Giovanni Gentile: Istituto Parri, perché no a intitolazioni

Pubblichiamo una nota stampa a firma del Sen. Prof. Paolo Corsini, Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e del Sen. Dott. Vannino Chiti, Presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, sulla proposta di intitolare un luogo della città di Firenze a Giovanni Gentile.

Milano-Firenze, 16 aprile 2025

Sulla proposta di intitolare un luogo della città di Firenze a Giovanni Gentile

La proposta di intitolare un luogo della città di Firenze a Giovanni Gentile ha riacceso lo scontro politico su una figura discussa e problematica della storia italiana. Rispetto alle polemiche che si sono levate, crediamo sia essenziale un invito a restituire fatti, eventi e persone all’ambito proprio a cui appartengono. Giovanni Gentile è una delle personalità più rilevanti della vicenda culturale italiana della prima metà del Novecento. La portata della sua opera filosofica e del suo impegno di organizzatore di cultura sono difficilmente riducibili e hanno segnato generazioni intere di donne e uomini dentro e fuori l’accademia. Ugualmente, il profilo politico di Gentile e la sua evoluzione, che giunge all’adesione convinta al fascismo anche dopo l’8 settembre 1943, sono parte della vicenda pubblica italiana, ne dicono la sua problematicità e le lacerazioni profonde. Tutto questo deve continuare a essere oggetto di studi e ricerche, condotte con la serietà che merita una figura culturalmente di prima grandezza e politicamente complessa e tragica.

La scelta di dedicare a Gentile un luogo pubblico esce da questo orizzonte e si sposta sul terreno della memoria politica. Rispetto a questo piano il criterio da adottare è quello del riconoscimento pubblico concesso a personalità che, per la sensibilità morale del paese, assumono il ruolo di punti di riferimento per il nostro odierno vivere civile. A tal riguardo, la proposta avanzata non può che trovare la nostra netta contrarietà perché consegna Gentile a un ruolo, quello dell’esemplarità politica, che appare del tutto incompatibile con la natura profonda di quei valori in cui si riconosce la Repubblica antifascista. Considerato su questo piano, Gentile non può rappresentare in alcun modo un modello in cui riconoscere le istanze del nostro essere comunità politica giunta alla democrazia attraverso il travaglio della Guerra e della Resistenza e che ha nei valori costituzionali lo specchio della propria identità politica.

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