identificabile con la giovinezza, il viaggio dell'anima. Ripresenta nella pubblicazione del 2007 le opere composte e in larga parte pubblicate, come ricordato, sin da giovanissima età . E ci fa sostare entro un'evocazione personale e familiare, che è contemporaneamente rifugio onirico e proiezione realistica dei bisogni dell'accadente nel suo io. Il "frammentarismo" viene piegandosi alle regole di un intimismo che richiama l'aspetto, molto spesso, epigrammatico del canto. All'esecuzione rapida e criptica del segno e alla contrapposizione destabilizzante tra luce e tenebra, dentro e fuori. In Luigi Pellegrini il rapportarsi al canto non si discosta dall'atteggiamento di quanti hanno cesellato il verso nel clima di un diverso modo di concepire il mondo e l'esistere, di riesumarlo dalla polvere della tragedia, soprattutto in un'Italia che cercava di sollevarsi dal trauma della guerra e dalla degenerazione che essa aveva portato. Una poesia che è destinata a portare una luce nuova per le vie oscure e tortuose del Mondo » (Burgo, in Motivi cit., p. 48), anche gli inediti Motivi si muovono a denudare il cuore dell'uomo-poeta.
Muore a Cosenza alla veneranda età di 94 anni. (Antonio D'Elia) © ICSAIC 2019
Nota bibliografica essenziale
- Antonio Piromalli, La letteratura calabrese [1965], vol. II, Il Novecento, , Pellegrini, Cosenza 1996 (3 ° ed.), pp.261 e 362.
- Pasquino Crupi, Il luterano e l'editore, «Contenuti », XIX, 1, 1988, pp. 48-49.
- Antonio D'Elia, La poesia ritrovata e l'illusione ricomposta: il percorso lirico-pedagogico di Luigi Pellegrini, «Letteratura & Società », X, 2, 2008, pp. 97-106 e poi ripubblicato in volume (Pellegrini, Cosenza 2014).
- Angela Costanzo, Luigi Pellegrini. Un pioniere dell'editoria in Calabria, Prefazione di Pantaleone Sergi, Nota di Pasquino Crupi, Pellegrini, Cosenza 2012.
- Una vita di fedeltà alla cultura. Testimonianze a Luigi Pellegrini, a cura di Fulvio Terzi, Pellegrini, Cosenza 2016 (il testo riporta le varie testimonianze sulla vita e l'opera di Luigi Pellegrini dal 1952 al 2014).
- Antonio D'Elia, Luigi Pellegrini: poeta-editore, «Letteratura & Società », XX, 2, 2018, p. 3-10.