Armiro Yaria (Reggio Calabria, 7 settembre 1901 - Roma, 15 febbraio 1980)
Nasce da Domenico e da Maria Felicita che allo Stato Civile gli danno il nome di Armiro Bernardo. Frequenta le scuole di base nella città natale, ma ancora bambino, a 12 anni, si allontana da Reggio e con la famiglia si trasferisce a Torino. Qui effettua la sua formazione artistica frequentando l'Accademia Albertina sotto la direzione di Giacomo Grasso, rinomati ritrattista, e di Giovanni Guadotti. oltre che la Scuola d'Arte decorativa. Nella stessa città aderisce al secondo movimento futurista con Fillia, pittore, poeta e narratore (alias Luigi Colombo), e Alberto Sartoris, e prende parte così alla I Mostra Futurista tenutasi nel capoluogo piemontese. Figura rilevante del Futurismo calabrese, assieme a Enzo Benedetto e Antonio Marasco, in questo periodo produce opere di sicuro impianto futurista, ma pregne di tensione emozionale.
La sua militanza artistica futurista, però, è in qualche modo ben presto compromessa dal suo antifascismo. Nel 1923 viene, infatti, arrestato nel corso di un conflitto armato con squadristi. Dopo la scarcerazione è costretto a emigrare in Francia, dove, per sopravvivere, lavora come
tipografo e litografo. Nel 1926 torna in Italia e nel 1930 si stabilisce a Roma e in questi anni sviluppa la sua produzione futurista. Un rapporto della prefettura di Torino del 1931 lo segnala ancora come un anarchico, ma accurate indagini successive della polizia l'anno successivo lo "scagionano" per cui viene radiato dal novero dei sovversivi. Della sua vita privata, allo stato, si conosce ben poco.
A Roma apre il suo studio in via Rasella. Fa esperienza nell'ambito del tonalismo romano. All'epoca la sua produzione è vicina a quella degli artisti della scuola di via Cavour sia per le tematiche sociali sia per l'apertura espressionistica. È presente alle Sindacali romane degli anni 1936, 1938 e 1940; nonché a tre edizioni - III, V, VII - della Quadriennale d'arte. Nel 1941 espone a Roma alla Galleria delle Terme assieme a Cesare Zampaloni e allo scultore Liu Jah Fan.
Alla fine della seconda guerra mondiale si avvicina al centro artistico del Partito comunista italiano, partecipando alle sue attività artistiche. Nel secondo dopoguerra risente del clima neorealista della capitale, pur esprimendo alcune suggestioni postcubiste. Infine, dopo esperienze più libere dalla figurazione, approda a una figurazione più elementare, riprendendo esplicitamente i moduli espressivi del futurismo, che caratterizzano, così, l'ultimo periodo della sua produzione.
La sua attività è molto frenetica. Nel 1947 espone alla Mostra d'Arte Italiana a Berna e nel 1949 alla I Mostra Internazionale dell'Art-Club di Torino; nel 1949 è presente alla Mostra d'Arte astratta alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma; nel 1951, sempre a Roma, è tra i 60 espositori alla mostra «L'arte contro la barbarie » (aveva preso parte anche a quella del 1944) con il quadro «Reduci e liberatori »; nel 1952 partecipa al Premio Michetti e ottiene il Premio acquisto Pirelli; partecipa poi 1953 alla Mostra «L'Arte nella vita del Mezzogiorno » al Palazzo delle Esposizioni di Roma (mostra di arti figurative e di arti applicate dell'Italia meridionale), nel 1954 al Premio Avezzano e ottiene il II Premio; nel 1955 espone alla Exposition des Artistes Indépendants a Parigi. Espone anche a Terni e Spoleto e partecipa a varie edizioni del «Maggio di Bari » e alle esposizioni del Premio Villa San Giovanni.
Richiama molta attenzione sulla sua opera con alcune mostre personali, tra cui quelle alla Galleria delle Carrozze nel febbraio 1955 e alla Galleria della Cassapanca nel 1960 e dal 4 al 15 febbraio 1963. Una mostra antologia con una quarantina di sue opere dal 1922 al 1968, in quest'anno diede avvio all'attività del nuovo studio d'arte Hermes di Roma. Presso la cooperativa Cassapanca, nel 1971 si tenne una nutrita rassegna di avori prodotti nell'ultimo decennio, dal titolo «Omaggio a Yaria », rassegna che fu bissata quattro anni dopo a Castrovillari presso la galleria «Il Coscile »
Molti sono i critici d'arte che si sono occupati della sua attività : Vito Apuleo, Maria Albini Brandon, Aristarque, Luigi Aversano, Fortunato Bellozzi, Michele Biancale, Francesco Paolo Catalano, Umberto Cesaroni, Aniceto de Massa, James Etna, Ivanoe Fossati, Marcello Gallina, Virgilio Guzzi, Ettore La Padula, Ercole Maselli, Dario macaques, Dino Morelli, Mario Morelli, Ugo Moretti, Franco Miele, Luigi Olivero, Arturo Peyrot, Giuseppe Pensabene, Marino Pitch, Claudia Refice, Vittorio Scorza, Giuseppe Selvaggi, Lorenza Tricheurs, Marcello Venturoli.
Sue opere figurano alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, alla Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma al Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri di Roma, alla Galleria Nazionale di Tel-Aviv, alla Galleria della Città di Eilath, al Kibbuz dei Combattenti del Ghetto di Haifa, alla Presidenza della Repubblica di Roma, all'Istituto Nazionale Infortuni sul lavoro di Roma, all'Ente Nazionale della Previdenza Sociale di Roma, all'Istituto Bancario San Paolo di Roma, alla Collezione Pirelli di Milano, alla Fondazione Morellini di Cesena e presso privati collezionisti di Roma, Firenze, Milano, Torino, Pescara, Parigi, Fontainebleau, Nizza e New York.
Poco o niente si conosce, al momento, della sua vita privata, a incominciare dalla famiglia d'origine e dalla sua adolescenza a Reggio Calabria. Si sa soltanto che era sposato e aveva una figlia che si fece suora.
Muore a 79 ann all'Ospedale San Camillo di Roma ove fu a lungo ricoverato. L'addio al pittore che non ebbe vita tranquilla, lo fece il gironalista Giuseppe Selvaggi, suo amico, davanti a una decina di persone. (Leonilde Reda) © ICSAIC 2021
Opere principali
- La città meccanica, 1922
- L'uomo e la città , 1922
- Uomo che attraversa la strada, 1923
- Filobus, 1924
- Studio di testa, 1930
- Ritratto, 1931
- Ritratto di Anna, 1931
- Maternità , 1934
- Paesaggio, 1937
- Appunti di lettera, 1941,
- Interno, 1944
- Donne e officine, 1945
- I profughi, 1945
- Un pover'uomo, 1945
- Figura, 1946
- I Pazzi, 1947
- Tre vecchie, 1947
- Chitarrista all'osteria, 1950
- Il pittore, 1950
- Ritratto di Gianni Novak, 1950
- Reduci e liberatori, 1951
- Ritratto dello scultore Italo Ciampolini, 1951
- Camera d'albergo, 1953
- Donna che cuce, 1953
- La città si desta, 1956
- Donna e limone, 1957
- Case e fabbriche, 1958
- La Diva, 1960
- Uomo al bar, 1960
- Vinto e vincitore
- Ore otto, 1961
- Fantasmi, 1963
- Il cimitero dei deportati di Treblinka, 1964
- Le tre età , 1965
- Strada di città , 1965
- Alberi della periferia, 1966
- Forme in movimento, 1966,
- La Boutique fantastique, 1966
- La Torre di Babele, 1966
- Cariatide, 1967
- Figure di oggi, 1967
- Prigionieri, 1967
- Ultime notizie, 1968
- Uomini e maschere, 1968
Nota bibliografica
- Arturo Peyrot, Armiro Yaria, «Il Piccolo » (Roma), 25 aprile 1941;
- Fortunato Bellonzi, Armiro Yaria (presentazione mostra personale), «La Cassapanca », Roma 1960;
- Giuseppe Selvaggi, Cento pittori e una modella. Cronache d'arte contemporanea, Edizioni, dell'Albero, Torino 1964;
- Dal Futurismo a oggi, catalogo della mostra, Studio d'arte Hermes, Roma 1968
- Giorgio Di Genova, Storia dell'arte italiana del 900. Generazione primo decennio, Bora, Bologna 1986;
- Enzo Benedetto, Futuristi calabresi, «Futurismo oggi », 1-4, gennaio-aprile 1988;
- Vittorio Cappelli e Luciano Caruso (a cura di), Calabria Futurista, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1997;
- Roberta Bernabei, Yaria, Armiro, in Carlo Pirovano (a cura di), La Pittura in Italia, Il Novecento/1, Electa, Milano, 1992, pp. 1115-1116 ;
- Anna Maria Ruta e Salvatore, Ventura (a cura di), Catalogo della mostra «Futuristi e aeropittori a Catania », Galleria d'Arte Moderna, 29 marzo - 1 maggio 1996, Edizioni Publinews, Catania 1996, p. 96;
- Claudio Crescentini, Mario Verdone, Vittorio Cappelli, Arianna Antoniutti, Agostino Bagnato, Patrizia Chianese, Benedetto + Futurismo, Ed. AreS, Catanzaro 2004;
- Ugo Campisani, Artisti calabresi: Otto-Novecento. Pittori, scultori, storia, opere, Pellegrini, Cosenza 2005, ad nomen;
- Enzo Le Pera, Enciclopedia dell'arte di Calabria, Ottocento e Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008, ad nomen;
- Giuseppe Selvaggi, Yaria, in Vittorio Cappelli (a cura di), Calabria futurista, Rubbettino, Soveria Mannelli 2009, pp. 53-55;
- Gustavo Valente, Dizionario Bibliografico biografico geografico storico della Calabria, vol. VI, Edizioni GeoMetra, Cosenza 2008, pp. 569-570;
- Carla Mazzoni (a cura di), Sole Futurista. Futurismo e Aeropittura, Galleria Pulcherrima, Roma 2018;
- Antonietta De Fazio, La Calabria e i suoi artisti. Dizionario dei pittori (1700-1930), Rubbettino, Soveria Mannelli 2020, pp. 378-379.
Nota archivistica
- Archivio Centrale dello Stato, Casellario politico Centrale, b. 5484, f. 97793.