Ercole Posteraro (Cerzeto (Cosenza), 23 gennaio 1925 – Rende (Cosenza), 10 agosto 2023).
Nasce a Cavallerizzo (Kajverici), frazione di Cerzeto (Qana), piccolo centro arberesh della provincia di Cosenza, posto ai piedi della catena appenninica paolana, da Alfredo Posteraro, contadino, assunto dall’Anas come cantoniere stradale nel 1930, in quanto invalido di guerra, e da Ortensia Ricioppo, donna di casa.
All’anagrafe risulta essere nato il 23 gennaio 1925 per un enorme ritardo nella registrazione della sua nascita, che in realtà data al 20 settembre 1924: un ritardo di quattro mesi che si rivela per lui provvidenziale, in quanto gli evita la partenza per la guerra, come invece accade ai nati dell’anno precedente.
Primo di tre fratelli (Gigino, 1930; Mario, 1934) e di una sorella (Olga, 1927), cresce in una famiglia allargata di origine arbereshe, dominata dalla figura di una pro-zia, soprannominata la zia-monaca, tutta Chiesa e lavoro: analfabeta, come tutte le donne del popolo, ma ricca di una cultura religiosa e popolare straordinaria, è lei che trasmette ai nipoti i valori religiosi e della vita attraverso il racconto della Bibbia, dei Vangeli e delle fiabe popolari del suo mondo. La lingua materna del piccolo Ercole è l’arberesh, così a sei anni, quando va a scuola, le poche parole di italiano che conosce sono quelle apprese in Chiesa durante le funzioni religiose e nelle preghiere fattegli recitare dalla zia. Frequenta le prime quattro classi a Cavallerizzo, l’ultima a Mongrassano, perché il paese d’origine ne è sprovvisto, percorrendo a piedi ogni giorno 3 km.
Conseguita la licenza elementare e superati i relativi esami di ammissione, viene iscritto all’Istituto Magistrale, come risultato della mediazione tra il suggerimento della maestra che lo vede adatto agli studi liceali, e il genitore che vorrebbe iscriverlo all’Istituto industriale, non avendo le possibilità economiche per sostenere le spese di un corso che prevede anche l’Università.
Frequenta con profitto i quattro anni del corso inferiore dell’Istituto e i tre anni di quello superiore e nel giugno del 1943 consegue l’abilitazione magistrale senza sostenere gli esami finali per via della guerra. Quell’anno Cosenza è più volte soggetta ai bombardamenti aerei degli anglo-americani che pregiudicano la continuità della frequenza scolastica e rendono pericolosa la permanenza in città. Lo stesso Posteraro rischia di finire sotto le macerie dell’Istituto quando nel luglio vi si reca per ritirare il certificato di abilitazione.
Nei sette anni del Magistrale, invogliato dagli insegnanti legge molti classici della letteratura italiana e straniera: la lettura diventa per lui, oltre che motivo di studio e di arricchimento di conoscenza, anche e soprattutto ricreazione dello spirito. In quegli stessi anni sviluppa un particolare interesse per il cinema, che lo porta a visionare la maggior parte dei film proiettati nelle sale cinematografiche di Cosenza il sabato pomeriggio, l’unico giorno che gli è possibile. Per fare questo bisogna saltare l’adunata obbligatoria che la Gioventù italiana del Littorio organizza ogni settimana il sabato pomeriggio e allora il giovane ricorre a un espediente molto rischioso: agli organizzatori di Cosenza assicura che avrebbe partecipato a quella del suo paese, viceversa a quelli di Torano. E così si libera dell’inutile fardello e ha modo di soddisfare un interesse molto avvertito.
Con l’a. s. 1943-44 (iniziato nell’aprile del ’44) Posteraro comincia la sua lunga carriera nella scuola. Dopo quattro anni d’insegnamento tra supplenze temporanee e incarichi annuali, nel 1948 viene assunto in ruolo, in quanto vincitore del concorso magistrale, e destinato in sedi vicine al proprio luogo di abitazione: prima a Lattarico e poi a Torano, dove rimane sette anni. Nel frattempo si iscrive al corso di diploma triennale in Vigilanza scolastica all’Università di Messina, preferito ai corsi di laurea per il maggior punteggio che dava in un eventuale concorso a direttore didattico, e nel 1951 consegue il relativo titolo; nel 1956 si laurea in Pedagogia con una tesi su Antonio Rosmini, relatore il filosofo cattolico Vincenzo La via, correlatore il filosofo marxista Galvano della Volpe. Gli studi universitari e le prove del concorso magistrale gli danno la possibilità di venire a contatto con la migliore letteratura pedagogica straniera (Dewey, Hessen, Ferrière, Decroly, Freinet e altri), dal momento che quella italiana era ancora dominata dal “verbo” idealistico, non più adatto alla nuova realtà sociale e scolastica del Paese.
Nel 1958 si stabilisce con la moglie Gelsomina Spizzirri a Cosenza e per questo chiede e ottiene il trasferimento a Spezzano Piccolo e poi, a seguito di concorso, a Cosenza, nel quartiere popolare di San Vito, abitato in prevalenza da famiglie provenienti dalle zone della città bombardate durante la guerra, e, col nuovo anno scolastico, nella centralissima scuola di Via Roma, frequentata da figli dell’alta borghesia cittadina.
Nel 1962 supera il concorso direttivo e viene assegnato al Circolo didattico di Spezzano albanese. Durante i 10 anni di permanenza come direttore nel centro arberesh promuove una serie di attività educative e didattiche molto innovative (attività integrative, tempo pieno, integrazione dei disabili, classi aperte) e avvia una stretta collaborazione con i Centri di cultura popolare dei Comuni viciniori, che gestiscono, per conto dell’UNLA (Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo), i corsi serali di cultura popolare per adulti, e, in particolare con quello di Roggiano Gravina, il più organizzato e importante della provincia per ricchezza di strutture e di iniziative convegnistiche e di aggiornamento. A un corso riservato a docenti e dirigenti italiani in Danimarca partecipa nel 1967 anche Posteraro, traendone valide sollecitazioni per il proprio lavoro di dirigente e di operatore della scuola. Per le particolari competenze acquisite nel campo della didattica della Matematica il Provveditorato agli studi gli affida in più occasioni il ruolo di direttore e di relatore dei corsi di aggiornamento, altrettanto fanno i colleghi di altri circoli didattici.
Nel 1972 Posteraro inizia la carriera ispettiva avendo superato il concorso bandito due anni prima “per titoli ed esami” e non “per soli meriti comparativi”, com’era avvenuto nel recente passato. Con l’approvazione dei Decreti delegati sulla scuola, scompare la vecchia figura dell’Ispettore scolastico, sostituita, da quella dell’Ispettore tecnico, “esperto professionale utilizzato dall’Amministrazione scolastica per l’accertamento tecnico-didattico, l’aggiornamento e la sperimentazione”, dipendente dal Ministero e assegnato funzionalmente alle Sovrintendenze scolastiche regionali.
Posteraro riveste dunque la carica di Ispettore scolastico per quattro anni (uno a Montalbano, in provincia di Matera, e tre a San Marco Argentano) prima di passare nel 1975 (anno dell’adozione della figlia Paola, oggi docente di scuola superiore e apprezzata pittrice) all’Ispettorato tecnico facente parte della Segreteria tecnica di Catanzaro. Nel corso dei 22 anni come Ispettore svolge diverse attività istituzionali, di formazione, sperimentazione e ricerca educativa, programmate dal Ministero, dalla Segreteria tecnica regionale o dal Provveditorato agli studi, e partecipa a seminari e convegni su tematiche pedagogiche, didattiche e relative agli ordinamenti.
Nel 1994, dopo cinquant’anni di onorato servizio nella scuola, va in quiescenza, ma il pensionamento non rappresenta per lui la fine dei suoi interessi e della sua partecipazione alle problematiche dell’educazione e della scuola. Attraverso le pagine di “Scuola e Vita”, la rivista della scuola calabrese alla quale collabora attivamente fin dalla sua fondazione nel 1960, esprime il suo pensiero sui problemi educativi, sociali, politici, di cronaca e di costume, aiutando a comprendere i notevoli cambiamenti che hanno caratterizzato la società italiana (e internazionale) negli ultimi decenni. Ed è un pensiero, il suo, sofferente e deluso alla vista di una scuola e di una società progressivamente in declino per responsabilità di una classe dirigente incapace e moralmente discutibile. Nella radicalità del suo giudizio c’è, oltre che l’uomo e l’educatore che ha speso la vita a difesa della scuola e della democrazia, anche il giudice severo dell’indifferenza e dei costumi facili di tanta parte della società attuale. Per fortuna, fa da controcanto la parola ispirata di papa Francesco, col quale in tema di emigrazione, di economia sostenibile e di fratellanza tra i popoli Posteraro si trova in perfetta sintonia.
Per il suo generoso servizio reso alla scuola Posteraro viene insignito nel 1977 del diploma di benemerenza di terza classe e nel 1987 della nomina a Cavaliere al merito della Repubblica.
Sulla Rivista Scuola e Vita, della cui Direzione è stato componente e parte attiva, ha pubblicato centinaia di articoli sui temi della scuola, dell’attualità politica e del costume.
Muore il 10 agosto 2023 all’età di 98 anni. L’ufficio funebre, per espressa sua volontà, si tiene nella Chiesa di rito cattolico-bizantino del santissimo Salvatore di Cosenza, a voler con ciò significare la sua appartenenza alla comunità e alla cultura d’origine che non ha mai tradito (Giovanbattista Trebisacce). © ICSAIC 2024 – 01
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Opere
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- Scuola, educazione e Mezzogiorno. Antologia degli scritti di “Scuola e Vita” (1968-1992), a cura di Mario Valentini e Ercole Posteraro, con Prefazione di Giuseppe Trebisacce, Jonia Editrice, Cosenza 1993;
- La mia vita per la scuola, Jonia Editrice, Cosenza 2015;
- Diversamente eguali. Per una democrazia compiuta, con Prefazione di Giuseppe Trebisacce, Jonia Editrice, Cosenza 2018.
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Nota bibliografica
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- Giuseppe Trebisacce, Addio a Ercole Posteraro, una vita per la scuola, in «Il Quotidiano del sud», 11 agosto 2023.