I primi 40 anni dell’ICSAIC e la storia contemporanea

Pubblichiamo il testo e la foto dell’articolo apparso oggi sul Quotidiano del Sud, scritto dal presidente Paolo Palma per il quarantesimo anniversario dell’ICSAIC, che fu fondato il 12 aprile del 1983. Grazie al Quotidiano del Sud per l’attenzione e l’ospitalità.

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Il 12 aprile del 1983, quarant’anni fa, diciotto intellettuali calabresi fondarono a Cosenza, nello studio del notaio Gullo in via Caloprese, l’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC). Era il secondo organismo meridionale, dopo quello di Napoli, aderente all’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), che Ferruccio Parri aveva fondato nel 1949 con lo scopo di custodire e studiare il patrimonio documentario del Corpo Volontari della Libertà (CVL) e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) di cui era stato vicecomandante con il nome di battaglia di «Maurizio». Oggi quell’Istituto, che ha sede a Milano, porta il suo nome e l’ICSAIC fa sempre parte della «Rete Parri» assieme ad altri sessantasei Istituti sparsi su tutto il territorio nazionale, prevalentemente al Nord, com’è logico che sia. È una rete che, ferme restando la valorizzazione della storia della Resistenza e le radici nella cultura costituzionale antifascista, opera a vasto raggio in tutta la materia della storia contemporanea italiana, con lo spirito critico che la storiografia impone.

Nei suoi primi quarant’anni l’ICSAIC ha fatto la sua parte per la migliore comprensione storiografica contemporaneistica «vista dalla Calabria», ma senza provincialismi e localismi, a cominciare dalla conoscenza del grande apporto che la nostra regione diede alla guerra di Liberazione, con centinaia di partigiani, tra cui alcuni capi prestigiosi che combatterono al Nord e nella Resistenza romana. Nel solo Piemonte i partigiani calabresi furono 506, di cui 71 caduti. L’ICSAIC ha anche il merito di aver “salvato” e custodito diversi importanti fondi archivistici consultabili dagli studiosi, di aver pubblicato negli anni oltre venti volumi di storia calabrese, decine di numeri di riviste (oggi «Rivista storica della Calabria del ‘900», diretta dal direttore dell’Istituto, Vittorio Cappelli, responsabile Enrico Esposito, uno dei fondatori), e di svolgere un’assidua attività didattica nelle scuole della regione attraverso la commissione per la didattica della storia oggi coordinata da Giuseppe Ferraro. È doveroso perciò ricordare i nomi dei diciotto fondatori del nostro Istituto, che quarant’anni fa ebbero la felice intuizione d’inserire la storiografia calabrese nel più ampio contesto nazionale. Ecco l’elenco, secondo l’ordine dell’atto notarile: Fulvio Mazza, Isolo Sangineto, Maria Tolone, Tobia Cornacchioli, Luigi Maria Lombardi Satriani, Amelia Paparazzo, Francesco Volpe, Alfonso Francesco Alimena, Maria Gabriella Chiodo, Fausto Cozzetto, Maria Grasso, Maria Marcella Greco, Giuseppe Masi, Giovanni Sole, Enrico Esposito, Alfredo Aloi, Mario De Bonis, Ottavio Cavalcanti.

Nasceva dunque l’ICSAIC quel 12 aprile e il suo primo presidente fu Fausto Cozzetto, nato ad Acri (1945-2021), storico modernista soprattutto, ma anche contemporaneista, allievo di Giuseppe Galasso, docente all’UNICAL, che diede il primo impulso alla scoperta del partigianato calabrese. Primo direttore fu nominato Fulvio Mazza, che a detta di chi ricorda le origini dell’ICSAIC, era stato il motore principale di questa avventura intellettuale per la quale aveva messo a disposizione un suo ufficio in via Montesanto, che divenne la prima sede dell’Istituto prima del trasferimento in piazza Europa e oggi, da quasi quindici anni, presso la Biblioteca Tarantelli dell’UNICAL. A quella di Cozzetto seguì nel 1988 la presidenza di Isolo Sangineto (1923-1992), storico del partigianato calabrese, autore de I calabresi nella guerra di liberazione. I partigiani della provincia di Cosenza (Pellegrini Editore 1992), un’opera pionieristica che fu interrotta dalla sua prematura scomparsa. Fu poi presidente per tredici anni il reggino Ferdinando Cordova (1938-2011), allievo di Renzo De Felice e autore tra l’altro di opere fondamentali sul fascismo delle origini, in relazione anche ai sindacati e alla massoneria, che ebbe al suo fianco, come vicepresidente, Tobia Cornacchioli, una colonna dell’Istituto, prematuramente scomparso nel 2003, e come direttore lo storico lametino Giuseppe Masi, il quale ha ricoperto questo incarico complessivamente per quasi trent’anni, ha fondato e diretto le riviste dell’ICSAIC ed è oggi il presidente onorario dell’Istituto. A Cordova seguì la presidente Maria Gabriella Chiodo, anche lei come Cozzetto nata ad Acri, curatrice tra l’altro dell’importante opera dell’ICSAIC Geografia e forme del dissenso sociale in Italia durante il fascismo (1928-1934), che ebbe come vicepresidente Luigi Intrieri (1929-2017), uno dei maggiori storici della Chiesa e del movimento cattolico calabrese e meridionale, esponente di spicco dell’Azione Cattolica. Per ultimo, prima di chi scrive, è stata la volta della lunga presidenza (2010-2018) di Pantaleone Sergi, vibonese di Limbadi, giornalista, storico e scrittore, che ha avuto innanzitutto il merito di aver salvato l’Istituto. Nel 2016, infatti, l’ICSAIC aveva cominciato a spegnersi, e dovette interrompere le sue attività per circa sei mesi, anche in seguito al venir meno, da parte della Regione Calabria, dell’impegno assunto con la legge 1 dicembre 1988, n. 31, che riconosce l’Istituto quale «strumento indispensabile di sviluppo culturale, nonché di promozione civile e sociale della comunità regionale» e prevede[rebbe] a tal fine un contributo annuo «per attività di ricerca storica e promozione culturale ed educativa». Con la guida di Sergi l’ICSAIC s’è rimboccato le maniche, ha affrontato la tempesta e nel 2017 è riuscito a riprendere il suo cammino grazie a un accordo con l’allora presidente della giunta regionale Mario Oliverio per il finanziamento della valorizzazione, anche in rete, del patrimonio archivistico.

Non è facile questo cammino, le difficoltà economiche sono sempre dietro l’angolo, ma l’impegno di rispettare la missione originaria, nel nuovo quadro normativo del Terzo Settore, rimane elevato, e la partecipazione dei circa ottanta soci, tutti appassionati studiosi di storia, docenti, ricercatori sparsi su tutto il territorio regionale resta elevato. Prosegue con costanza la realizzazione on-line del Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea diretto da Sergi, che s’avvia a toccare quota 900 voci; è stato rilanciato il semestrale Rivista calabrese di storia del ‘900 ora edita da Pellegrini; si continua ad avere particolare attenzione per i fenomeni migratori con il Centro di ricerca sulle migrazioni che opera all’interno dell’Istituto; è stato pubblicato l’importante volume, a cura di Vittorio Cappelli e di chi scrive, I calabresi all’Assemblea Costituente 1946-1948 (Rubbettino 2020), nonché gli atti di due convegni nazionali promossi dall’ICSAIC sui centenari del Partito Popolare (Alla scuola di don Sturzo. Il popolarismo nel Mezzogiorno a cento anni dall’Appello ai liberi e forti) e del Partito Comunista (quest’ultimo appena uscito con il titolo Il PCI, la Calabria e il Mezzogiorno. Da Livorno al “partito nuovo” (1921-1953), curati entrambi, insieme a me, da Lorenzo Coscarella ed editi da Pellegrini.

L’ICSAIC festeggia i suoi primi quarant’anni di vita con cuore antico e la mente sintonizzata con l’innovazione tecnologica e la rivoluzione digitale, che non può non riguardare anche la ricerca e la didattica della storia. Li festeggia rimanendo caparbiamente un istituto di ricerca calabrese, con radici e presenze in tutta la regione e una forte proiezione meridionalistica. Tutte le province calabresi sono rappresentate al vertice dell’ICSAIC e ovunque in Calabria l’Istituto organizza eventi di studio e didattici o iniziative come il recente convegno sul centenario della Marcia su Roma, a Vibo Valentia, o la prima presentazione del volume sul PCI, a Lamezia Terme. E tra qualche mese spegneremo ufficialmente la quarantesima candelina a Reggio Calabria, alla presenza del presidente dell’Istituto Parri, il prof. Paolo Pezzino.

L’ICSAIC potrà fare sempre meglio, ma ha bisogno – ed è lo scopo precipuo di questa breve scheda – del sostegno e della considerazione di un’opinione pubblica consapevole dell’importanza dello studio della storia, che com’è noto è sempre storia contemporanea, non antiquariato. Pensiamo che questo sia necessario in una società che tende, colpevolmente e con danno per la formazione delle nuove generazioni, a essere schiacciata in un vacuo «presentismo» per sfuggire alla complessità del reale.

Paolo Palma

presidente dell’ICSAIC

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Una risposta a “I primi 40 anni dell’ICSAIC e la storia contemporanea”

  1. I primi 40 anni dell’ICSAIC e la storia contemporanea – Bruno Pino

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