Domenico Tarsitani [Cittanova (Reggio Calabria), 18 agosto 1817 - Torre del Greco (Napoli), 9 marzo 1873]
Figlio dell'avvocato Francesco Antonio e di Gironima Giovinazzo; terzogenito di cinque figli, tre maschi, oltre lui, Ferdinando e Vincenzo, e due femmine, Rosa ed Angela nacque a Cittanova, all'epoca Casalnuovo. Perse giovanissimo entrambi i genitori così che Ferdinando fu costretto ad assumere il ruolo di capofamiglia prendendosi cura dei suoi fratelli. Nel 1828 Domenico venne mandato a studiare nel Collegio di Reggio dove apprese i primi rudimenti di latino e greco. A 17 anni andò a Napoli per completare gli studi nelle Discipline filosofiche e matematiche, ma nel 1836 entrò come alunno interno nel Real Collegio Medico-chirurgico vincendo pure il concorso per una borsa di studio che si chiamava «della mezza piazza franca » e che veniva attribuita allo studente che eccelleva nelle Lettere latine ed italiane. Studiò con grande impegno e passione e superò brillantemente tutti gli esami meritandosi pure un asterisco corrispondente alla lode dei nostri tempi.
Una volta laureatosi in Medicina iniziò la pratica medica nel grande ospedale degli Incurabili. Malgrado avesse come maestri i maggiori luminari del tempo in campo clinico, i professori Ronchi, Postiglione e Petrunti, incoraggiato e aiutato dal suo amico il Duca di Terranova, nel 1841 partì alla volta di Parigi per frequentare un corso di specializzazione orientandosi verso la clinica ostetrica e quella che oggi chiameremmo, la neonatologia.
Della sua attività , dei suoi studi, del modo di trascorrere le sue giornate fornisce sempre al fratello un dettagliato resoconto dal quale si può facilmente evincere come non ci fosse spazio nella sua vita se non per la medicina. Compì, infatti, studi, osservazioni e sperimentazioni presso l'Ospizio di maternità e nel 1843 pubblicò un saggio dal titolo Nouveau mode de fabrication du Bistouri appelè recto convexe, et nouvelle nomenclature de ses differentes positions.Due anni dopo presentò alla Società francese di Statistica il risultato dei sui studi sulla maternità con una monografia, Statique des Accouchements qui onte u lieu à l'Hospice de la Maternité et à la Clinique des Accouchements pendant l'année scolaire 1843-1844, che riscosse plauso e successo negli ambienti accademici.
Questi studi lo portarono a individuare i tanti difetti che presentava il forcipe, il più antico strumento ostetrico e dopo un gran numero di prove e di esperimenti, con l'impiego di metalli che poteva lavorare personalmente, progettò un «forcipe a doppio perno » per risolvere in modo pratico i problemi che aveva riscontrato. Una volta realizzato il nuovo strumento, lo presentò all'Accademia di Medicina di Parigi e fu accolto con grande entusiasmo tanto che non solo venne nominato immediatamente socio dell'Accademia, ma il prof. Capuron invitò gli ostetrici francesi ad adottare subito il forcipe Tarsitani.
La Reale Accademia di Medicina di Francia gli conferì la medaglia d'argento, affidandogli l'incarico dell'insegnamento di ostetricia per i giovani medici e invitandolo ad avviare un corso per le levatrici in modo che venissero impartite nozioni medico-scientifiche a un personale che si affidava quasi esclusivamente alla pratica e alla manualità . Tutto faceva pensare che intendesse stabilirsi a Parigi, quando, però, gli giunse la notizia della morte improvvisa del più giovane dei suoi fratelli, nell'autunno del 1844, e non esitò a rientrare a Napoli per dare il proprio sostegno alla famiglia. Il soggiorno durò, purtroppo poche settimane e in una lettera che inviò da Napoli al fratello, spiegò le ragioni che lo obbligavano a ritornare in Francia.
L'eco dei suoi successi parigini non passò inosservato e il ministro duca di Serracapriola lo nominò primario dell'ospedale san Francesco. Qui fondò una Scuola di Ostetricia sul modello delle scuole parigine dotandola di tutti i più moderni strumenti chirurgici e di una ricca farmacopea. La Scuola nel giro di un decennio si affermò come il più avanzato corso di specializzazione non solo del Regno di Napoli ma dell'intera penisola. Molti studenti, anche forestieri, frequentavano i corsi privati di Tarsitani. Quando scoppiarono i moti insurrezionali del 1848 e il Re Ferdinando concesse la Costituzione e fu eletto il Parlamento, manifestò tutta la sua gioia e invitò il fratello a riprendere le sue attività imprenditoriali e a incrementare i suoi affari «perché nello stato di gioia generale e di feste comuni tutto è perdono, ed il Re Ferdinando è tutto amore per i suoi sudditi. Quel che voi farete non offende gli ordini pubblicati nel Motu-proprio che riceverete per corriere… Gridate con questo popolo e con l'Italia tutta, viva il Re, viva la Costituzione, viva l'Italia, viva Pio IX ».
La forte delusione a seguito della sconfitta del movimento liberale, lo indusse a lasciare Napoli per recarsi nuovamente a Parigi e da qui, nel 1853, raggiunse San Pietroburgo, chiamato dall'Università per contribuire alla costituzione di una scuola d'ostetricia. Durante il suo soggiorno, ricevuto con grandi onori nelle più importanti famiglie della nobiltà zarista, conobbe Maria Ronnowsky, una nobildonna russa, che sposò e dalla quale ebbe una figlia Sofia, nata nel 1855, andata poi in sposa al generale zarista Kitrowo, che risulta deceduto nel 1905, probabilmente nella guerra contro il Giappone.
Nel 1860 il Collegio universitario medico-chirurgico gli affidò la cattedra di Ostetricia all'ateneo napoletano e nel 1867, con la riforma dell'ordinamento universitario, dopo aver superato un concorso per titoli, fu nominato professore ordinario di Ostetricia e l'anno dopo ottenne l'incarico di direttore della Clinica ostetrica. La sua attenzione si concentrò sulla tecnica per i parti cesarei - ne eseguì più di 25 tra il 1868 e il 1871 - e sugli interventi operatori nei casi di complicanze al momento del parto. Su invito dei suoi tanti studenti si decise a raccogliere le sue lezioni in un manuale, curato da un suo allievo Giacomo Correale, di cui uscirà soltanto il primo volume con il titolo Elementi di ostetricia.
In punto di morte, raccomandò alla moglie e alla figlia di prendersi cura dei giovani medici e studiosi napoletani, specialmente di quelli che non si trovavano in buone condizioni economiche. Queste, pur di onorare l'impegno assunto, privandosi di una rendita, costituirono una borsa di studio per un assistente alla Clinica Ostetrica, branca nella quale aveva indubbiamente lasciato orme indelebili nel cammino del suo insegnamento medico.
Tre anni dopo, vedova e figlia, ritornarono in Russia perdendo i contatti con i parenti e solo nel 1908, fortunosamente, Sofia riuscì a riallacciare i rapporti con il cugino Giuseppe Tarsitani, nipote del padre, con il quale intrattenne una corrispondenza per molti anni. Nel 1924, nonostante sia relegata in un piccola cittadina di provincia, Porkoff, e malgrado la sorveglianza cui viene sottoposta e le forti ristrettezze economiche, Sofia riesce a recuperare l'unico ritratto a olio del padre e a farlo pervenire, tramite l'ambasciata italiana, al cugino.
Dal 1875 la tomba di Tarsitani si trova al cimitero monumentale di Poggioreale in Napoli nel recinto degli uomini illustri. (Antonio Orlando) © ICSAIC 2021 - 6
Opere principali
- Nouveau Forceps, Fortin & Masson, Paris 1844;
- Pellagra curata nel grande ospedale delle prigioni di Napoli, s.n.. Napoli 1847
- Forceps, double pivot, V. Masso, Paris 1853-8;
- Lettere intorno al parto premature artificiale, Tip. Ferrante, Napoli 1856;
- Applicazioni del forcipe a doppio perno, Stamperia e Calcografia, Napoli 1857;
- Discorso riguardante l'applicazione del novello cefalotribo, F. Ferrante, Napoli 1860;
- Due tavole sinottiche riguardanti i bacini viziati e formate nello studio del dott. Tarsitani per cura dei suoi allievi, Tip. Ferrante, Napoli 1861;
- Embriotonomia, Tip. F. Ferrante, Napoli 1861;
- Sperimenti d'auscultazione applicati alla gravidanza, Tip. Ferrante, Napoli 1863;
- Annotazioni intorno ai vantaggi della docciatura uterina, Tip. Gioia, Napoli 1864;
- Elementi di ostetricia. Lezioni, Tip. Ferrante, Napoli 1867.
Nota bibliografica
- Alfonso Corradi, Dell'Ostetricia in Italia dalla metà del secolo scorso fino al presente, Tipi Gamberini e Parmeggiani, Bologna 1874.
- Vincenzo De Cristo, Notizie Bio-Bibliografiche su Domenico Tarsitani, Tip. Librario Festa, Napoli 1899.
- Vincenzo De Cristo (a cura di), Galleria Biografica degli uomini e delle donne illustri e benemeriti della Calabria, II serie, vol. I, fasc. I, "Domenico Tarsitani", 1926.
- Renato Minghetti, Progressi di Terapia Ostetrico-genecologica nel XIX secolo, Arti Grafiche E. Cossidente, Roma 1960
- Arturo Zito de Leonardis, Cittanova di Curtuladi, Mit, Cosenza 1986.
Nota
- Il ritratto ad olio su tela raffigurante Domenico Tarsitani, del quale pubblichiamo un particolare, è stato inviato all'Icsaic da Paolo Amerigo Marulli di San Cesario Carniglia che lo possiede. Tale opera venne commissionata da Don Carlo Marulli, principe Marulli e duca di San Cesario a perenne gratitudine e memoria del luminare che aveva salvato la vita di sua sorella Donna Laura e del suo due volte nipote Don Ernesto Doria principe di Angri.