Adolfo Quintieri [Cosenza, 22 maggio 1887 - 13 luglio 1970]
Nacque da Demetrio, appartenente a una benestante famiglia di proprietari terrieri originaria di Paterno Calabro, e da Maria Barracco. Studiò nella città natale e conseguì la licenza al Liceo Classico B. Telesio. Frequentò la facoltà di Giurisprudenza della Regia Università di Napoli, attuale Università Federico II, e si laureò con lode a 22 anni nel dicembre del 1909. Subito dopo iniziò a esercitare la professione di avvocato nel foro di Cosenza.
Centrale nella sua vita fu l'esperienza all'interno delle organizzazioni dell'Azione cattolica, tra le cui fila militò sin da giovanissimo. Dal 1918 rivestì ruoli significativi nella Giunta diocesana di Ac, fino a diventarne presidente diocesano negli anni 1928 e 1929, e fu membro attivo sin dalla sua fondazione della Federazione Uomini di Azione Cattolica, per la quale ricoprì, oltre a quello di presidente diocesano, anche l'incarico di consigliere nel primo Consiglio nazionale.
Dopo un periodo di attività relativamente limitata a causa del regime fascista e della guerra, riprese nel 1944 a intervenire attivamente in diverse iniziative di Azione Cattolica e di alcuni enti di beneficienza.
Ebbe un ruolo centrale nella fondazione del Partito popolare nel cosentino, collaborando con Don Carlo De Cardona e don Luigi Nicoletti. Il 26 febbraio 1919 venne fondata la sezione cosentina del Ppi e all'interno del partito ricoprì presto ruoli di primo piano. Fu anche direttore del giornale cattolico cosentino «L'Unione », periodico presto divenuto portavoce delle attività del nuovo partito.
Durante la dittatura fascista, restò lontano dall'attività politica dedicandosi alla sua professione e all'impegno nell'associazionismo cattolico. Non aderì al fascismo né volle appartenere al sindacato della sua categoria professionale perché controllato dal regime. Non partecipò a particolari manifestazioni salvo la sua presa di posizione in sostegno della firma del Concordato tra Stato e Chiesa del 1929, in qualità di presidente della Giunta diocesana di Azione Cattolica. Ma il periodo di distensione tra Stato e Chiesa seguito al Concordato durò relativamente poco e gli attacchi fascisti a organizzazioni quali l'Azione cattolica portarono alla crescita del dissenso anche tra i cattolici impegnati. Nel Cosentino è nota la vicenda del periodico diocesano «Parola di Vita », che negli anni Trenta rimase uno dei pochi fogli non allineati al regime e che, anzi, in diverse occasioni lo attaccò apertamente su alcune posizioni. L'attenzione del regime era rivolta anche verso alcuni esponenti dell'Azione cattolica cosentina, tra i quali Quintieri e il presidente diocesano Antonio Cundari.
Sposò in quegli anni Francesca De Maio e dalla loro unione nacquero Edmondo, Enrico e Anna Maria. Oltre che all'Azione cattolica, continuò a dedicarsi alla sua professione di avvocato e allo studio del diritto.
Nel 1943 fu tra i primissimi in città ad aderire alla Democrazia Cristiana, insieme a diversi altri protagonisti dell'esperienza popolare cosentina. Sotto l'egida della Dc Quintieri tornò all'impegno politico diretto, rivestendo anche in questa fase ruoli significativi. Come antifascista, alla fine del 1943 fu designato come componente Dc alla Deputazione provinciale di Cosenza, della quale fu anche vicepresidente.
Nel 1946, in occasione delle elezioni amministrative del 31 marzo, contribuì all'affermazione del partito in città divenendo consigliere e quindi primo Sindaco eletto di Cosenza dopo la ripresa della vita democratica. In questa veste aderì all'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, cui restò legato anche nei periodi successivi.
Alle elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946 Quintieri, che era stato candidato nella circoscrizione Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria, venne eletto con 16.192 preferenze.
Durante la Costituente fece parte della Commissione per la riforma della legge comunale e provinciale, presentò diverse interrogazioni con risposta scritta e intervenne nella discussione di alcuni progetti di legge.
L'analisi del materiale relativo alla sua attività in sede parlamentare evidenzia la sua solida formazione giuridica. Risultò significativa anche la sua esperienza di sindaco e in alcune occasioni si occupò proprio di questioni inerenti le amministrazioni locali. Dagli atti dei lavori parlamentari, in alcuni casi emergono anche interrogazioni su questioni locali che gettano luce sull'impegno di Quintieri per il suo territorio di riferimento.
Nel 1948 venne ricandidato nella lista della Democrazia Cristiana per le elezioni del primo parlamento repubblicano, che si tennero domenica 18 aprile 1948. Per l'incompatibilità tra l'incarico parlamentare e la carica già ricoperta, Quintieri si dimise da Sindaco di Cosenza il 24 febbraio 1948. Fu eletto deputato nella I legislatura della Repubblica e negli anni in cui fu deputato fece parte della Giunta delle elezioni e di diverse commissioni e sottocommissioni, tra cui la I Commissione legislativa, la Commissione speciale per la preparazione della legge sulla Corte costituzionale e la Commissione d'inchiesta sul pauperismo in Italia.
Come durante la Costituente, anche in questa legislatura si occupò particolarmente della legislazione riguardante le autonomie locali e su questi temi non mancò di dare attenzione ad alcuni casi calabresi. Si ricorda inoltre il suo sostegno a disegni di legge come la legge Vanoni e a quella sulle incompatibilità parlamentari, oltre che la sua battaglia perché Cosenza fosse inserita insieme a Reggio Calabria e Catanzaro nella terna di città tra le quali scegliere il capoluogo dell'istituenda Regione.
Conclusa la I legislatura si ricandidò nella lista Dc alle elezioni del 1953 ma non fu rieletto. Continuò a dedicarsi all'attività professionale e ricoprì alcuni incarichi in vari enti e istituzioni.
Oltre che in ambito politico fu impegnato anche in ambito culturale e nel 1949 divenne socio dell'Accademia Cosentina. Scrisse infatti numerosi saggi di argomento giuridico pubblicati in riviste specializzate, con particolare riferimento alle tematiche inerenti le amministrazioni degli enti locali. Della sua attività culturale non legata all'ambito giuridico restano alcuni componimenti relativi al suo periodo giovanile. Della sua attività pubblicistica restano invece vari articoli su testate locali, su tutte il già citato periodico cattolico cosentino «L'Unione ». Morì a Cosenza all'età di 83 anni. (Lorenzo Coscarella) @ ICSAIC 2021 - 01
Scritti
- In difesa dei signori Michele, Gioacchino, Pietro e Baldassarre Ricciulli, Tip. Serafino, Cosenza 1933;
- Relazione del sindaco on. avv. Adolfo Quintieri nella sessione consiliare del 7 gennaio 1948, Tip. Barbieri, Cosenza 1948;
- Le incompatibilità parlamentari: discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella seduta del 3 aprile 1952, Tip. della Camera dei Deputati, Roma s.d. (ma 1952).
Nota bibliografica
- Bollettino Ufficiale dell'Archidiocesi di Cosenza, a. 1918;
- Jole Lattari Giugni, I Parlamentari della Calabria dal 1861 al 1967, Morara, Roma 1967;
- Luigi Intrieri, Don Carlo De Cardona, SEI, Torino 1996;
- Luigi Intrieri, Azione Cattolica a Cosenza (1867-1995), Editrice AVE, Roma 1997;
- Lorenzo Coscarella, Adolfo Quintieri, in Vittorio Cappelli e Paolo Palma (a cura di), I Calabresi all'Assemblea Costituente 1946-1948, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019.
Nota archivistica
- Archivio Storico Diocesano di Cosenza "L. Intrieri", Giunta Diocesana 1927-1934, 4.5.2.9;
- Archivio storico del Comune di Cosenza, Consigli comunali 1946-1948;
- Archivio privato Quintieri, Carte Adolfo Quintieri, Cosenza;
- Archivio storico delle elezioni, Assemblea costituente 02 giugno 1946, consultabile su https://elezionistorico.interno.gov.it;
- Camera dei Deputati, Legislature precedenti, I costituenti, Quintieri Adolfo, consultabile su http://legislature.camera.it;
- Portale storico Camera dei Deputati, Deputato Adolfo Quintieri, consultabile su https://storia.camera.it.
Nota
- Si ringrazia l'avv. Edmondo Quintieri per le informazioni fornite.