“Il Risorgimento non fu fatto solo da Cavour, Garibaldi, Mazzini, ma anche dalle migliaia di uomini che tramarono, combatterono e immolarono la loro vita per la libertà e l’Unità, anche in Calabria.”
Martino Antonio Rizzo, attraverso il suo ultimo lavoro dal titolo “La disfatta. Il crollo dei Borbone in Calabria”, arricchisce la già nutrita letteratura sull’argomento, in un momento storico – quello attuale – in cui i rigurgiti di un neo-borbonismo spesso permeato di fanatismo e negazionismo, non supportato da adeguate fonti storiche, attirano più che altro la curiosità dei lettori di molti testi in circolazione celebrativi della monarchia assoluta che ebbe in mano il Meridione e la Sicilia dalla Restaurazione all’Unità d’Italia.
Rizzo, storico di Rossano che vive a Firenze da ormai molti anni, socio dell’ICSAIC, ha dato alle stampe un volume corposo ma, soprattutto, ricchissimo di fonti (riportate e citate) sia di provenienza filopiemontese che filoborbonica, rigorosamente vagliate, costituite da testimonianze, lettere, dispacci, diari, referti e altri documenti sviluppati nel dovuto rispetto della ricostruzione storica. L’autore si è soffermato su fatti che hanno interessato i vari territori calabresi, dal Reggino sino al Pollino, ponendo anche in evidenza il contributo alla causa dell’Unità d’Italia da parte delle minoranze etniche presenti, quella albanese in particolare.
Finito di stampare nello scorso mese di giugno, il testo di Rizzo fa parte (volume VII) della Collana di Studi su Beni Comuni e Identità Culturale diretta da Giuseppe F. Zangaro (Università Unimeier Milano) e la prefazione è firmata da Carmine Pinto, ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Salerno.
Il crollo dei Borbone in Calabria, ce lo racconta Martino A. Rizzo
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