L’emigrazione calabrese sarà il tema dell’incontro che si terrà a Genova il 27 marzo prossimo al Museo Nazionale dell’Emigrazione. Un tema che l’autore, Antonino Sapone, socio del nostro Istituto, ha affrontato nel volume L’emigrazione dall’alta valle del Gallico in età moderna e contemporanea (Città del Sole Edizioni, 2008). Con l’autore, responsabile dell’archivio storico comunale di Campo Calabro (RC) e ispettore archivistico onorario del Ministero della Cultura dialogherà Nicla Buonasorte, curatrice del MEI. L’iniziativa è patrocinata dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria e dall’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea – Centro di ricerca sulle migrazioni.
Tradizionalmente luogo di partenza di un consistente flusso migratorio diretto in Italia e all’estero, la Calabria è protagonista di questo volume, frutto di accurate e appassionate ricerche. Il saggio si propone come un piccolo contributo alla storiografia dell’emigrazione italiana che negli ultimi decenni, analizzando comprensori e comunità locali, ha messo in discussione l’immagine tradizionale della montagna e delle aree interne in genere, come luoghi storicamente poveri e arretrati, dove gli abitanti, per sopravvivere, sono costretti ad emigrare. L’emigrazione di massa tra fine Ottocento e inizi del Novecento viene quindi posta in relazione alle secolari consuetudini di mobilità attestate nell’area reggina fin dal Medioevo e ben documentate dal XVI secolo in poi, consuetudini che ridefiniscono i movimenti migratori, vissuti come opportunità per gli abitanti più che scelta obbligata.