MATTANà’ Vincenzo, Un arbà«resh in Albania nella seconda guerra mondiale. Diario di un soldato radiotelegrafista 1940-1945, Cosenza, Edizioni Orizzonti Meridionali, 1997, ICSAIC – La memoria e la storia: collana di testimonianze.
Scrive Giorgio Rochat nell’introduzione: “Queste memorie di guerra del soldato Mattanò sono affascinanti per la ricchezza umana e la vivacità della narrazione, in un italiano alquanto personale e molto espressivo. Sono anche un documento importante per la conoscenza della nostra guerra in Albania, così dimenticata dagli studiosi e dagli stessi reduci. Vittorio Mattanò nel 1940 é un contadino diciannovenne di Lungro, Cosenza, che vive con fierezza e naturalezza la sua doppia identità di italiano e di albanese. “Gli italo-albanesi – scrive – sono cittadini di due patrie. L’amor patrio in essi vibra come duplice lingua di un’unica fiamma”. In realtà Mattanò é fortemente legato alla sua terra calabra e ad essa torna alla fine della guerra fuggendo pieno di rimorsi dalla famiglia albanese che lo aveva accolto come un figlio; e non perde occasione per esaltarne storia, vita e costumi, pur subendo il fascino della “internazionale albanese” che scopre oltremare. Autodidatta, ha un bagaglio vivo e disordinato di letture in italiano e poi anche in albanese; é significativo che l’unico giudizio negativo che esprime sull’Albania riguardi la tragica diffusione dell’analfabetismo (colpa dei governanti, dice). Gli avvenimenti, narrati dopo vent’anni, sono ancora incisi nella memoria con straordinaria vivacità e precisione.