Alfredo (Alfred) Sabato [Fuscaldo (Cosenza) 23 marzo 1894 – Los Angeles (USA) 10 febbraio 1956]
Il nome completo, come risulta dagli atti dello Stato Civile del Comune di Fuscaldo, era Alfredo Guglielmo Sabatino. Nacque da Eugenio Lelio Remigio Maria, notabile della cittadina del Tirreno Cosentino che fu anche Segretario del Comune, e da Raffaella Costanza Ceraldi, appartenente a una influente famiglia fuscaldese che in passato aveva espresso personaggi di rilievo, come Pasquale, precettore del re di Napoli Ferdinando II e docente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università partenopea, Francesco (che fu magistrato e presidente della Suprema Corte di Catanzaro), e Vincenzo, anch’egli avvocato, che dagli annali risulta essere stato uno dei difensori dei Fratelli Bandiera e di altri otto imputati innanzi l’Alta Corte Marziale nel 1844.
Era l’ultimo di undici figli: gli altri erano, in ordine di nascita, Emma, Clelia, Mercedes, Giuseppe, Irene (che morì in giovane età, come Clelia e Giuseppe), una seconda Irene, Francesco, Carmine, Clotilde e Vittorio.
Trascorsa l’infanzia a Fuscaldo, dopo il ginnasio e la maturità classica, si iscrisse all’Università, a Roma, conseguendo il 31 luglio del 1919 la laurea in Scienze Economiche, Commerciali, Coloniali ed Attuariali, con qualche anno di ritardo sia a causa della Prima Guerra Mondiale sia per gli interessi verso il mondo dello spettacolo che aveva coltivato durante il soggiorno romano.
Scoppiata la Grande Guerra, difatti, venne arruolato nei Granatieri (Guardie Reali) e inviato al fronte, rimanendovi sino alla fine del 1916, quando venne richiamato a Roma con funzioni di istruttore dei giovani ufficiali sino al termine del conflitto.
Nel mondo dello spettacolo, verso il quale era attratto ben più che da quello dell’economia, si era affacciato quando era ancora studente, sia pur con ruoli marginali, e riprese a frequentarlo quando venne congedato dal servizio militare. Nel 1919, stesso anno in cui conseguì il titolo accademico, venne nominato Direttore Generale della Eliseo Film, ma si dimise dopo alcuni mesi a seguito delle ingerenze della politica e della borghesia. Manifestò, sia pur timidamente, la sua avversione al regime, soprattutto dopo la Marcia su Roma del 1921.
Nel 1924 decise di emigrare negli Stati Uniti d’America, convinto che prima o poi sarebbe stato oggetto di rappresaglie da parte del Regime, al pari del fratello Francesco, ingegnere delle Ferrovie dello Stato che dal 1916 al 1923 aveva diretto i lavori delle più importanti infrastrutture realizzate all’epoca in Italia.
Entrambi si stabilirono a Los Angeles. Il fratello trovò dapprima occupazione da disegnatore e poi esercitò la libera professione, mentre Alfredo venne attratto da Hollywood, quartiere della città dove da anni si esprimeva ai massimi livelli l’arte cinematografica, definita la “settima arte”, e operavano le maggiori case di produzione come la Paramount, la MGM, la First National, la Universal, la Fox e la Warner Bros, all’avanguardia per le sperimentazioni di dispositivi riguardanti le luci e le tecniche di ripresa.
Alfredo riuscì a introdursi in quell’ambiente, anche perché l’orientamento dei produttori era rivolto alle figure professionali provenienti dall’Europa, essendo stati i soli Charlie Chaplin, britannico, e Maurice Tourneur, francese, a essere stabilmente occupati nell’industria cinematografica americana. Alla Paramount Sabato aveva conosciuto Cecil Blount DeMille, noto regista, produttore e montatore, divenendone presto collaboratore.
Dagli studi hollywoodiani erano da poco usciti due film importanti (I quattro cavalieri dell’Apocalisse, diretto dall’irlandese Rex Ingram, del 1921, e Ben Hur, diretto dallo statunitense Fred Niblo, del 1925), e le produzioni erano alla ricerca di validi sceneggiatori e montatori, non solo di registi.
Erano tutti film muti, e solo nel 1927 uscì nelle sale statunitensi il primo film sonoro, diretto da Alan Crosland, dal titolo The jazz singer, prodotto dalla Warner Bros, con dialoghi in lingua inglese.
Sabato proprio in quell’anno, il 5 febbraio, contrasse matrimonio a Los Angeles con Helene Margaret Hermàn, ventiquattrenne originaria della Pennsylvania, testimoni Anne Luria di Atlantic City e il nipote Salvatore Monaco, figlio della sorella Emma, stabilitasi nella città californiana sin dal 1906. Alfredo e Helene Margaret non ebbero figli e alcuni anni dopo prima s separarono e poi il divorziarono.
In quegli anni, oltre alle collaborazioni per le scenografie, Sabato (divenuto “Alfred”) aveva partecipato ad alcuni film in qualità di attore, ma non in ruoli secondari: nel 1927 in Isle of Sunken Gold diretto da Harry S. Webb, nel 1928 in Street Angel e The River, entrambi diretti da Frank Borzage. La stampa dell’epoca gli dedicò spazio dalle colonne del Los Angeles Record, dell’Hollywood Philmograph, dell’Hollywood Cal. Citizene di altre testate.
Nel 1930, però, assieme a Guido Trento, che aveva recitato in film muti italiani e in Street Angel di Borzage, sostenuto dalla Cooperativa Italotone Inc., facente capo al cantante e attore italiano Alberto Rabagliati, dal 1927 a Hollywood quale vincitore di un concorso indetto dalla Fox per la ricerca di un sosia dello scomparso Rodolfo Valentino, e che si avvaleva del sostegno economico dei viticoltori della California, fu il regista di Seitu l’amore?, tratto da una commedia di Pier Angelo Mazzolotti (che curò la sceneggiatura), film che ebbe quali protagonisti lo stesso Rabagliati e Luisa Caselotti, una cantante lirica anch’essa figlia di immigrati italiani.
Un lavoro divenuto importante per la storia della cinematografia italiana in quanto, pur essendo prodotto negli Stati Uniti, è stato il primo film sonoro parlato girato in presa diretta in lingua italiana. Lo conferma un testo del prof. Denis Lotti, ricercatore del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona e storico del cinema italiano, muto e sonoro, della prima metà del Novecento, considerato che la storiografia del settore ha attribuito per anni questo primato a un film in lingua italiana prodotto in Italia nello stesso anno (La canzone dell’amore, diretto da Gennaro Righelli, della casa cinematografica Cines Pittaluga). Attraverso approfondite ricognizioni sulla stampa dell’epoca sia negli Stati Uniti che in Italia, però, si evince che la distribuzione nel nostro Paese del film co-diretto da Sabato avvenne prima dell’uscita di quello di Righelli.
Difatti, dopo la “prima” al Teatro Tivoli di San Francisco, il 16 agosto 1930, presente anche la protagonista femminile Luisa Caselotti, il film venne proiettato per tre settimane nei cinema e teatri della Mulberry Street a New York, nella Little Italy. L’arrivo nelle sale italiane, nel mese successivo, venne salutato con interesse ma, soprattutto, con curiosità da parte del pubblico, per la novità del sonoro, e divenne un vanto da parte del governo fascista, come emerse da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 12 settembre di quello stesso anno 1930. In una pagina intera de Il Piccolo di Trieste del 21 settembre per presentare il film al Politeama Rossetti della città giuliana si legge: «Il grande avvenimento cinematografico del 1930 – Il primo film parlato italiano», con l’annotazione della presenza di 250.000 spettatori in 12 giorni all’Odeon di Milano, che disponeva di 2.500 posti con il “tutto esaurito” per 8 proiezioni giornaliere, dalle 10 del mattino sino a mezzanotte. Al teatro milanese, peraltro, la sera del 20 settembre, arrivarono “spettatori augusti”, così si legge in una brochure della Italotone Inc. del febbraio 1931, gli allora Principi di Piemonte Umberto di Savoia e Maria Josè del Belgio, sottolineando che era la prima volta che Principi di Casa Reale si recavano in un cinematografo pubblico. Il film venne poi proiettato a Roma, con la prima al Teatro Capranica il 4 ottobre e in molte altre città italiane.
Con lettera del 13 aprile 1931 il Vice Console italiano a Los Angeles comunicò a Sabato anche il «compiacimento da parte di S.E. Mussolini per l’attività svolta come direttore della pellicola».
L’esperienza alla regia di Sabato, nonostante il buon successo, non venne ripetuta, anche perché il regime fascista temeva una colonizzazione culturale statunitense in danno della cinematografia italiana e la Italotone Inc. non produsse altri film dello stesso genere (musicale). Rimase nel mondo del cinema anche negli anni del dopoguerra curando la sceneggiatura di molti film e interpretandone altri diretti da registi con i quali aveva collaborato.
In quegli anni Sabato tornò di tanto in tanto a Fuscaldo a far visita ai parenti rimasti in Calabria, ma i suoi interessi erano a Los Angeles, dove morì all’età di 62 anni e dove venne cremato. (Letterio Licordari) © ICSAIC 2023 – 03
Attività cinematografica
Interpretazioni
- Time to love, 1927, regia di Frank Tuttle
- Isle of Sunken Gold, 1927, Harry S. Webb
- Street Angel, 1928, Frank Borzage
- The River, 1928, Frank Borzage
- No dejes la puerta abierta, 1933, Lewis Seiler
- La ciudad de carton, 1934, Louis King
- The clock, 1945, Vincente Minnelli
- The spanish main, 1945, Frank Borzage
- Carnival in Costarica, 1947, Gregory Ratoff
- Escape me never, 1947, Peter Godfrey
Regia
Sei tu l’amore? (You are the love?), 1930 (co-regista Guido Trento)
Nota bibliografica
- «Rivista del Cinematografo», n. 9 – settembre 1930;
- Alessandro Blasetti, Servizio di turno, in «Cinematografo», 5-6, 1930
- Dizionario Enciclopedico dei Film, Ed. Rusconi, Milano 1980;
- Il Cinema – Grande Storia Illustrata, Istituto De Agostini, Novara 1981;
- Aldo Bernardini, Cinema muto italiano, Cineteca di Bologna, Bologna 2018;
- Giuliana Muscio, Italiani a Hollywood, in L’Italia a Hollywood, Ed. Skira, Milano 2018;
- Denis Lotti, Il primo film tutto parlato in italiano. Il dibattito dedicato a Sei tu l’amore? nella stampa d’epoca, in «Cinergie – Il cinema e le altre arti», n. 22/2022, pp.145-160.