Serafina Mauro, nata nel 1908, è stata testimone oculare, con discrezione e pathos, di ciò che avveniva all’interno del campo di internamento di Ferramonti di Tarsia. Riuscì a entrare nel campo grazie a buoni rapporti con i responsabili della sorveglianza, portando cibo del quale spesso si privava per offrirlo a chi subiva altre privazioni. Definita “l’angelo degli internati” dal poliziotto-scrittore cosentino Tommaso Orsimarsi nel suo romanzo “Con altri occhi” (Luigi Pellegrini Editore), è vissuta a poca distanza dal campo sino alla sua scomparsa, quando aveva 104 anni, nel 2012.
Una figura importante e commovente che si intreccia nella storia e nella nutrita letteratura sul campo di Ferramonti, che comprende anche “Le donne nella storia della Calabria” (vol. II, a cura di Nella Matta, Tania Frisone e Marilù Sprovieri – Jonia Editrice) e che ospita anche un paragrafo a lei dedicato, a firma di Francesca Rennis, Socia e componente del Consiglio Direttivo dell’ICSAIC, nonché autorevole studiosa della storia della Shoah. Lo scorso 23 settembre è stata proprio lei a consegnare ad Amalia Zazzaro, figlia di Serafina, il libro che fa parte della collana dell’Associazione Italiana Parchi Culturali – Cosenza dato alle stampe da pochi mesi. “Ho ritrovato in lei lo sguardo e la postura gentili e semplici ereditati dalla madre, che conoscevo, e voglio ringraziarla per l’accoglienza e per avermi fornito altre preziose notizie attraverso il veicolo della memoria che si tramanda” ha sottolineato Francesca Rennis. Nel volume è presente anche il saggio di Giuseppe Ferraro, anch’egli Socio e componente del Consiglio Direttivo, nonché coordinatore della Commissione per la Didattica della Storia dell’ICSAIC e direttore della sezione cosentina dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, dal titolo “Tessere al telaio e raccogliere olive. Storie e questioni del lavoro femminile in Calabria”.